2024-09-16
«La prevenzione è solo un pretesto per demolire la morale tradizionale»
Nel riquadro, Roberto Marchesini
Lo psicologo Roberto Marchesini: «I primi a introdurre questo tipo di lezioni furono i comunisti ungheresi nel 1919. Oggi a premere sono enti sovranazionali come Onu e Oms. Ma ai ragazzi va aumentato il testosterone insegnando la virilità».Lo psicologo e psicoterapeuta Roberto Marchesini, 53 anni, è uno che non le manda a dire. Autore di numerosi saggi sia sui temi del Magistero della Chiesa e del matrimonio - E vissero felici e contenti (2015) - sia sui disagi contemporanei – come Mio Dio, che ansia! (2022) -, ha una sua idea pure sul tema dei corsi scolastici cari all’agenda progressista.Marchesini, l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole pare essere, nel contrasto alle malattie sessualmente trasmissibili così come in realtà nella riduzione della violenza, di dubbia efficacia. La stupisce?«In realtà non sono assolutamente stupito, si sa da anni che – almeno per lo scopo dichiarato – l’educazione sessuale comunemente intesa non funziona. Una decina d’anni fa i Paesi mediterranei erano il fanalino di coda per l’educazione sessuale in Europa; non così i Paesi nordeuropei, dove questo tipo di insegnamento era ormai tradizionale. Bene: dai report dell’European Centre for Disease Prevention and Control - agenzia Ue che ha lo scopo di monitorare la diffusione di malattie infettive - si evinceva che i Paesi nei quali la diffusione di malattie sessualmente trasmissibili quali clamidia, gonorrea, epatite B, epatite C e sifilide era maggiore sono quelli nei quali l’educazione sessuale si praticava fin dalla più tenera età: Danimarca, Olanda, Svezia, Finlandia e Regno Unito. Viceversa, i Paesi nei quali le malattie sessualmente trasmissibili erano meno diffuse coincidevano con quelli nei quali l’educazione sessuale non era diffusa. Ormai un simile confronto non è più possibile, visto che pure nel nostro Paese ormai questa pratica è stata sdoganata».Come mai, nonostante le scarse evidenze di utilità, si continua a spingere per l’introduzione in Italia di questi corsi? «Credo per vari motivi. In primis, secondo me, va considerato un certo auto-razzismo unito alla nostra tradizionale esterofilia: tutto ciò che si fa all’estero - ovviamente nei paesi Wasp- è meglio di ciò che facciamo noi, che siamo perennemente “in ritardo”. Nel mondo protestante si fa da decenni educazione sessuale, noi dobbiamo adeguarci a loro asfaltando le nostre cultura e tradizioni».Poi? «Poi va considerato il fatto che l’educazione sessuale è considerata “naturale” - così come la scuola, il conto corrente, il reddito di cittadinanza…– visto che c’è da quando me lo ricordo, immagino che sia ovvio che ci sia. In realtà, l’educazione sessuale non è sempre esistita e ha una storia piuttosto interessante…».Quale? «Il primo corso di educazione sessuale nella storia dell’umanità risale al 1919. Nel marzo del 1919 fu istituita la Repubblica sovietica d’Ungheria; il ministro della Cultura di quel primo e unico governo fu l’intellettuale György Lukáks. Il suo ambizioso programma, chiamato “terrore culturale”, era tanto semplice quanto ambizioso: sradicare completamente, dall’Ungheria, la morale tradizionale, cioè cattolica. Il commissario per la cultura del governo Bela Kun pensava che, per raggiungere questo obiettivo, lo strumento più efficace fosse la scuola; istituì, primo atto del suo ministero, corsi di educazione sessuale obbligatori in ogni grado di scuola, fin dalle prime classi. I bambini ungheresi vennero così esposti a materiale pornografico esplicito, incoraggiati alla sperimentazione sessuale e alla promiscuità».Come finì? «La Repubblica sovietica d’Ungheria sopravvisse solo pochi mesi, fino all’agosto del 1919; riuscì comunque a creare un precedente. Dopo qualche anno in sonno, l’educazione sessuale riemerse negli Stati Uniti grazie a Mary Calderone e alla sua creatura, il Sex Information and Education Council of the United States (Siecus), emanazione della controversa associazione Planned Parenthood Federation of America (Ppfa), fondata dall’eugenetista umanista Margaret Sanger. Tra i finanziatori del Siecus bisogna ricordare Hugh Hefner, fondatore di Playboy, e il Kinsey Institute; tra i fondatori Wardell Pomeroy - assistente di Alfred Kinsey - e John Money, divenuto famoso per il caso dei gemelli Reimer. Risalendo alle origini - sovietiche, umaniste, eugenetiche - dell’educazione sessuale è quindi evidente che essa è stata creata con lo scopo di distruggere la morale tradizionale occidentale, cioè quella cristiano-cattolica. Quindi - ecco un altro punto - ci sono pressioni fortissime da parte degli enti sovranazionali - Onu, Oms eccetera - per la diffusione di questo insegnamento»Venendo alla violenza di genere, cosa risponde a chi dice che, per arginare il patriarcato, sono urgenti corsi per estirparlo?«Sono perfettamente d’accordo. È urgente e necessario che, come si spiega alle ragazze i meravigliosi motivi dei cambiamenti che vedono nel loro corpo durante l’età adolescenziale, si faccia altrettanto con i ragazzi; che si pieghi loro, anche attraverso la bimillenaria letteratura europea, che essi sono dei guerrieri, che devono sacrificarsi per difendere fisicamente le persone che sono state loro affidate; occorre proporre la figura del cavaliere come coagulo di virtù virili; occorre incrementare l’aumento del testosterone - in drammatico e progressivo calo da decenni, così come il Qi - nei ragazzi attraverso vita all’aria aperta, competizione e attività sportiva. Lo sa che la ricerca dimostra che l’aumento del testosterone è legato all’aumento della sincerità e onestà?».Non lo sapevo, interessante. Ma che ruolo, in tutto ciò, può avere la famiglia? «È fondamentale. Nella maggioranza dei casi, la famiglia fornisce modelli di relazione tra sessi basati sull’amore e sul rispetto reciproco».
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