La Procura accusa l’Ilva ma già nel primo verbale si chiedeva il via libera per l'intervento

Quanta confusione attorno all’Ilva. La richiesta di colaggio dei fusi da parte di Acciaierie d’Italia è stata formulata fin dalla prima istanza, in sede di esecuzione del sequestro dell’Altoforno 1 colpito da un incendio nella notte tra il 7 e l’8 maggio scorsi.
Secondo quanto scritto nel primo verbale che La Verità ha potuto visionare, fin dalle 5.45 del 8 maggio è stata manifestata l’importanza di questa operazione ai fini della salvaguardia dell’Altoforno 1 e dunque della capacità produttiva dell’impianto. La Procura tuttavia ha dato il via libera dopo oltre 50 ore, nelle prime ore del pomeriggio di sabato 10 maggio ma solamente a una parte delle attività (intervento salvaguardia dei cowpers esterni all’Altoforno) e non alla colata dei fusi.
Il ritardo con cui è stata autorizzata la messa in sicurezza dell’altoforno 1 dello stabilimento di Taranto di Acciaierie d’Italia «potrebbe aver compromesso la possibilità di rispettare il cronoprogramma industriale, ripercuotendosi negativamente sui numeri della cassa integrazione» fa sapere la stessa azienda, tuttavia la Procura ha dichiarato di non aver ricevuto la richiesta di intervento per la colata dei fusi. In un comunicato stampa del 13/05/2025, ha riferito che la richiesta di autorizzazione al colaggio dei fusi «non risultava essere stata avanzata in nessuna delle due menzionate istanze».
Nell’istanza dell’8 maggio delle 5.45 visionato da La Verità, si chiede: La «gestione della marcia dei cowpers al fine di garantire il mantenimento in riscaldo degli stessi ed evitare il loro danneggiamento. Tale marcia richiede lo smontaggio di tutti i portavento e l'inserimento di specifici tappi sulle maniche a vento in sostituzione di quelli provvisori in argilla in fase di posizionamento» e ancora: «L’esecuzione delle ispezioni sui cowper e a bordo forno al fine di garantire la regolare marcia dei cowper e del corretto funzionamento degli impianti di raffreddamento».
In sostanza in questi casi è necessario intervenire entro 48 ore per evitare danni strutturali. E in particolare nel caso della gestione della parte fusa, è necessario abbassare la carica dell’altoforno e colare i materiali fusi rimasti nel crogiolo.
Attualmente questa richiesta però ancora non risulta autorizzata e Acciaierie d’Italia, ex Ilva, ha chiarito: «oggi, dopo oltre 120 ore dall’evento, non è più possibile procedere con il colaggio dei fusi, con la conseguenza che, in caso di riavvio, si dovranno adottare procedure straordinarie, complesse e con esiti assolutamente incerti. Le richieste, presentate in condizioni di estrema urgenza, erano esclusivamente mirate a tutelare l’integrità dell’impianto e non finalizzate alla ripresa della produzione. Nonostante ciò, solo alcune attività sono state autorizzate con un successivo provvedimento del 10 maggio».