2021-10-14
La rivolta dei portuali si allarga ai camion e incendia la Penisola da Trieste in giù
Proteste anche a Genova, Livorno e Gioia Tauro. Conftrasporto e la logistica accusano: «Giovannini è stato commissariato»Portuali e autisti di tir in rivolta. E anche gli operatori della logistica sul piede di guerra denunciano il commissariamento, di fatto, del ministero delle Infrastrutture guidato da Enrico Giovannini. In una parola: il caos. Partiamo dai porti. Trieste, Genova, Gioia Tauro e Livorno sono quelli cerchiati di rosso sulla mappa dell’Italia per la giornata di domani, quando entrerà in vigore l’obbligo di green pass nei posti di lavoro. A Trieste il comitato dei lavoratori del Porto (Clpt) ha minacciato di fermare l’attività «a oltranza» se non ci sarà uno slittamento della misura e in questo caso il presidente dell’Autorità portuale, Zeno D’Agostino, ha preannunciato che si dimetterebbe. Il caso è esploso dopo la circolare del Viminale che raccomandava alle imprese «di mettere a disposizione del personale sprovvisto di green pass test molecolari o antigenici rapidi gratuiti». Poi era arrivata la precisazione che gli operatori economici «potranno valutare» in autonomia. A Trieste in mattinata c’è stato un tavolo in prefettura: sindacati e Autorità portuale hanno chiesto uno slittamento della misura per l’oggettiva impossibilità per tutti i lavoratori non vaccinati (circa il 40% del totale) di effettuare tamponi a causa delle difficoltà del sistema sanitario. Intanto il portavoce del coordinamento dei portuali di Trieste, Stefano Puzzer, ha detto che la protesta «non si fermerà».A Genova, Beppe Costa, presidente dell’associazione dei terminalisti genovesi di Confindustria, ha annunciato che alcuni terminalisti del porto pagheranno i tamponi ai dipendenti che non hanno il green pass. Tra questi ci sono il terminal Psa di Prà e il Porto Petroli. Si stima che il 20% dei portuali genovesi non abbia il vaccino. «La decisione è singola di ogni azienda, alcune hanno dato la disponibilità, altre sono libere di scegliere. Come Confindustria ribadiamo che le norme dicono che il tampone lo paghi il lavoratore», ha detto Costa. Nel frattempo, il porto genovese fa anche i conti con la protesta dei tir che ha bloccato il Psa di Genova Prà per i lunghi tempi di attesa per entrare nel terminal alimentati dal malfunzionamento temporaneo dell’app che gestisce l’ingresso. Oltre a Trieste e Genova, ci sono rischi per Gioia Tauro, dove il problema si porrà soprattutto per i 1.350 dipendenti della Mct, fra i quali ci potrebbe essere una percentuale significativa di lavoratori sprovvisti della certificazione, mentre le società di gestione al Porto di Palermo hanno già fatto sapere che non si faranno carico dei tamponi. La richiesta di tamponi gratuiti per affrontare l’obbligo di green pass nei porti scuote anche il porto di Livorno, terzo porto italiano per tonnellate di merci movimentate. Nei porti pugliesi e campani, a Venezia e a Napoli l’alto tasso di lavoratori vaccinati dovrebbe scongiurare disagi e azioni di protesta. Anche a Civitavecchia, dove pure le percentuali di non immunizzati sono più alte che altrove, non sono previsti blocchi.In prima linea ci sono anche gli operatori della logistica. Che chiamano in causa il ministro Giovannini: «Affrontare e trattare la vicenda dei portuali di Trieste come un problema di ordine pubblico rappresenta un errore clamoroso» e politicamente conferma un «commissariamento» di fatto del ministero delle Infrastrutture, ha detto ieri il presidente di Federlogistica, Luigi Merlo, usando parole durissime. «È il caso di ricordare», sottolinea Merlo, «che ci sono stati puntualmente e costantemente negati i confronti che avevamo richiesto con un solo risultato: lo Stato ora si piega a un ricatto inaccettabile. E ciò è il frutto maturo di una distorsione di fondo: quando si tratta di occuparsi di temi che riguardano i porti, emergono solo insipienza e superficialità. Di volta in volta assistiamo al commissariamento del ministero delle Infrastrutture: era accaduto con il ministero dei Beni culturali sul caso Venezia, esautorando totalmente le competenze del ministero delle Infrastrutture; si ripete oggi con il ministero dell’Interno che sul green pass interviene nei porti senza conoscerli e senza avere la minima idea di come funzionino, di quali equilibri li caratterizzino, persino di quali rapporti intercorrano fra concessionari e Stato». Tra l’altro, le aziende della logistica sono già in difficoltà per l’aumento dei costi dovuto alla congiuntura internazionale e ora «devono sopportare ulteriori costi per una gestione non coordinata», sottolinea il presidente di Assologistica, Umberto Ruggerone.Ma il caos non rischia di arrivare solo dal mare. «Dal ministero non abbiamo risposte» e «se questo atteggiamento proseguirà e non uscirà un chiarimento, può succedere di tutto», ha detto il presidente di Conftrasporto-Confcommercio, Paolo Uggè. «Se gli autotrasportatori esteri potranno venire in Italia senza il green pass e questo verrà invece imposto alle imprese italiane stiamo valutando di invitare le imprese a fermare i camion. Ci auguriamo di no, ma ne stiamo discutendo». Anche Confetra, federazione di associazioni di trasporti e logistica ha avvertito che «si rischia il blocco, la paralisi del sistema logistico nazionale». «La nostra confederazione raccoglie 400.000 autisti, stimiamo che il 30% di loro non abbia il Pass e che dunque tra pochi giorni si debbano fermare», ha spiegato il direttore generale, Ivano Russo, «in più c’è il tema degli stranieri, molti sono vaccinati con Sputnik o altri farmaci non autorizzati dall’Ema e dall’Aifa e non possono ottenere il Qr code».
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