2023-09-26
La Meloni marcia su Berlino
Giorgia Meloni (Getty Images)
Durissima lettera a Olaf Scholz: «Finanziare le Ong favorisce le partenze e le tragedie. Se volete aiutare, investiamo i soldi in iniziative con i Paesi di transito. Che costerebbero meno di quelle fatte con la Turchia». Matteo Salvini: «Dai tedeschi un oltraggio, un atto ostile». Tensione alle stelle tra Roma e Berlino sull’emergenza-immigrazione. Il finanziamento da 790.000 euro da parte del governo tedesco alla Ong Sos Humanity, attiva sia nel Mediterraneo con una nave sia sul territorio italiano, scatena una crisi diplomatica tra Italia e Germania, con il premier Giorgia Meloni che scrive al cancelliere Olaf Scholz per protestare e il vicepremier Matteo Salvini che parla di «vergogna, oltraggio e atto ostile». Partiamo dalla lettera inviata dalla Meloni a Scholz: «Ho appreso con stupore», scrive il nostro premier, «che il tuo governo, in modo non coordinato con il governo italiano, avrebbe deciso di sostenere con fondi rilevanti organizzazioni non governative impegnate nell’accoglienza ai migranti irregolari sul territorio italiano e in salvataggi nel mare Mediterraneo. Entrambe le possibilità suscitano interrogativi. Innanzitutto, per quanto riguarda l’importante e oneroso capitolo dell’assistenza a terra», argomenta la Meloni, «è lecito domandarsi se essa non meriti di essere facilitata in particolare sul territorio tedesco piuttosto che in Italia. Inoltre, è ampiamente noto che la presenza in mare delle imbarcazioni delle Ong ha un effetto diretto di moltiplicazione delle partenze di imbarcazioni precarie che risulta non solo in ulteriore aggravio per l’Italia, ma allo stesso tempo incrementa il rischio di nuove tragedie in mare. Ritengo che gli sforzi, anche finanziari, delle nazioni Ue interessate a fornire un sostegno concreto all’Italia», avverte la Meloni, «dovrebbero piuttosto concentrarsi nel costruire soluzioni strutturali al fenomeno migratorio, ad esempio lavorando ad un’iniziativa Ue con i Paesi di transito della sponda Sud del Mediterraneo, che peraltro necessiterebbe di risorse inferiori rispetto a quella da tempo in essere con la Turchia». Il riferimento alla Turchia non è certo casuale: la Ue ha erogato a Ankara, dall’accordo del 2016, più di 6 miliardi di euro per trattenere sul proprio territorio gli immigrati provenienti in particolare dalla Siria e diretti per la maggior parte in Germania. La Meloni ripeterà le sue perplessità personalmente a Scholz, come anticipato nella lettera, in occasione del vertice Cpe e del Consiglio europeo di Granada il prossimo 5 e 6 ottobre: si prevedono scintille. Salvini ci mette il carico: «È una vergogna, un oltraggio e un atto ostile», tuona il vicepremier, «che Paesi stranieri finanzino associazioni private straniere per portare immigrati clandestini in Italia. È come se l’Italia finanziasse delle associazioni in Francia, in Germania, o chissà dove per agevolare delle irregolarità». Da Berlino in replica alle accuse dell’Italia arrivano frasi fumose: «Il governo federale», afferma il portavoce del ministero degli Esteri tedesco, Sebastian Fischer, «ha deciso di fornire sostegno finanziario sia per il salvataggio civile in mare sia per altre attività di assistenza. Questa decisione è stata presa qualche tempo fa e i partner italiani erano già stati informati». Fischer aggiunge che della questione potrebbero discutere i due ministri degli Esteri, Antonio Tajani (da ieri a Parigi per discutere anche di immigrazione) e Annalena Baerbock, in occasione dell’incontro in programma a Berlino giovedì prossimo. Sul blocco navale europeo proposto dall’Italia, la stessa Baerbock esprime le sue perplessità: «Per tutti gli Stati, e anche per la Repubblica federale di Germania», dice la Baerbock alla radio tedesca Deutschlandfunk, «il fondamento è la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, la base su cui facciamo tutte le leggi, e lì ci sono anche chiare regole sulla questione del riportare indietro imbarcazioni in alto mare. Si deve dare protezione a persone che sono in difficoltà in mare, non le si può semplicemente respingere». La chiave resta sempre la stessa: impedire, o comunque ridurre notevolmente, le partenze, con la collaborazione dei Paesi del nord dell’Africa. In quest’ottica, e in particolare nell’ambito del sostegno alla Tunisia, a quanto riporta una fonte diplomatica europea all’Ansa è allo studio anche l’istituzione di un’area Sar e un centro di coordinamento di soccorso marittimo di competenza tunisina. Le aree di «Search and rescue» (Sar), ricerca e soccorso, lo ricordiamo, sono quelle in cui si trovano a operare le imbarcazioni che prestano assistenza alle navi in difficoltà. Lo Stato, in caso di emergenza in mare nella propria area Sar, ha l’obbligo di intervenire. «Attualmente», dice la fonte europea, «la Tunisia non ha un’area Sar e li dobbiamo aiutare per averla fornendo gli asset necessari che ci chiederanno, ad esempio di imbarcazioni ricondizionate, pezzi di ricambio, carburanti, equipaggiamenti. E ovviamente la formazione necessaria». A sostegno di Roma arriva tuttavia Parigi. «Siamo solidali con l'Italia di fronte alla questione dell'immigrazione», una questione che «richiede una risposta europea, una soluzione che passa dalla cooperazione europea rafforzata», ha detto il ministro degli Esteri francese Catherine Colonna ricevendo a Parigi il collega italiano Antonio Tajani.«Il Patto sulla migrazione di Bruxelles è fallito», sentenzia da parte sua il premier ungherese, Viktor Orbán , «al confine meridionale dell’Ungheria, la violenza è in aumento poiché i migranti illegali sparano di notte con armi automatiche. Finora l’Ungheria ha impedito 128.000 attraversamenti illegali delle frontiere, con 168 attacchi gravi contro le pattuglie di frontiera».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.