2018-06-28
La Lifeline a Malta è il primo passo per smantellare il trattato di Dublino
I migranti a bordo saranno spartiti tra otto Stati europei. Per la prima volta il Paese di sbarco non sarà costretto ad accogliere tutti. È una vittoria della linea dura italiana, che deve diventare un precedenteMatteo Salvini ieri esplodeva d’esultanza: «La nave fuorilegge Lifeline arriverà a Malta e lì verrà bloccata per accertamenti. Altro successo del governo italiano: dopo anni di parole, in un mese arrivano i fatti!». Chissà, forse un giorno - molto avanti nel futuro - riusciremo persino a sorridere ripensando ai pirati della Ong tedesca. Loromalgrado, ci hanno fatto un favore: la vicenda della Lifeline, nei fatti, è diventata una prima, ma potentissima, picconata inferta al trattato di Dublino. Mentre il premier Giuseppe Conte si appresta ad occupare una sedia rovente attorno al tavolo del vertice europeo che si occuperà anche di migranti, la realtà ha anticipato le trattative. Malta ha infine acconsentito a far approdare, nel pomeriggio di ieri, l’imbarcazione strabordante di immigrati. «La Lifeline può trasportare 50 persone e invece ne ha 234 più l’equipaggio. Sono irresponsabili, non soccorritori», ha detto il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, inquadrando perfettamente la situazione. Questi irresponsabili hanno funzionato come un grimaldello, costringendo l’Europa ha prendere coscienza - per la prima volta negli ultimi cinque anni - di quanto sta avvenendo nel Mediterraneo. Il premier Maltese, Joseph Muscat, ha annunciato che la Lifeline «sarà sequestrata per l’avvio di un’indagine: il capitano dell’imbarcazione ha ignorato le leggi internazionali, non si è trattato di uno scontro tra due Stati membri». Incredibile: l’Ue, finalmente, si è mossa, e questo è avvenuto proprio grazie a quei populisti di cui aveva tanta paura. Certo, si tratta di un caso molto particolare: gli attivisti della Lifeline hanno fatto di tutto per dimostrare di essere nel torto. Hanno imbarcato più persone del dovuto, mettendo a rischio delle vite. Hanno disobbedito agli ordini del centro di coordinamento marittimo di Roma. Hanno attaccato il governo italiano, poi hanno indispettito altri Stati europei. Insomma, si sono resi insopportabili a chiunque. Anche per questo, una volta tanto, l’intervento è stato condiviso. Malta ha aperto il porto. Un gruppo di otto Paesi membri dell’Ue si spartirà gli stranieri a bordo della nave. A parte la stessa Malta, gli immigrati saranno ripartiti tra Francia, Italia, Irlanda, Portogallo, Belgio, Olanda e Lussemburgo.Muscat, perfido, ha precisato che «altri Stati membri si sono rifiutati di accogliere i migranti». È il caso della celebratissima Spagna, che ne ha avuto abbastanza della nave Aquarius. Ma pure della Germania. Il ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer (definito dal comandante della Lifeline «il Salvini tedesco») si è detto favorevole all’accoglienza di una parte degli stranieri, ma ha posto parecchie condizioni. Tra cui quella di non vedere più la Lifeline nel Mediterraneo. Il bilancio della situazione è il seguente. Primo risultato: è venuta a galla l’ipocrisia dei vari Stati europei. La Francia che ama darci lezioni ha fatto mille capricci prima di dichiararsi disponibile a prendere una parte dei migranti (pretende di selezionarli direttamente a Malta, scegliendo quelli che più le aggradano). La Germania ha esibito un comportamento ancora peggiore. Non parliamo poi della Spagna, che pure si era vantata della sua umanità. Il secondo risultato di questa vicenda, in ogni caso, è positivo: si è fatto un clamoroso passo avanti. Intanto, i maltesi sono stati stanati. Hanno dovuto far attraccare una nave carica di immigrati, cosa mai accaduta prima. Poi, sono intervenuti gli altri Paesi dell’Ue. Ed è qui che il trattato di Dublino è stato, nei fatti, superato. L’accordo prevede infatti che a farsi carico degli stranieri sia il Paese in cui essi sbarcano. In questo caso, dunque, toccherebbe a Malta. Tuttavia, il carico umano della Lifeline sarà suddiviso fra otto Stati. I Paesi dell’Ue, fino a ieri, si sono impegnati a spartirsi i profughi, cioè le persone la cui richiesta di asilo era già stata approvata. In realtà, hanno avuto difficoltà anche su questo fronte, dato che molti Stati non hanno rispettato le quote di ricollocamenti previste. Ed ecco la novità: questa volta i nostri vicini si prenderanno anche i migranti economici. Fanno, cioè, quello che avrebbero dovuto fare a partire dal 2016. Se gli immigrati giunti in Italia dal Mare fossero stati suddivisi equamente in tutta Europa, il nostro Paese non avrebbe patito tutto ciò che ha dovuto patire in questi anni. I nostri precedenti governi, però, hanno sempre chinato la testa. Hanno fatto la voce grossa in patria e si sono inginocchiati ai vertici europei. Ora il vento è cambiato. La Lifeline sarà sequestrata, e speriamo che chi la manovra paghi per la sua imprudenza. Gli stranieri sono stati salvati e verranno divisi. Il tabù del «primo approdo» è stato violato. Ora viene il difficile. Il tedesco Seehofer ha detto che il caso della Lifeline «non deve diventare un precedente». Ma a noi interessa proprio questo: che la vicenda della nave diventi una pietra su cui edificare il futuro europeo. Da soli abbiamo fatto anche troppo, adesso tocca agli altri darci una mano. Dublino deve cadere una volta per tutte. E che sulle rovine sia sparso il sale.
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».