
Jennifer Bilek denuncia i «progetti eugenetici» volti a soppiantare la fertilità femminile.Attenti, la cancellazione terminologica della «donna» è solo l’inizio. Ricchi imprenditori gay e trans hanno in mente ben altro: creare esseri umani ex novo, impossessandosi della fertilità femminile e soppiantandola grazie alle biotecnologie. È un campanello d’allarme drammatico, quello suonato da Jennifer Bilek, giornalista femminista di New York, lontana dalla destra, area cui non a caso rimprovera, opponendosi all’aborto, di voler sempre controllare sulla fertilità femminile. Il fatto è che all’orizzonte si sta delineando uno scenario ben peggiore. In un lungo articolo uscito sul sito Human Events, Bilek punta apertamente il dito contro quella che definisce «la patina queer “diversa e inclusiva”» della quale una élite maschile si sta servendo per imbastire «un progetto eugenetico che cancella le donne come fonte della vita». Per non passare per complottista, la Bilek fa nomi e cognomi di quanti - sia pure con ruoli differenti - sono al lavoro per tale inquietante programma. Viene così anzitutto citato Marc Benioff, ideatore di Salesforce.com e proprietario del settimanale Time che può vantare un patrimonio di 6,4 miliardi di dollari.Una ricchezza enorme che Benioff, il solo non gay o trans citato dalla giornalista, alimenta investendo «nelle cosiddette “cliniche di genere” che sterilizzano i bambini e nel mercato della fecondazione assistita». Un ruolo di peso l’ha poi Petra DeSutter, vicepremier transgender del Belgio che come prof di ginecologia all’università di Ghent, rileva Bilek, «ha tenuto discorsi sul futuro della riproduzione tecnologica, senza donne». La giornalista chiama poi in causa Matt Krisiloff, «altro omosessuale che sta investendo nella biotecnologia che spera gli dia il potere della creazione». In effetti Krisiloff sta già facendo parlare di sé se si considera che nel 2021, in un articolo pubblicato sulla Mit Technology Review, ha raccontato di essersi misurato con la «domanda: “Le coppie dello stesso sesso potranno mai avere figli insieme?”». Di qui l’avvio, da parte di Krisiloff, di un’azienda la cui finalità si può intuire già nel nome - Conception - e che precisamente consiste nell’ottenere ovociti umani da normali cellule del sangue; il che allargherebbe le opzioni riproduttive. Ma torniamo a Jennifer Bilek, che nel suo lungo articolo chiama in causa anche altri potenti filantropi gay, da Mark S. Bonham, che ha un centro per la sessualità queer in Canada, a Ric Weiland, numero due di Microsoft deceduto da anni ma considerato dalla giornalista come pioniere del progetto in atto. Un progetto che vede «ricchi uomini gay e transessuali a capo della finanza e del complesso tecno-medico» al lavoro, come si è detto, per «decostruire il dimorfismo sessuale» e poter un domani generare esseri umani. In che modo? Secondo Bilek, realizzando lo scenario tracciato da Martine Rothblatt, fondatrice della società di biotecnologia United Therapeutics, la quale già anni or sono nel libro Unzipped Genes. America In Transition (Temple University Press, 1997) ha parlato di xenotrapianto, cioè di trapianto o l’impianto in un essere umano di cellule vive, tessuti o organi di origine animale. Una tecnologia, scriveva anni or sono Rothblatt, con cui «i bambini hanno più di due genitori - intesi come fonti di materiale genetico - e uno o più di questi genitori potrebbero non essere nemmeno umani». «Quanti lottavano per i diritti degli omosessuali sin dalla rivoluzione sessuale, me compresa», nota Bilek, «non avevano idea del vaso di Pandora che stavano aprendo». Ora che il danno è fatto, non resta almeno che provare a denunciarlo.
Emanuele Orsini (Ansa)
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