2019-02-15
La moda per intellettuali di sinistra: prendersela con bambini e ragazzi
Dopo il successo delle Storie per ribelli, le librerie sono invase di testi grondanti ideologia e rivolti ai piccoli lettori. L'ultimo è quello di Michela Murgia, decisa a cancellare gli eroi maschi dalla scena. Fra le autoelette intellettuali di sinistra si è affermata con un prepotenza una nuova moda: prendersela con i bambini. È un segno dei tempi: poiché gli adulti cominciano a rivelarsi riottosi e difficili da indottrinare, meglio rivolgersi agli infanti. Le giovani menti sono più malleabili, dunque conviene cominciare subito a piantare i semini dell'ideologia, onde evitare che i piccoli sovranisti crescano. A lanciare la tendenza sono state Francesca Cavallo e Elena Favilli, le autrici di Storie delle buonanotte per bambine ribelli (Mondadori), di cui è recentemente uscito il secondo volume. Nel libro raccontano, in modo piuttosto sommario, le vite di «donne eccezionali». Ovviamente si tratta di un concentrato di stereotipi buonisti dei più triti, ma a quanto pare funziona, anche perché riassume perfettamente i valori storti della nostra epoca.Visto il successo del prodotto, subito sono fiorite le imitazioni. Elena Sforza ha pubblicato un volume analogo, rivolto però ai maschi e intitolato 100 racconti per bambini coraggiosi. Anche qui le baggianate si sprecano, ma vale la pena ricordare i passaggi in cui si parla di Che Guevara. «Da grande», scrive la Sforza, «diventò un guerrigliero pronto a lottare a fianco dei popoli più poveri e oppressi [...] Si unì al popolo di Cuba e lo aiutò a liberare l'isola dalla dittatura. Fu una rivoluzione e lui ne diventò il simbolo». Certo, prima di mettere a nanna il pargolo bisogna propinargli il sermone sul Che bravo e buono, o su qualche altro personaggio della stessa risma. In questo genere di testi, come prevedibile, non mancano mai le tirate sull'importanza dell'accoglienza. Igiaba Sciego, altra scrittrice barricadera particolarmente sensibile all'argomento, ha curato per Piemme il curioso volume (rivolto ai ragazzini) Anche Superman era un rifugiato. È composto dai racconti di vari autori che «hanno raccolto la sfida di Unhcr e hanno dato vita a dodici incredibili racconti che intrecciano le storie vere dei rifugiati di oggi con quelle dei rifugiati del passato. Vite parallele accomunate da un sogno, una passione, un talento e il coraggio di metterli al servizio degli altri». Niente male, eh? Così si può spiegare ai propri figli che chi rifiuta gli immigrati è un perfido razzista. Di testi simili se ne trovano parecchi nei reparti delle librerie dedicati ai lettori giovani e giovanissimi. Ci sono volumi sui migranti e i rifugiati, sui conflitti globali, sugli eroi dell'accoglienza a Lampedusa, sulle vite di illustri femministe e coraggiosi militanti. E poi, ancora, testi che insegnano ad apprezzare le coppie arcobaleno e persino l'utero in affitto (abbiamo parlato di recente, su queste pagine, del libro La bambina con due papà dell'inglese Mel Elliott). Insomma, di polpettoni ideologici ce ne sono per tutti i gusti. Perché una volta i comunisti mangiavano i bambini, ora preferiscono bollirli nella moralina. E figuratevi, poi, se in questa fiera delle banalità poteva mancare la scrittrice più rovente del momento, la donna che rivaleggia con Roberto Saviano in quanto a sicumera, disprezzando leghisti e populisti quasi più di lui. Stiamo parlando di Michela Murgia, la straordinaria creatrice del «fascistometro», una che al ristorante si lamenta con i camerieri perché trova i fascisti a mollo nel consommé. Quando uscì Storie della buonanotte per bambine ribelli, la Murgia ne parlò malino. Lo definì «un'occasione mancata». Era un testo troppo banale, disse (e su questo aveva ragione), e perfino troppo tollerante nei confronti delle opinioni differenti. In particolare, Michela non gradiva il fatto che nel volume si parlasse anche di Margaret Thatcher, presentata come «ammirevole, nonostante abbia fatto delle scelte che hanno messo in ginocchio il suo Paese». In sostanza, per la Murgia quel libro non era abbastanza di sinistra. Così ha pensato di rimediare, e infatti ha spedito nei negozi un bel tomo intitolato Noi siamo tempesta. Storie senza eroe che hanno cambiato il mondo (Salani). La grande novità sta, appunto, nella mancanza degli eroi. E la ragione è presto detta: «Nove volte su dieci l'eroe è maschio», scrive la Murgia, «non gli manca mai il nemico, il modello di risoluzione dominante è bellico e la gloria del vincitore si ottiene al prezzo dell'annichilimento dei vinti». Largo, dunque, alle storie «collettive», roba che nemmeno nei gorghi più profondi degli anni Settanta. L'autrice narra perfino la storia degli spartani alle Termopili, evitando accuratamente di glorificare Leonida, e precisando che «a Sparta nessuno è mai stato lasciato da solo davanti al pericolo», come se i 300 che fronteggiarono i persiani fossero un gruppo di auto aiuto e non ruvidi guerrieri.Il resto del volume contiene il solito repertorio: la celebrazione dell'orchestra multietnica di Piazza Vittorio a Roma; l'esaltazione degli atleti che alle Olimpiadi messicane del 1968 manifestarono il loro apprezzamento alle Pantere nere. Poi un po' di retorica antifascista, quindi un racconto sui geni della missione Mediterranea che salvano i migranti in mare. Ci sono anche cose stravaganti, tipo una ricostruzione della caduta del muro di Berlino in cui non si cita mai il comunismo. Però, poche pagine dopo, ecco una storia esaltante sulle donne sovietiche, da cui si apprende che «in Unione sovietica il femminismo fu molto precoce rispetto al resto del mondo». Già, anche la morte di un po' di gente nei gulag fu precoce, ma fa lo stesso. L'importante è che i piccini ascoltino delle belle storie prima di dormire, e che facciano i bravi, altrimenti arriva Matteo Salvini a portarseli via dentro a un sacco.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)