
Dovrà affrontare l'accusa di concorso in bancarotta documentale: avrebbe alterato dei rimborsi per aiutare un imprenditore in affari con la famiglia. Adesso anche il marito rischia l'iscrizione sul registro degli indagati.Doppietta di mamma Renzi. Laura Bovoli ieri è stata rinviata a giudizio a Cuneo nell'ambito di un processo per bancarotta documentale, quello della ormai celebre Direkta srl di Mirko Provenzano, ex stretto collaboratore dei genitori dell'ex premier. Se il figlio Matteo invoca le aule per papà e mamma, i giudici sembrano volerlo accontentare. Il processo inizierà il prossimo 19 giugno. Ma non sarà la prima volta per la signora, che infatti il 4 marzo, insieme con il marito Tiziano, farà l'esordio da imputata in aula, questa volta con l'accusa di aver emesso false fatture. In Piemonte lei e il coniuge sono stati separati. Ma forse non definitivamente. L'arresto dei Renzi a Firenze e la pubblicazione di stralci dell'ordinanza potrebbero non aver incuriosito solo il procuratore di Genova Francesco Cozzi (città nella quale Tiziano Renzi è stato archiviato da un'accusa di bancarotta), il quale ha annunciato di voler chiedere la trasmissione degli atti a Firenze. Infatti anche il capo della Procura di Cuneo Onelio Dodero, a quanto ci risulta, starebbe vagliando l'ipotesi di chiedere la trasmissione delle carte toscane per poterle esaminare. In esse il gip Angela Fantechi e il procuratore aggiunto Luca Turco hanno contestato a entrambi i genitori l'amministrazione di fatto di società ufficialmente non loro. A Cuneo, invece, realisticamente, hanno portato a processo solo colei che aveva materialmente firmato le presunte carte false. Ma Tiziano con i magistrati di Genova, nell'interrogatorio dell'8 ottobre 2014, e con i finanzieri di Firenze, il 5 ottobre 2017, aveva rivendicato il suo ruolo decisionale, pur in assenza di incarichi ufficiali. Un tentativo di scagionare completamente la moglie che però non solo non ha salvato Laura Bovoli, ma che rischia di trasformarsi in un autogol. Infatti resta possibile l'apertura di un fascicolo a nome del marito nel caso intervenissero elementi nuovi che dimostrassero (come sembra assodato) i rapporti privilegiati tra Tiziano e Provenzano, l'uomo che dopo il tracollo della sua azienda venne spedito da Renzi senior a lavorare come quadro prima nella cooperativa Marmodiv di Firenze - riconducibile agli stessi coniugi - e poi in un'altra ditta del giro.In sostanza risulta difficile credere che le operazioni che Laura Bovoli concordò nel 2013 con Provenzano fossero sconosciute o non autorizzate da Tiziano. Ma torniamo all'udienza preliminare di ieri. Il giudice Emanuela Dufour, che si era già espressa in un altro passaggio del procedimento e che per questo aveva chiesto di astenersi, ha preso una decisione non scontata nei confronti della Bovoli, dell'imprenditore Paolo Buono e dell'ex commercialista di Provenzano, Franco Peretta. Alle 10.32 nella sua stanza sono entrati gli avvocati degli imputati, il procuratore Dodero e il pm Pier Attilio Stea. Dopo pochi minuti sono usciti tutti. Infatti l'avvocato Luca Gastini, difensore di Peretta, aveva chiesto un rinvio per decidere se scegliere un rito alternativo visto che nella stanza aveva appreso che il capo di imputazione per il suo assistito era cambiato. Sulla questione la Dufour ha ragionato un'ora e un quarto. Alla ripresa il giudice ha informato i legali di aver respinto l'istanza e di voler procedere. A questo punto il procuratore è uscito dalla stanza visibilmente soddisfatto. Intorno alle 13.30, dopo mezz'ora scarsa di camera di Consiglio, il gup ha deciso: tutti alla sbarra. I tre imputati sono accusati di aver fatto carte false. La vicenda è scaturita da una diatriba tra Provenzano e un suo fornitore, tal Giorgio Fossati (che si è costituito