2024-07-30
La nomina mette a rischio il campo largo
L’ex candidato del centrosinistra Ferruccio Sansa: «Non è la politica per cui battiamo, su questa strana non ci saremo».Il diretto interessato si è detto «onorato» di assumere il nuovo ruolo e «fiducioso» di potere «raggiungere nuovi traguardi e costruire un futuro prospero». Ma se i vertici nazionali del partito, a partire dalla segretaria Elly Schlein hanno scelto la via del silenzio, per la dirigenza del Pd ligure la nomina dell’ex vicepresidente del Csm David Ermini (oggi dirigente nazionale del Pd) a presidente della Spininvest, la holding del Gruppo Spinelli, riconducibile ad Aldo Spinelli, imprenditore genovese della logistica portuale finito agli arresti domiciliari nell'inchiesta per corruzione contro l’ormai ex governatore della Liguria, Giovanni Toti è stata un imbarazzante fulmine a ciel sereno, che ha spaccato il partito e ha fatto emergere ancora una volta le tante contraddizioni dei dem rispetto alle vicende del porto di Genova. Lunedì sera Davide Natale segretario Pd Liguria e Simone D'Angelo segretario metropolitano Pd Genova hanno commentato così la notizia del nuovo incarico di Ermini: «Abbiamo appreso dai giornali con stupore e perplessità della nomina di David Ermini al vertice della holding del Gruppo Spinelli. Una scelta esclusivamente personale e professionale, che riteniamo inopportuna nel contesto in cui si colloca con un'indagine giudiziaria aperta su un sistema che abbiamo combattuto e che ha avuto riflessi negativi su Genova e sulla Liguria». Peccato che i due esponenti dem non abbiano espresso lo stesso «stupore» e la stessa «perplessità» di fronte al coinvolgimento nell’inchiesta di un altro imprenditore attivo nel porto di Genova, Mauro Vianello, indagato dalla Procura di Genova per la presunta corruzione dell’ex presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini. A maggio La Verità aveva raccontato il legame lavorativo tra Vianello e D’Angelo, che oltre a essere un dirigente locale dem, è anche il responsabile amministrativo e finanziario della Santa Barbara, società specializzata nella prevenzione di incendi in porto e di cui Vianello è azionista di maggioranza. Inoltre i famigliari di quest’ultimo si sarebbero iscritti al Pd in piena battaglia congressuale per dare un piccolo contributo all’elezione di D’Angelo a segretario provinciale. Va detto che D’Angelo non è l’unico esponente dem in rapporti lavorativi, come dipendente o consulente con le aziende di Vianello. Anche il responsabile Infrastrutture della segreteria nazionale, Alessandro Terrile, e l’ex responsabile Porti della segreteria provinciale, Davide Gaggero sono infatti legati professionalmente all’imprenditore indagato. Eppure all’epoca nessuno di loro aveva accettato di rispondere alle nostre domande sul quadro equivoco che emergeva dalle carte dell’inchiesta e sulle accuse che sul territorio arrivano dagli stessi militanti di sinistra. Neanche quando avevamo raccontato come negli atti fosse stato messo nero su bianco che Vianello, mentre era impegnato a cercare di chiudere alcuni affari con Autostrade per l’Italia spendeva il nome di D’Angelo, offrendo ai manager dell’azienda un incontro con lui in vista di un possibile miglioramento dei rapporti tra l’azienda e il Pd ligure, particolarmente critico con la società dopo il crollo del ponte Morandi e a causa del caos cantieri sulle strade. Inevitabilmente ieri polemiche sull’incarico di Ermini sono planate nell’aula del Consiglio regionale. Angelo Vaccarezza di Forza Italia ha mostrato un cartello con la scritta «Ermini uno di voi», mentre i consiglieri hanno alzato alcuni cartelli con ititoli dei giornali che citavano «l'imbarazzo del Pd». Ferruccio Sansa, avversario di Toti alle regionali del 2020 ha scritto un post durissimo sui social: «Quando l'ho letto ho rischiato l'ulcera. Parliamo proprio di Ermini ex vice presidente del Consiglio superiore della magistratura. Di Ermini che era stato commissario del Pd ligure. E chissà che proprio in quell'occasione non si sia fatto apprezzare dagli Spinelli. Ermini, ripeto, che fa oggi parte della direzione nazionale Pd. Sono fatti interni al Pd, dirà qualcuno. Ma nel momento in cui proviamo a formare una coalizione noi abbiamo il diritto e il dovere di dire una cosa: questa non è e non sarà mai la politica per cui vogliamo batterci. Su questa strada non ci saremo. Se il Pd vuole dimostrare di volere il cambiamento deve farlo subito». Parole che potrebbero pesare come un macigno sulle dimensioni del futuro campo largo che la sinistra si appresta a mettere in campo alle Regionali. Tanto che la consigliera della Lista Toti Lilli Mauro ha chiosato: «Il Pd ha regole scritte che sono tornate a galla. Anche Ferruccio Sansa ha commentato la questione di Ermini come presidente della holding Spinelli, non credo correrà con il Pd a questo punto».
(Totaleu)
Lo ha dichiarato l'europarlamentare della Lega Roberto Vannacci durante un'intervista al Parlamento europeo di Bruxelles.