2020-09-29
La difesa della vita da eutanasia e aborto è imprescindibile per ogni cristiano
La dottrina non si presta a equivoci: i credenti devono prendere le distanze da una cultura di morte che sostituisce l'uomo a Dio.Basta alibi, basta sofismi truffaldini, basta giochetti di parole, basta inchini al politicamente corretto: eutanasia, suicidio assistito, sedazione terminale con intenzione eutanasica sono atti «intrinsecamente malvagi in qualsiasi occasione o circostanza, e costituiscono una grave violazione alla legge di Dio». Ne consegue che «qualsiasi cooperazione formale o materiale immediata ad un tale atto è un peccato grave contro la vita umana». Così l'ultimo documento vaticano Samaritanus bonus della Congregazione per la Fede, che porta la firma di assenso di papa Francesco e sul quale è calato puntuale il silenzio dell'informazione.Negli ultimi mesi ci è toccato sentire di tutto: discettazioni sulla «qualità» della vita, sulle vite indegne di essere vissute, sulle vite che sono degne solo di essere interrotte, sulla morte pietosa e dignitosa fino a formulare il più assurdo e allucinante dei diritti, il diritto di morire e di farsi «suicidare»! Sono anni che ripetiamo che il maggiore deficit del nostro Paese non è quello economico o il Pil, ma il deficit di buon senso. Il solo e semplice strumento del buon senso rende immediatamente chiaro quanta demagogia, ipocrisia e falsità ci siano in simili affermazioni, che vanno a braccetto - purtroppo - con altre sciocchezze, quali la pluralità e la fluidità dei generi che si vorrebbe solennemente affermare con il pdl Zan o la promozione dell'aborto «facile» della circolare Speranza. Questa Lettera ha il grande pregio della chiarezza, spazzando via quelle cento tonalità di grigio che sono funzionali solo a creare confusione e indicando senza equivoci la luce della verità. In effetti, leggendo il testo si ha chiara la percezione che di «nuovo» in ordine al magistero della Chiesa non c'è proprio nulla. Partendo dal Concilio Vaticano II (Costituzione Gaudium et Spes), passando per la dichiarazione Iura et Bona del 1980 e la Enciclica Evangelium Vitae (1995) di Giovanni Paolo II si giunge alla solenne riaffermazione odierna dei fondamenti teologici, antropologici e pastorali che rendono la vita «sacra» e indisponibile a chiunque. Neppure allo Stato. Semplificando, si potrebbe dire che si tratta di un perfetto lavoro di sintesi - una sorta di «summa» - di principi che hanno valore eterno, che superano ogni pretesa di modernità, perché vanno al cuore stesso della dignità della vita umana. Aborto ed eutanasia sono le due facce di una stessa medaglia: l'uomo che si autoproclama padrone assoluto della vita e decide chi deve vivere e chi deve morire, perché la vita gli appartiene, è sua proprietà, e alla stregua di un vestito tagliato male o consumato dal tempo è solo «scarto» da eliminare. Le parole di questa Lettera sono ovviamente indirizzate tutti gli uomini di buona volontà, ma si intuiscono almeno due categorie di destinatari privilegiati: gli operatori sanitari cristiani e i politici cristiani. Sono scritte parole pesanti come macigni, almeno per chi ha ancora una coscienza non corrotta, che si sforza di cercare il Bene con onestà e sincerità: «Dinanzi a leggi che legittimano l'eutanasia o il suicidio assistito si deve sempre negare qualsiasi collaborazione formale o materiale immediata. Questa collaborazione non può mai essere giustificata, è una responsabilità morale a cui nessuno può mai sottrarsi e sulla quale ciascuno sarà giudicato da Dio stesso». Risulta fortissimo il riferimento alle parole di Evangelium Vitae: «Nessuna circostanza, nessuna finalità, nessuna legge del mondo potrà mai rendere lecito un atto che è intrinsecamente illecito, perché contrario alla legge di Dio scritta nel cuore dell'uomo, riconoscibile dalla ragione stessa» (Ev. 62). Come non inorridire di fronte a norme che favoriscono l'uccisione dei bimbi nel grembo, mentre non si fa nulla - proprio nulla -perché possa nascere un bimbo in più in questo «gelo polare» del suicidio demografico? Come non inorridire quando si fanno proclami entusiastici - vedi Danimarca - perché sono nati solo 18 bimbi Down, dato che gli altri sono stati «intercettati» ed eliminati prima della nascita. Con la promessa di un maggiore impegno per l'anno prossimo, per raggiungere il traguardo del paese «down free»? Dunque, grazie al Santo Padre per averci dato questa lettera che costringe a schierarsi, soprattutto noi, sedicenti cattolici. Medici, operatori sanitari, politici, partiti, sindacati, associazioni che promuovono eutanasia, suicidio assistito et similia abbiano almeno l'onestà di non dichiararsi cristiani cattolici, gettando con il loro operato un'ombra sulla bellezza dell'annuncio cristiano che difende la sacralità della vita. E noi, cittadini della Repubblica italiana, impediamo questo dilagare del male con quella piccola, importante arma che abbiamo fra le mani: niente voto, niente consenso a uomini e partiti che sventolano la bandiera della cultura della morte.
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Charlie Kirk (Getty Images)