2025-05-17
La Lagarde non ne ha azzeccata una: premiata col World economic forum
L’economista francese sostituirà Klaus Schwab alla guida dell’istituzione di Davos. Un altro ruolo prestigioso. Eppure dalla Grecia alla transizione verde, fino alla crisi energetica, è sempre riuscita a sbagliarle tutte.Christine Lagarde, nonostante abbia fatto disastri ovunque sia stata, sta per essere promossa come direttore del World economic forum al posto di Klaus Schwab, che ha problemi con la giustizia essendo in corso un’indagine importante che lo riguarda. La signora «Laguardia» è la prescelta per quel posto. Ma perché proprio la signora francese, così chic e altrettanto choc, è sempre in prima fila? Perché uno generalmente va avanti o per merito, o perché non c’è nulla di meglio (metodo dello scarto), o perché qualcuno di potente lo sostiene (metodo della cricca). L’attuale presidente della Banca centrale europea è sempre stata membro della cricca di quelli che contano e che, generalmente, si riuniscono a Davos. Si potrebbe coniare l’antico motto latino do ut des con ut prendos.A Davos ci va chi conta e generalmente chi conta se ne fotte di chi non conta. In questo la Lagarde è da premio Nobel. Ricordiamo solo tre passaggi della sua carriera. Il primo. Ministro dell’Economia, dell’Industria e dell’Impiego nel governo Fillon II. È famosa la lettera che fu trovata in una perquisizione a casa sua inviata all’imprenditore Bernard Tapie: «Usatemi finché vi conviene…se mi usate ho bisogno di voi come guida e come sostegno: senza guida rischio di essere inefficace, senza sostegno rischio di avere poca credibilità». Ci mancava solo che si proponesse per fare le pulizie in casa a monsieur Bernard e poi la sottomissione sarebbe stata totale e la riduzione in schiavitù inevitabile. Poi è stata assolta. Ma che strano! Il 28 giugno del 2011 il Comitato esecutivo del Fondo monetario internazionale l’ha scelta come direttore generale. Vi ricordate la troika quando si occupò della Grecia? Da chi era costituita? Dalla Commissione europea, dalla Bce e dall’Fmi per l’appunto guidato dalla signora Lagarde. Delle tre istituzioni quella che aveva maggior peso era, ovviamente, quella sciaguratamente guidata da madame Christine. La signora è abituata, non capendo un granché di economia né tanto meno di finanza e di governo della moneta, come vedremo, ad applicare i protocolli. In parole semplici: non analizza la situazione e poi decide cosa fare piegando gli strumenti di intervento alla situazione e non la situazione a quello che c’è scritto nel suo manuale delle Giovani Marmotte. Poiché la Grecia attraversava una crisi debitoria enorme e l’economia era ormai nel baratro, la signora e gli altri due intelligentoni della troika pensarono bene di infliggere delle sanzioni alla Grecia costringendola a tagliare tutto il possibile della spesa pubblica, anche quella dei servizi essenziali, riducendo il reddito dei greci in modo drastico e aumentandone il debito. Questo fu il colpo di genio capitanato dalla signora Lagarde. Un piano folle, senza fondamento in nessuna teoria economica, senza uno straccio di documento che si occupasse degli effetti di questi provvedimenti, senza alcun calcolo econometrico che fornisse un piano realistico per una possibile uscita della Grecia dalla crisi. Una politica solamente punitiva, come a dire: «Vi siete infilati in un casino e se volete uscirne pagate pegno, poi, forse, arriveranno gli aiuti». Arrivò qualcosa ma il Paese era, da un punto di vista economico e finanziario, tecnicamente morto. La signora, nonostante questi precedenti, il 1° novembre del 2019 fu nominata presidente della Banca centrale europea, con un voto del Parlamento europeo, esattamente con 394 voti a favore, 206 contrari e 49 astensioni. Anche qui continuò a lottare contro la Grecia rifiutando la ristrutturazione del suo debito e, in più, allentò anche le norme sulla speculazione: cioè, per chi non avesse capito, dette una ulteriore botta a chi era in difficoltà e dette una mano ai truffatori che fanno speculazione nel campo dove proprio la Bce dovrebbe controllare. Ma tutto questo è nulla se paragonato alla sua gestione dei tassi di interesse e dell’inflazione negli ultimi anni, nonché alla sua azione a favore del Green Deal totalmente al di fuori del perimetro dei suoi poteri che sono esclusivamente legati al governo della moneta e al controllo dell’inflazione stessa. Tanto per gradire la signora Lagarde, mentre gli Usa e la Gran Bretagna, attraverso la Fed americana (Banca Centrale) e la Boe (Bank of England), annunciavano nel 2023 di tagliare parte delle attività mirate a spingere il piede sulla transizione ecologica e spingere invece sulla stabilità finanziaria, la politica monetaria e la tutela dei mercati, ebbene, la Lagarde andava verso la direzione opposta, sostenendo che l’inflazione avrebbe aiutato la transizione ecologica e gli dette corda anche il direttore generale di Bankitalia Luigi Federico Signorini che bocciò i sussidi per le famiglie e per le imprese (dopo la catastrofe del Covid) perché avrebbero pesato sul futuro dei giovani. In sostanza, usare il rialzo dei tassi per smontare la ricchezza posseduta e far transitare aziende e famiglie verso il green. Anche Jerome Powell, presidente della Fed (2023), intervenne dicendo che coloro che governano la moneta devono attenersi al proprio lavoro e non mettere in campo politiche dirette a produrre benefici sociali percepiti come quelli inerenti alla questione climatica: «Non siamo e non saremo dei policymaker del clima… ma della massima occupazione e della stabilità dei prezzi». La Lagarde, invece, sulla scia della follia europea, fece di tutto per accelerare la transizione ecologica sostenendo che una transizione lenta avrebbe portato al rischio del credito e alla probabilità di default. L’esatto contrario di quanto è accaduto. Ma il peggio doveva ancora venire quando arrivarono gli effetti della guerra russo-ucraina e l’inflazione salì a causa di un aumento dei costi derivanti, appunto, dal gas e dall’energia elettrica. La Lagarde arrivò fino intorno al 7% facendo lievitare il costo dei mutui e mandando allo sfacelo l’economia di milioni di famiglie; non capì, non volle capire, qualcuno le disse di non capire (vedi Germania e Francia che, anche a causa di quello, ora sono in braghe di tela) che, aumentando il costo del denaro, contribuiva ad aumentare i costi per le famiglie e per le imprese che avevano debiti con le banche e che sarebbero rimaste strozzate in questa tenaglia dei tassi di interesse. Ora, come premio, la manderanno al World economic forum, avrà meno poteri ma certamente riuscirà ad invernarsi qualche altro disastro. Così va il mondo, ahimè.
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.