parte civile), con le cui coop avrebbe avuto un debito milionario. Provenzano, per non saldare il dovuto, avrebbe denunciato disservizi che non ci sarebbero mai stati, presentando come prove alcune lettere di contestazioni sulla qualità del servizio firmate da Bovoli e Buono che i magistrati hanno ritenuto concertate a tavolino, anche grazie al rinvenimento di alcune mail.Dopo uno scambio di messaggi la Eventi 6 avrebbe cambiato la causale di cinque note di credito che ufficialmente erano state emesse nel corso del 2012 «per il pagamento di interessi passivi sulla dilazione degli anticipi fatture emesse da Eventi 6 nei confronti dei committenti, per spese legali o per errate fatturazioni, chiamato dalle parti cosiddetto “rischio d'impresa"». Nel 2013 i pagamenti vennero riqualificati, grazie a documentazione d'accompagnamento ritenuta fasulla, come saldo per i presunti disservizi: 300.000 euro per Buono, 78.680 per la Bovoli.Riassumendo, la bancarotta viene contestata perché la mamma dell'ex premier si sarebbe prestata a truccare delle carte, modificando retroattivamente le causali di accrediti ricevuti nel 2012 dalla Direkta, per consentire a Provenzano di contestare il credito fatto valere da un suo fornitore. Alla fine dell'udienza gli avvocati hanno lasciato il Tribunale un po' scornati. Il difensore della Bovoli, Stefano Bagnera, in rappresentanza del collega Federico Bagattini, ha sottolineato con i giornalisti la brevità della camera di consiglio. Gastini (che a Firenze difende Mariano Massone, coindagato dei Renzi) ha cercato di prenderla con filosofia: «Vorrà dire che per ottenere l'assoluzione ci faremo ancora qualche viaggio a Cuneo».
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Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.
Il risparmio gestito non è più un lusso per pochi, ma una realtà accessibile a un numero crescente di investitori. In Europa si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione, con milioni di risparmiatori che scelgono di investire attraverso i Piani di accumulo del capitale (Pac). Questi piani permettono di mettere da parte piccole somme di denaro a intervalli regolari e il Pac si sta affermando come uno strumento essenziale per chiunque voglia crearsi una "pensione di scorta" in modo semplice e trasparente, con costi chiari e sotto controllo.
«Oggi il risparmio gestito è alla portata di tutti, e i numeri lo dimostrano: in Europa, gli investitori privati detengono circa 266 miliardi di euro in etf. E si prevede che entro la fine del 2028 questa cifra supererà i 650 miliardi di euro», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF. Questo dato conferma la fiducia crescente in strumenti come gli etf, che rappresentano l'ossatura perfetta per un PAC che ha visto in questi anni soprattutto dalla Germania il boom di questa formula. Si stima che quasi 11 milioni di piani di risparmio in Etf, con un volume di circa 17,6 miliardi di euro, siano già attivi, e si prevede che entro il 2028 si arriverà a 32 milioni di piani.
Uno degli aspetti più cruciali di un investimento a lungo termine è il costo. Spesso sottovalutato, può erodere gran parte dei rendimenti nel tempo. La scelta tra un fondo con costi elevati e un Etf a costi ridotti può fare la differenza tra il successo e il fallimento del proprio piano di accumulo.
«I nostri studi, e il buon senso, ci dicono che i costi contano. La maggior parte dei fondi comuni, infatti, fallisce nel battere il proprio indice di riferimento proprio a causa dei costi elevati. Siamo di fronte a una realtà dove oltre il 90% dei fondi tradizionali non riesce a superare i propri benchmark nel lungo periodo, a causa delle alte commissioni di gestione, che spesso superano il 2% annuo, oltre a costi di performance, ingresso e uscita», sottolinea Gaziano.
