2019-10-31
Salute, contanti, fumo. Questi tassano tutto
Sono certo che ai pensionati italiani farà piacere sapere che il prossimo anno riceveranno dal governo sei euro lordi in più all'anno e per contro ne pagheranno 100 netti in più per aver comprato alimenti o detersivi venduti in contenitori di plastica. Altrettanta gioia immagino la manifesteranno quegli italiani che beneficeranno del cuneo fiscale: avendo un reddito compreso fra gli 8 e i 24.000 euro lordi l'anno, saranno premiati da Giuseppe Conte e compagni con ben 15 euro al mese.Peccato che questi stessi «beneficiati» non soltanto dovranno spendere 100 euro l'anno per la plastic tax, ovvero l'imposta che con la scusa di far bene all'ambiente fa del male al portafogli, ma nel caso fumassero dovranno pure pagare nuove tasse sulle sigarette e perfino sulle carte per farsi una «paglietta». Cioè, lo Stato ha intenzione di stangare anche chi compra le carte per farsi una boccata di fumo. Come è noto a chiunque, ma forse non a quelli che vivono a Palazzo Chigi, le cartine, come le chiamano, sono usate da chi intenda risparmiare sul pacchetto di bionde, dunque non proprio dei Paperoni. Oppure sono comprate da chi si fa le «canne», per avvolgere insieme al tabacco anche un po' di «fumo». Dunque, lo Stato etico, quello dei compagni di merenda di nome Conte, Zingaretti, Di Maio e Renzi, tassa anche le canne. Non siamo ancora all'imposta vera e proprio sulla droga, ma poco ci manca. Altro che raschiare il barile: con il prelievo fiscale pure sulle canne, il governo dimostra di essere alla canna del gas.Ma nella manovra del 2020 non ci sono solo queste sorprese. Scorrendo il documento messo a punto dal ministero dell'Economia si scoprono una serie di chicche che lasciano anche il più scafato dei cronisti a bocca aperta. Tanto per cominciare, all'appello per far quadrare i conti mancano ancora parecchi soldi. A noi della Verità risulta che non abbiano ancora copertura quasi mezzo miliardo di spese per le missioni militari. O meglio, i soldi non ci sono per circa metà della manovra, perché gli interventi sono finanziati con il debito, che quando la sinistra è al governo si chiama flessibilità, quando invece a Palazzo Chigi c'è una coalizione moderata viene bollato come «un'ipoteca sulle future generazioni». Ma oltre a esserci il debito c'è anche il buco, perché nessuno ha ancora indicato neppure le coperture per mezzo miliardo.Ma a parte ciò, che certamente suona assai strano, c'è un'altra curiosità che ha attirato la nostra attenzione, e si tratta del confronto fra i soldi messi a copertura dell'intervento sul cuneo fiscale e quelli puntati per agevolare le spese con le carte di credito in luogo dei contanti. In pratica, ci sono più disponibilità finanziarie per sostenere il pagamento elettronico che per sostenere le buste paga dei lavoratori. Con un paradossale effetto, e cioè che se ai dipendenti a reddito basso saranno distribuite briciole (i famosi 15 euro che poi il Fisco si riprende con la plastic tax), a chi spenderà molto, cioè ai benestanti che usano la carta di credito, sarà restituita una parte dell'Iva che hanno pagato. Dunque, se il governo non si rimangerà la parola (come di questi tempi peraltro è abituato a fare), a gennaio del 2021, in coincidenza con la Befana, il contribuente agiato potrebbe incassare un bonus di qualche centinaio di euro, mentre il dipendente che ha lavorato sodo per vedersi riconosciuti 15 euro al mese si augurerà che nella calza non ci sia il carbone. Nel tentativo di creare cittadini di serie A e di serie B, il governo ha poi introdotto un trattamento speciale a seconda delle tipologie di pagamento. Se cioè si paga in contanti, il versamento non può essere inserito nella dichiarazione fiscale per ottenere la detrazione prevista dal fisco. Se non altro, questa discriminazione non sarà applicata alle spese sanitarie (come era inizialmente invece previsto). Ma non è finita: anche sugli sconti per chi paga con la plastica ci sarà differenza. Se si compra dal fruttivendolo con il Bancomat, ci sarà la possibilità di ottenere uno sconto fiscale a fine anno, mentre se l'acquisto è fatto online, cioè nella maniera più tracciabile possibile, al bonus Befana non si avrà diritto. Vi state chiedendo perché? Nessuno sa spiegarlo, così come non c'è persona che sia in grado di giustificare le incongruenze che vi abbiamo appena elencato. Giuseppe Conte, come un disco spezzato, continua a ripetere che il suo governo le tasse le ha abbassate. A noi invece pare che con questa manovra si sia abbassato solo il livello di decenza.