2020-01-25
La Difesa tricolore scavalca la Francia ma Parigi investe contro Poste italiane
Dopo Leonardo, anche Fincantieri rafforza i legami con Doha. Da Oltralpe la solita offensiva: Geopost prende Bartolini.Un Memorandum per la progettazione, la costruzione e la gestione della base navale, la gestione dell'intera flotta navale, l'implementazione di nuove tecnologie (come il Digital radar e la Cyber security) e la fornitura di nuove unità navali e sottomarini è stato firmato a Doha tra Fincantieri e il locale ministero della Difesa del Qatar, attraverso Barzan holdings. Il Memorandum - si legge in una nota - rafforza la partnership strategica e potrebbe portare alla futura acquisizione di nuove unità già nel 2020. L'intesa implementa la relazione tra Fincantieri e le forze armate del Qatar. Nel giugno 2016 fu firmato un contratto con il ministero della Difesa qatariota del valore di 4 miliardi di euro che prevede la fornitura di numerose navi. Il Memorandum si inserisce nella strategia di sviluppo di Fincantieri in Medio Oriente. Questa la cronaca asciutta della giornata di ieri. Non è però una coincidenza che il colpo di Fincantieri arrivi a pochi giorni di distanza dalla visita del nostro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, appunto a Doha. Il Paese del Golfo sta diventando per l'Italia un mercato primario. Negli ultimi cinque anni il sistema dell'industria della Difesa tricolore è riuscito nel piccolo, ma ricco emirato a scavalcare i francesi e anche gli americani. Sicuramente gli interessi economici ci spingeranno a mantenere posizioni di equidistanza in scenari come quello libico e iraniano, rispetto a Doha. Dall'altra parte, però, i flussi di capitali e la possibilità di concludere mega appalti permetterà di consolidare la nostra industria anche a livello europeo. È vero che Fincantieri si sta legando in una joint venture militare con Naval group, ma in Qatar ha dimostrato di essere più veloce e dinamica dei cugini d'Oltralpe. Ancora meglio hanno fatto i vertici di Leonardo che a marzo del 2018 hanno portato a casa una commessa da circa 3 miliardi di euro per 28 elicotteri, i celebri Nh 90. Il ruolo di prime contractor nella commessa è stato conteso dai partner - ma anche rivali - francesi, fino al dicembre precedente. «Poi l'azione più incisiva di Alessandro Profumo e della sua squadra ha spostato l'equilibrio a favore del gruppo italiano», scriveva all'epoca il Sole 24 Ore. A ragione. Recentemente il Fatto Quotidiano ha scritto un interessante pezzo raccontando alcuni retroscena: ovvero che Leonardo avrebbe dato in omaggio al Qatar altri 19 elicotteri. Nel testo si evince che il valore dell'omaggio superava di poco i 100 milioni. Se l'intento dell'articolo era colpire Profumo, l'effetto è stato opposto. Tanto di cappello. Se Leonardo, aggiungendo alla maxi commessa degli elicotteri obsoleti per cifre ridicole, è riuscita a superare i francesi, possiamo dire che siamo di fronte a un colpo da maestro. La concorrenza di Parigi non va mai sottovalutata. Come ci insegnano le notizie di cronaca di ieri. Come ha riportato Mf, la transalpina Geopost, secondo operatore europeo, rileva il controllo del corriere Bartolini. A uscire definitivamente di scena dalla società italiana è la famiglia, che ha ceduto il passo all'operatore d'Oltralpe, ora azionista all'85%. Il deal si aggira su una valutazione di 1,2-1,4 miliardi. Nel 2016 La Poste con la filiale Geopost aveva preso una quota di minoranza in quello che era il numero uno delle spedizioni e già in molti all'epoca scommettevano su una possibile scalata. Ora che le previsioni si sono realizzate, il timore è che i francesi vogliano sbarcare in forze per fare concorrenza alle nostre Poste. Legittimo, perché siamo all'interno dell'Unione europea. Peccato che i tentativi a direzione inversa trovino sempre fuoco di sbarramento. Basti pensare che la partita tra Fincantieri e Stx, la società in via di acquisizione da parte del colosso italiano, non è ancora chiusa. L'antitrust europeo, con la benedizione di Emmanuel Macron, si è messo in mezzo.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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