2019-12-21
Qualcuno fermi la strage delle scuole paritarie
Milano perde altri due storici istituti cattolici. Sono pubblici ma per salvarli lo Stato dovrebbe rinunciare al suo monopolio.L'Italia si sta dimostrando un Paese incapace di custodire, riconoscere e incentivare le proprie ricchezze culturali, artistiche, umane e anche spirituali, con la conseguenza di perdere identità e radici, diventare terra di facile conquista da parte di un «nuovo umanesimo» senza anima che punta a cancellare ogni valore che non sia il denaro e il relativismo assoluto. Un altro triste capitolo di questa brutta storia è stato scritto in questi giorni: a Milano, città ad alta qualità di vita, culturale e sociale, due eccellenti e storiche scuole paritarie - Istituto Vittoria Colonna, in centro, e Scuola Pastor Angelicus, in periferia - sono state costrette a chiudere i battenti, nella pressoché totale indifferenza dell'amministrazione, non curante dei legittimi desideri delle famiglie che colà volevano educare i propri figli. Dopo 123 anni di lavoro educativo e culturale di altissimo livello, l'Istituto Colonna è stato messo in condizione di non poter più dare il suo pregevole contributo al servizio pubblico dello Stato per l'istruzione, come dichiarato nella Legge 62/2000. Appare sempre più chiaro un disegno ideologico che vuole penalizzare le scuole paritarie, che non possono più reggere i costi elevatissimi dell'istruzione, diffondendo il falso messaggio che trattasi di scuole d'élite in cui si «compra» la promozione, che lo Stato non deve sostenere. All'opposto si dà corpo alla favola della scuola statale, gratuita ed inclusiva, manipolando pretestuosamente i dati reali. La realtà, infatti, è ben altra: ogni alunno costa migliaia di euro l'anno ai contribuenti italiani e l'inclusività è, purtroppo, uno slogan privo di sostanza, dato che gli alunni disabili non hanno insegnanti di sostegno!Già da tempo il rapporto Ocse-Pisa ha ampiamente dimostrato che con una retta inferiore a 3.500 euro/anno le scuole paritarie cattoliche italiane garantiscono un servizio pubblico di alta qualità, con garanzia di pluralismo educativo, accessibile a chiunque. È in atto una strategia che possiamo definire di «costosa ingiustizia» che, di fatto, impedisce quella libertà di scelta educativa che viene garantita tanto dalla Dichiarazione universale dei diritti umani (art. 26), quanto dalla nostra Costituzione.Come La Verità ha già denunciato in un articolo del 2018 (29 ottobre), lo Stato spende per le sue scuole 7.500 euro all'anno per alunno, con carenze organizzative (personale docente e non) e logistiche che sfiorano il ridicolo (si pensi alla mancanza della carta igienica nei bagni!), mentre per le scuole pubbliche paritarie - che accolgono un decimo della popolazione scolastica - spende 500 euro all'anno per alunno. Non ci si rende conto e si tace che lo Stato risparmia circa 7 miliardi di euro all'anno grazie alla scuola pubblica paritaria, e che se venissero «cancellate» tutte le scuole paritarie lo Stato non sarebbe mai in grado di garantire il servizio educativo. In questo panorama è davvero molto difficile capire perché ci si ostini a rifiutare lo strumento tanto semplice quanto onesto e trasparente del «costo standard di sostenibilità per allievo»: una sorta di finanziamento dello Stato per ogni studente, che la famiglia sarà libera di spendere iscrivendo il proprio figlio nella scuola che riterrà più consona alle proprie esigenze. Scuola pubblica statale o scuola pubblica paritaria: così si garantisce nei fatti e non con gli slogan la libertà educativa dei cittadini. Oltretutto, rispetto all'Europa - e non passa giorno che non ci si riempiano le orecchie con gli appelli a «adeguarci all'Europa» - solo Italia e Grecia hanno sistematicamente negato il diritto alla parità fra le due scuole pubbliche, statale e paritaria. Rinnovata questa denuncia, con la speranza che la demagogia ceda il passo al buon senso, oltre che alla giustizia, le scuole paritarie serie non smettono di lavorare: restano, combattono e… si indebitano… e continuano a garantire, insieme alle famiglie, la libertà di scelta educativa e un livello di educazione culturale e civica alto e serio.Quale vantaggio sociale e morale trarrà Quarto Oggiaro, con tutte le sue pesanti criticità, dalla chiusura del Pastor Angelicus? Nessuno, certamente nessuno in modo assoluto. Chiudere una scuola è un danno enorme per tutta la società: l'istruzione è il più efficace antidoto verso ogni forma di violenza, discriminazione, criminalità, illegalità. Le scuole vanno aiutate, tutte, senza favoritismi, salvo quello di garantire che chi fa bene il suo dovere educativo vada premiato, anche economicamente. Vogliamo sperare che i due istituti milanesi siano gli ultimi costretti a chiudere per la colpevole e costosa indifferenza di chi governa, interrompendo il tragico trend che ha visto chiudere 304 istituti nel solo 2018.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)