Il leader dei Verdi urlava all’allarme siccità, ma i dati lo sbugiardano: al Nord, lo scorso bimestre è stato tra i più bagnati degli ultimi secoli. Eppure, i fanatici green sono già pronti a usare gli acquazzoni in Lombardia per chiedere misure estreme contro le emissioni.Oltre che per il passo falso delle candidature di Aboubakar Soumahoro e di Ilaria Salis, Angelo Bonelli passerà alla storia della politica italiana per le pietre in Parlamento. Sempre alla ricerca di un colpo a effetto per farsi notare, a marzo dello scorso anno il leader dei Verdi si presentò alla Camera con i sassi dell’Adige, testimonianza – a suo dire – del drammatico problema della siccità. Giorgia Meloni, vedendolo con in mano i ciottoli raccolti nel letto del fiume lo prese in giro dicendo che, non essendo Mosè, non aveva ancora la capacità di prosciugare l’Adige in soli cinque mesi di governo. Lui, piccato, se la prese, definendo la risata del presidente del Consiglio una mancanza di stile. In realtà, a mancare, più che lo stile o il senso dell’umorismo, era il buon senso dell’onorevole verde. O meglio: il senso della misura. Guidato da un ecologismo dominato da un furore ideologico, al deputato è mancato il rigore scientifico. Infatti, invece di mettere in scena la genialata delle pietre, Bonelli avrebbe potuto dare un’occhiata alla serie storica della piovosità e così avrebbe risparmiato il ridicolo che lo colpì allora e che oggi lo insegue. Lo scorso anno, quello in cui lui denunciò il «drammatico problema della siccità», è stato in Italia l’anno più piovoso dal 1950. Ma purtroppo per lui, il peggio è arrivato con il 2024. Lo si vede ogni giorno da settimane. Al Nord, quello che secondo lui rischiava la desertificazione, il bimestre fra febbraio e marzo è stato uno dei più bagnati degli ultimi secoli. Non lo dico io, ma i dati degli osservatori sulle precipitazioni. Dalla Liguria al Friuli, passando per la fascia prealpina, si sono registrati tra gli 800 e i 1.000 mm di pioggia mista a neve, ovvero circa il triplo o il quadruplo della media degli anni passati. All’osservatorio di Oropa in due mesi la pioggia ha battuto tutti i record dal 1920 a oggi. A Milano, la piovosità è risultata tre volte e mezzo superiore rispetto alla media del periodo degli ultimi quarant’anni. A Torino siamo a tre volte e sette, con precipitazioni che si collocano appena dietro i record registrati nei primi anni Settanta. Del resto, per capire che l’Italia non sta morendo di sete è sufficiente dare uno sguardo alle misurazioni idrometriche dei principali laghi. Bacini come Garda, Como e Lago Maggiore sono tutti al loro livello massimo, così come pure è sopra la media la portata delle centrali idroelettriche. Cioè, non siamo in secca. Anzi. La natura, tirata per la giacchetta, per questioni ideologiche e di partito, ha insomma provveduto a smentire i catastrofisti dell’ambiente, i quali sono sempre pronti a usare qualsiasi evento per caricarlo di significati politici.Ovviamente, questo non basterà a mettere tranquilli i profeti del disastro alla Bonelli. I quali sono certo che di fronte a eventi come quello registrato ieri a Milano e in Lombardia, con abbondanti piogge ed esondazioni del fiume Lambro, punteranno a sostenere che questa è la dimostrazione della bizzarria del clima e la prova provata che il surriscaldamento globale genera episodi estremi. Peraltro, questa è la stessa argomentazione usata lo scorso anno dopo l’alluvione in Emilia Romagna. Invece di riflettere sulle cause vere, cioè la mancata manutenzione dei letti dei fiumi e la pervicace opposizione dei vari comitati ambientalisti contro le vasche di contenimento delle acque, gli ecologisti duri e puri utilizzarono lo straripamento per sostenere che solo riducendo le emissioni inquinanti si sarebbero evitati altri episodi del genere. Come se l’inondazione di Firenze del 1966 non fosse avvenuta a prescindere dai cambiamenti climatici.Purtroppo, ciò che accade in questi giorni è soltanto la dimostrazione del surriscaldamento di qualche cervello e del fanatismo di una certa parte politica, che sconfitta dalla storia ha riverniciato l’insegna, colorando di verde ciò che prima era rosso, ma sempre con la stessa tracotanza, sempre con la stessa arrogante sicurezza di essere dalla parte giusta. Come per l’esondazione dei fiumi a Milano, gli altri disastri del territorio sono la logica conseguenza dei ritardi di alcune forze politiche, che invece di costruire argini contro le alluvioni, portano pietre in Parlamento pensando di riuscire con quei sassi a costruire la propria carriera politica. E invece celebrano solo il loro fallimento.
2025-10-19
Tutti i conti dei tagli Irpef fino a 200.000 euro di reddito. Sorridono 12 milioni di italiani
Il risparmio è di 140 euro per chi ne guadagna 35.000 e di 240 se ne dichiari 40.000. Beneficio di 440 euro a partire da 50.000 fino alla soglia di sterilizzazione.
Crollano le forniture di rame, mercato in deficit. Trump annuncia: l’India non comprerà più petrolio russo. Bruxelles mette i dazi sull’acciaio, Bruegel frena. Cina e India litigano per l’acqua del Tibet.
Elly Schlein (Imagoeconomica)
Il leader del Pd collega l’attentato al cronista di «Report» al governo: «Con l’estrema destra a rischio libertà e democrazia». Ma le vere minacce ai giornalisti arrivano da malavita e terrorismo, non certo dalla politica.