2020-12-15
La pace è impossibile fra Gasp e il Papu. A gennaio l’Atalanta darà via il capitano
Nel giorno in cui la Dea pesca il Real in Champions, Gomez annuncia l'addio dopo l'attrito col mister. Milan alla finestra «Quando me ne andrò si saprà la verità». A un'ora dallo storico sorteggio di Champions league la frase di Alejandro Gomez, detto il Papu, il piccolo Maradona dell'Atalanta, deflagra come un candelotto di dinamite nella quiete apparente di Zingonia. Lo strappo con Gian Piero Gasperini avvelena la notizia del giorno: negli ottavi la dea bergamasca sfiderà il Real Madrid. Facile per un tifoso della Juventus, dell'Inter, del Milan metabolizzare l'accoppiamento della serie «la storia siamo noi». Ma a Bergamo per anni hanno provato invano a organizzare anche solo un'amichevole estiva con i blancos, costosissimi e lontani anni luce dentro un'aura da leggenda. Ora c'è il mito che bussa e i nerazzurri apriranno casa senza il Papu. Più facile per la Juventus giocare contro il Porto eventualmente senza Paulo Dybala mentre la Lazio dovrà prepararsi a cambiare il corso della storia davanti al Bayern Monaco. In Europa league Milan-Stella Rossa Belgrado (nel ricordo della nebbia benedetta di 32 anni fa), Napoli-Granada, Roma-Braga; qui possono passare tutte senza problemi. Gomez se ne andrà. Questa è l'aria che tira dopo lo scontro (forse anche fisico, non c'eravamo) con l'allenatore negli spogliatoi durante l'intervallo della sfida con il Midtjylland. Nessun avvicinamento né ammorbidimento, la panchina forzata contro la Fiorentina ha cristallizzato le posizioni; questo calcio sarà anche liquido ma il contrasto fra il Papu e Gasp è molto solido. Nessuno si sposta. «Cari tifosi atalantini, vi scrivo qui perché non ho nessun modo di difendermi e di parlare con voi. Solo volevo dirvi che quando me ne andrò si saprà la verità di tutto. Voi mi conoscete e sapete la persona che sono. Vi voglio bene, il vostro capitano». Queste le parole su Instagram.La società è in silenzio, il presidente Antonio Percassi ha fatto passi importanti per ricomporre la frattura e altri ne farà con felpata saggezza. Ma l'avventura di Gomez all'Atalanta sembra ai titoli di coda; dopo lo screzio davanti all'intera squadra Gasperini avrebbe posto ai vertici l'aut-aut più estremo: «O io o lui». La stessa posizione di Arrigo Sacchi tanti anni fa nei confronti di Marco Van Basten. Allora Silvio Berlusconi scelse il fenomeno olandese, in questo caso non c'è partita: due ottavi di Champions e altre tre stagioni da urlo fra i top club del calcio italiano blindano il tecnico nei confronti del calciatore. Gasp fa guadagnare milioni al club (9,5 per il passaggio del turno) e valorizza i giocatori oltre ogni limite, Gomez ha 32 anni ed è al penultimo giro di giostra.Il malessere arriva dall'estate scorsa, quando il fantasista argentino rifiutò 8 milioni di euro per andare a giocare in Arabia Saudita nell'Al Nassr. E da quel momento ritenne di essere in credito con il club per il sacrificio economico in nome dell'attaccamento alla maglia. Così ogni rimprovero tattico, ogni sollecitazione atletica si sono trasformati in scudisciate. Trattato come Hans Hateboer e Robin Gosens nel vuoto pneumatico degli stadi che amplifica i cazziatoni? Troppo per il suo ego. Il fastidio si è moltiplicato negli ultimi tempi quando Gasperini, come un tormentone, ha protestato senza mai fare nomi contro le convocazioni in nazionale di giocatori «che attraversano il pianeta per disputare 8 minuti». Il Papu si è sentito chiamare in causa, lui che risponde volentieri alle convocazioni del ct Lionel Scaloni sapendo che a 32 anni non avrà molte altre occasioni di indossare la maglia albiceleste e di giocare con Leo Messi e altri campioni. A gennaio il suo destino potrebbe essere lontano da Bergamo, ma non più di 50 chilometri. Un vantaggio per la moglie che ha interessi di lavoro a Milano e per i tre figli piccoli che potrebbero continuare a frequentare le scuole a Bergamo. La chiamata del destino si chiama Milan. Ci sarebbero già stati abboccamenti e la formula del prestito sino a fine stagione con opzione sul rinnovo sarebbe ottimale per tutti. Il Papu farebbe anche a piedi il tragitto contrario rispetto a quello di Renzo Tramaglino pur di giocare con Zlatan Ibrahimovic, il Milan avrebbe un fantasista vero da regalare a Stefano Pioli per aumentare le chances di scudetto e per risolvere in automatico la grana del rinnovo di contratto (richiesta lunare, 7 milioni) di Hakan Calhanoglu. Gomez si accontenterebbe di 2,5, quelli che guadagna oggi. «Io ho festeggiato le 200 partite sulla panchina all'Atalanta, lui di queste ne avrà giocate 195», è il rimprovero più tiepido di Gasperini al suo capitano ammutinato. Non tornerà indietro e lo fa capire con chiarezza: «Non so come si supererà questa situazione, le scelte forti le fa la società ma bisogna sempre guardare avanti e non fermarsi, se no rischi di tornare indietro». Poi la stoccata letale: «Il Papu è il nostro giocatore più importante ma proporlo da tuttocampista certe volte è diventato complicato». Non è disciplinato come gli altri, non rientra più come gli altri, gli avversari conoscono i meccanismi, meglio un soldatino d'acciaio come Ruslan Malinovskyj (anche se ha solo il piede sinistro e non alza mai la testa). La vera soluzione a lungo termine è in casa, Aleksej Miranchuk ha doti tecniche pazzesche, ha già segnato all'Inter e ha solo 25 anni. L'Atalanta non si fa mai trovare impreparata. Mentre il Papu prepara i bagagli, Josip Ilicic viene riabilitato. Gasp gli ha teso la mano, potrebbe perfino diventare il nuovo capitano, tirato a lucido per il 2021 e il sogno Real Madrid. «Adess adoss», è il grido di battaglia di un popolo che non si arrende mai. Domani sera a Torino riparte la rumba, c'è «solo» la Juventus.