Gli Etf, al contrario, sono noti per la loro trasparenza e i costi di gestione (Ter) che spesso non superano lo 0,3% annuo. Per fare un esempio pratico che dimostra il potere dei costi, ipotizziamo di investire 200 euro al mese per 30 anni, con un rendimento annuo ipotizzato del 7%. Due gli scenari. Il primo (fondo con costi elevati): con un costo di gestione annuo del 2%, il capitale finale si aggirerebbe intorno ai 167.000 euro (al netto dei costi). Il secondo (etf a costi ridotti): Con una spesa dello 0,3%, il capitale finale supererebbe i 231.000 euro (al netto dei costi).
Una differenza di quasi 64.000 euro che dimostra in modo lampante come i costi incidano profondamente sul risultato finale del nostro Pac. «È fondamentale, quando si valuta un investimento, guardare non solo al rendimento potenziale, ma anche e soprattutto ai costi. È la variabile più facile da controllare», afferma Salvatore Gaziano.
Un altro vantaggio degli Etf è la loro naturale diversificazione. Un singolo etf può raggruppare centinaia o migliaia di titoli di diverse aziende, settori e Paesi, garantendo una ripartizione del rischio senza dover acquistare decine di strumenti diversi. Questo evita di concentrare il proprio capitale su settori «di moda» o troppo specifici, che possono essere molto volatili.
Per un Pac, che per sua natura è un investimento a lungo termine, è fondamentale investire in un paniere il più possibile ampio e diversificato, che non risenta dei cicli di mercato di un singolo settore o di un singolo Paese. Gli Etf globali, ad esempio, che replicano indici come l'Msci World, offrono proprio questa caratteristica, riducendo il rischio di entrare sul mercato "al momento sbagliato" e permettendo di beneficiare della crescita economica mondiale.
La crescente domanda di Pac in Etf ha spinto banche e broker a competere offrendo soluzioni sempre più convenienti. Oggi, è possibile costruire un piano di accumulo con commissioni di acquisto molto basse, o addirittura azzerate. Alcuni esempi? Directa: È stata pioniera in Italia offrendo un Pac automatico in Etf con zero costi di esecuzione su una vasta lista di strumenti convenzionati. È una soluzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo e agire in autonomia. Fineco: Con il servizio Piano Replay, permette di creare un Pac su Etf con la possibilità di ribilanciamento automatico. L'offerta è particolarmente vantaggiosa per gli under 30, che possono usufruire del servizio gratuitamente. Moneyfarm: Ha recentemente lanciato il suo Pac in Etf automatico, che si aggiunge al servizio di gestione patrimoniale. Con versamenti a partire da 10 euro e commissioni di acquisto azzerate, si posiziona come una valida alternativa per chi cerca semplicità e automazione.
Ma sono sempre più numerose le banche e le piattaforme (Trade Republic, Scalable, Revolut…) che offrono la possibilità di sottoscrivere dei Pac in etf o comunque tutte consentono di negoziare gli etf e naturalmente un aspetto importante prima di sottoscrivere un pac è valutare i costi sia dello strumento sottostante che quelli diretti e indiretti come spese fisse o di negoziazione.
La scelta della piattaforma dipende dalle esigenze di ciascuno, ma il punto fermo rimane l'importanza di investire in strumenti diversificati e con costi contenuti. Per un investimento di lungo periodo, è fondamentale scegliere un paniere che non sia troppo tematico o «alla moda» secondo SoldiExpert SCF ma che rifletta una diversificazione ampia a livello di settori e Paesi. Questo è il miglior antidoto contro la volatilità e le mode del momento.
«Come consulenti finanziari indipendenti ovvero soggetti iscritti all’Albo Ocf (obbligatorio per chi in Italia fornisce consigli di investimento)», spiega Gaziano, «forniamo un’ampia consulenza senza conflitti di interesse (siamo pagati solo a parcella e non riceviamo commissioni sui prodotti o strumenti consigliati) a piccoli e grandi investitore e supportiamo i clienti nella scelta del Pac migliore a partire dalla scelta dell’intermediario e poi degli strumenti migliori o valutiamo se già sono stati attivati dei Pac magari in fondi di investimento se superano la valutazione costi-benefici».
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