2025-09-16
La fattura sospetta della cena che imbarazza Ricci e il suo staff
Il documento conferma che la società che organizzò un evento dell’esponente dem prima delle Europee ’24 ha ricevuto dalla fondazione Pescheria (controllata dal Comune) proprio la parte mancante del conto.I conti tornano. Perlomeno quelli svelati alla Verità da Marco Balducci, titolare della società pesarese di catering Giustogusto. Questa azienda, il 12 aprile 2024, ha preparato la «cena popolare» offerta dall’allora sindaco di Pesaro Matteo Ricci a circa 1.500 persone e Balducci e la collega che si occupa dell’amministrazione hanno confermato agli investigatori della Polizia di Stato e della Guardia di finanza quanto avevano già raccontato a noi. Ovvero i maneggi per far abbassare i costi dell’evento elettorale dell’attuale candidato dem alla presidenza delle Marche. Il preventivo iniziale era stato di circa 20.000 euro (13 euro a persona), ma poi era sceso a 16.000 euro, meno di 11 euro a testa («Un’offerta fatta per entrare “nelle grazie” del Comune, per farci conoscere» ammettono da Giustogusto).Il prezzo finale, però, non sarebbe stato pagato per intero dall’associazione di Ricci «Un gran bel po’». Infatti 5.000 euro, in base ad accordi sotterranei, dovevano essere saldati attraverso altri catering concessi dalla fondazione culturale Pescheria, controllata al 100 per cento dal Comune.Come abbiamo scritto ad agosto, il 7 maggio 2024 Giustogusto avrebbe ricevuto una domanda di iscrizione all’albo fornitori retrodatata al 10 aprile (due giorni prima della cena). le carteAdesso la consigliera comunale Giulia Marchionni, eletta con la lista civica di centro-destra «Pesaro svolta», ha scovato la fattura di pagamento con bonifico contestuale del 26 luglio 2024 da 5.357 euro (esattamente la parte mancante del conto della cena del 12 aprile), effettuata dalla Pescheria per il buffet realizzato in occasione della conferenza stampa a Villa Imperiale con la performer Marina Abramović. In poche parole ha trovato la conferma a quanto denunciato da Balducci & c.. Il 17 giugno, il giorno prima dell’evento, il direttore generale della fondazione Silvano Straccini firma il documento numero 139 che ha come oggetto l’affidamento alla Giustogusto «del buffet speciale […] quale evento d’onore di una delle azioni di Pesaro 2024 (Capitale della Cultura, ndr)». Il banchetto è stato offerto per presentare ai media lo spettacolo The Life dell’ Abramović e, si legge nel documento, sarebbe stato effettuato «in presenza di 100-120 ospiti». Un numero chiuso di invitati (tutti accreditati via mail) che ci consente di calcolare con una certa precisione il costo a persona del buffet in piedi: circa 50 euro, cinque volte di più della cena impiattata di aprile che prevedeva come portate principali lasagnetta con salsiccia e punta di vitello in salsa con erbette saltate. Il preventivoInizialmente la Giustogusto aveva inviato alla Pescheria un preventivo con un’offerta gourmet, ma poi il menù era stato semplificato. «Il preventivo era di 55 euro a persona, anche se poi mi sa che abbiamo fatto 50» ci conferma Balducci. A onor del vero, nel preventivo ufficiale della Giustogusto allegato al documento firmato da Straccini (quello con l’indicazione dei 100 invitati), si fa riferimento a 200 persone da sfamare (in questo caso il prezzo pro capite si dimezzerebbe).La proposta comprendeva un servizio con 3 camerieri e altri 3 ai tavoli del buffet, un’isola dedicata a pani e prodotti da forno del territorio, stoviglie e tovaglie, passatelli al formaggio dop, pizza Rossini, dolce (una frolla alla frutta), «prelibatezze del territorio marchigiano», vini e spumanti. In realtà questi ultimi sono stati offerti da Food brand Marche che ha fornito anche salumi e formaggi, come il ciauscolo tagliato al coltello e la mozzarella di bufala. La Food brand Marche è l’associazione dell’agroalimentare marchigiano che aveva una partnership da 150.000 euro con la fondazione Pescheria per Pesaro Capitale italiana della cultura.I giornalisti alla fine hanno potuto degustare anche una proposta di fritti marchigiani (in particolare le celebri olive ascolane), arrosto di tacchino, polpo e patate, insalata di mare, sformatini vegani, verdure grigliate. Tutti piatti che la Giustogusto propone normalmente ai suoi clienti e non certo a 50 euro a cranio, anche se i passatelli sarebbero stati conditi con «casciotta e tartufo nero estivo».Nuovi elementi Balducci, come detto, ha confermato agli inquirenti che questo catering sarebbe stato una sorta di pagamento parziale della cena del 12 aprile. Ma ieri ha aggiunto che alla presentazione del conto dalla Pescheria avrebbero protestato per il costo eccessivo: «Dopo hanno obiettato sul prezzo e io gli ho dovuto fare tutta una schermata con quello che avevano dato loro (attraverso la Food brand Marche, ndr) e quello che avevo messo io». La Marchionni, avvocato e candidata alle Regionali nella lista di centro-destra I Marchigiani per Acquaroli, commenta: «L’inizio di tutti i mali nella gestione delle risorse da parte di fondazione Pescheria risale al lontano marzo 2021, quando Ricci e l’assessore alla Bellezza Daniele Vimini decisero di modificare lo statuto della Fondazione. Da quel momento è diventata una sorta di “partecipata in house della cultura” con un ruolo simile a quello dell’assessorato, senza, però, alcun controllo da parte del Consiglio comunale» è la denuncia. «E a nulla valse all’epoca il nostro tentativo di chiedere la nomina di due dei componenti del cda della fondazione da parte del Consiglio comunale così da garantire trasparenza nella gestione delle risorse. Il nostro emendamento venne bocciato dalla cordata Pd-5s-Avs con un “niet” netto e totale». I dubbiUn catenaccio che ha insospettito la Marchionni: «Che cosa avrebbero dovuto temere se l’unico obiettivo era fare il bene della città di Pesaro nell’anno della Capitale italiana della cultura? A chi avrebbe nuociuto la presenza di membri nominati dal Consiglio comunale nel cda della fondazione?». La consigliera rimarca che la Pescheria ha gestito, nell’anno da Capitale italiana della cultura, oltre 7 milioni di euro di entrate, tra finanziamenti di enti pubblici, sponsor privati e proventi della biglietteria. «Leggendo il bilancio si evince che le spese sono state di pari importo e che 350.000 euro sono stati impiegati per portare in città Marina Abramović, altrettanti per lo spettacolo delle Lucciole di Spark (un’installazione, ndr) al parco Miralfiore, 40.000 euro sono andati ad Opera maestra (l’associazione non profit al centro dell’inchiesta per corruzione, ndr)». La consigliera conclude il suo intervento con la domanda delle domande: «Di preciso che cosa c’entra la fondazione Pescheria con la cena elettorale di Matteo Ricci?».Le indagini sulla cena del 12 aprile e sul presunto conguaglio con i catering della Pescheria proseguono e presto, a quanto risulta alla Verità, potrebbero portare a contestazioni precise. Non è ancora chiaro se prima o dopo le elezioni di fine settembre in cui Ricci corre per diventare governatore della Regione.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.