2021-11-14
La Lamorgese resterà al Viminale ma Draghi è pronto a commissariarla
Il premier ha bocciato il ministro in mondovisione sui migranti: è il segnale che gestirà lui il rapporto con l'Europa sulle quote.«Gli sbarchi continui sull'Italia rendono la situazione insostenibile. La Ue deve trovare una soluzione e noi dobbiamo investire di più sulla Libia per aiutare i libici a creare condizioni più umane». Draghi dixit. Venerdì a Parigi alla conferenza internazionale sulla Libia guidata dallo stesso Mario Draghi, da Emmanuel Macron e da Angela Merkel. È pur vero che secondo la Costituzione - all'art. 95 - «il presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del governo e ne è responsabile. Mantiene l'unità di indirizzo politico e amministrativo, promuovendo e coordinando l'attività dei ministri», ma venerdì, a Parigi Draghi, oltre a dettare la politica estera al posto di Di Maio, ha soprattutto dettato la linea da ministro dell'Interno; e certo si è rivolto all'Europa, criticandola, ma è evidente l'impressione che abbia parlato a nuora perché la suocera intenda e in questo caso la suocera si chiama Luciana Lamorgese e sembrerebbe sempre più pro che tempore. La sensazione è la seguente: il presidente Draghi sa di avere in mano la partita economica per la ripresa dell'Italia nonché la campagna vaccinale e quindi - data l'importanza dei due temi e la loro unione strettissima - sa anche che, nonostante certi suoi ministri - tipo appunto la Lamorgese -, anche su raccomandazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, deve quotidianamente ingerire notevoli dosi di antidoti alla produzione eccessiva di acidi gastrici che i suddetti gli provocano certamente. Insomma la partita economica è troppo importante per poter fare in questo momento rimpasti di governo e al rim-pasto preferisce - anzi deve - pasteggiare, appunto, a suon di Maalox e affini.Le dichiarazioni di Draghi a Parigi, se noi fossimo ministro dell'Interno, le avremmo prese come una sconfessione bella e buona del nostro operato. E questa volta non sono Salvini e la Meloni a farlo, ma Draghi in persona. E il fatto, in sé, ha un peso ben maggiore in quanto - come abbiamo detto sopra - è lui che «mantiene l'unità di indirizzo politico e amministrativo, promuovendo e coordinando l'attività dei ministri». Quello che ha detto a Parigi non rientra nel «promuovendo», ma nel «bocciando». Bello e buono, anzi, per la Lamorgese, brutto e cattivo.I numeri, del resto, sono implacabili. Da gennaio ad oggi sono approdati sulle coste italiane 57.833 migranti dei quali sono stati ricollocati in Europa, da aprile ad oggi, solo 97, un buon 0,16%. Niente. E meno male che il nostro ministro dell'Interno aveva annunciato trionfalmente, nel lontano settembre del 2009 a Malta, che l'accordo sottoscritto da cinque Paesi - che si sarebbe velocemente allargato ad altri - avrebbe finalmente tolto l'Italia dalla solitudine provocata da un'Europa che le aveva voltato totalmente le spalle. Germania e Francia, anche per motivi elettorali non ne hanno voluto neanche sentire parlare, altri come Portogallo, Irlanda e Lussemburgo (Paesi notevolmente più piccoli) si sono dimostrati più generosi. Si dirà che è colpa dell'Europa. D'accordo, ma qual è il ministro della Repubblica che doveva occuparsi di portare a casa il risultato? La Signora dottoressa Lamorgese. Fossimo stati in lei a Malta saremmo stati meno trionfali, avremmo annunciato l'accordo con meno enfasi di quella paragonabile alla illustrazione delle Tavole della Legge di Mosè agli israeliti. Infatti a quell'enfasi non è seguito nulla di rilevante né in termini di numeri né, tantomeno, in termini di adesione dei Paesi europei alle richieste legittime di aiuto e condivisione del problema da parte dell'Europa che ha fatto orecchi da mercante e continua a farli.Se Draghi è arrivato a dire qualcosa di così esplicito evidentemente considera la misura più che colma ma considera anche totalmente inadeguato il lavoro svolto dalla Lamorgese sia a livello nazionale che, soprattutto, internazionale. E non lo ha fatto perché a Parigi si era scordato il Maalox, ma perché si è reso conto che, in questo momento - e basta un po' di buonsenso che evidentemente non manca all'ex presidente della Bce - l'Italia non può rischiare di aggiungere al problema della ripresa economica e del contenimento del contagio pure il problema di sbarchi crescenti e incontrollati. Ottima la proposta di aiutare la Libia e gli altri Paesi africani dai quali provengono questi esseri umani, ma anche qui chi lo farà? L'Italia da sola? Difficile. L'Unione europea? Da tempo lo avrebbe dovuto fare evitando il processo di colonizzazione dell'Africa da parte della Cina.Dunque, che succederà? Probabilmente nulla perché o la Lamorgese fa le valigie da sola o nessuno - a partire da Draghi e Mattarella - la aiuterà e incoraggerà a farle. Si vedrà.