2024-07-06
La Cina all’assalto di nostra tecnologia con Napolitano jr
La parabola di Nhoa è al vaglio del golden power: in ballo l’Opa e la governance. Ad assistere i sino-taiwanesi è Napolitano jr.La replica dell'azionista: <TCC ha sempre sostenuto e non interferito con il management team di Nhoa nella creazione di partnership strategiche a lungo termine con istituzioni pubbliche e private in Italia e continuerà a valorizzare il know-how italiano. A testimonianza della volontà di TCC di sostenere in ogni modo possibile lo sviluppo di Nhoa in Italia, i dati mostrano come il ruolo di TCC abbia dato un impulso significativo alla crescita industriale di Nhoa, facendole fare un salto di qualità: i ricavi del gruppo nel 2023 ammontano a 273 milioni di euro e TCC contribuisce al 45% e al 25% dei ricavi consolidati di Nhoa rispettivamente nel 2023 e nel 2022>.Da startup del Politecnico di Milano e Torino alla morsa dei cinesi travestiti da taiwanesi. Rischia di essere la parabola di Nhoa energy (ex Engie eps) sul cui destino si è riunito giovedì il comitato del golden power. A far scattare la notifica è stata la decisione da parte di Tcc, colosso del cemento taiwanese ma con oltre il 70% del business e dei fondi in Cina, di lanciare un’Opa totalitaria sul gioiellino italiano. Sebbene non nota ai più, Nhoa, fondata circa 12 anni fa da Carlalberto Guglielminotti (oggi ad) è diventata leader dello stoccaggio di energia rinnovabile. Quotata a Parigi, ha in pancia ben 130 brevetti unici e oltre 1.200 segreti industriali. Non solo. Per rendere l’idea della delicatezza del business va ricordato che l’azienda è fondamentale per i 20 miliardi di investimenti annunciati da Terna. Nhoa in più controlla Free2Move e ha messo a terra Atlante, una delle reti di ricarica rapida delle auto elettriche lungo tutto il Vecchio Continente: 4.100 punti tra Spagna, Francia, Portogallo e ovviamente Italia. A Nhoa è andata la gara Aspi e soprattutto il 60% dei dipendenti sono ingegneri, quasi tutti basati nel Belpaese. Non c’è da stupirsi che faccia gola agli asiatici che ne soffrono palesemente la concorrenza. Nel 2021, infatti il 60% delle quote sono passate dalla francese Engie, che già era presente in Italia, a Tcc. All’epoca il governo, via comitato golden power, dice sì all’operazione con una serie di prescrizioni, tra cui l’obbligo di segnalare modifiche alla governance. Un po’ come nel caso Pirelli. Lo scorso anno Tcc annuncia l’Opa fino al 90% delle azioni e ora si arriva al redde rationem, la richiesta di prendersi anche il rimanente e finalizzare il delisting. A seguire la società sino-taiwanese è lo studio di Giulio Napolitano, figlio dell’ex presidente della Repubblica, non nuovo a tali tematiche. Assiste anche gli azionisti cinesi di Ferretti e altre società che hanno sede nel Paese del Dragone. La tesi «difensiva» è molto semplice: l’Opa totalitaria non cambia il quadro della situazione né le opportunità di business. Il tema però sembra essere più complesso. In ballo non c’è tanto il controllo azionario ma quello del management fondamentale per portare avanti una strategia pro Europa piuttosto che pro Asia. Non a caso nel 2021 le prescrizioni si sono soffermate sulla governance, che nel frattempo è cambiata non poco. Meno di sei mesi fa sono arrivati due importanti manager da Taiwan; a quanto risulta alla Verità anche il contratto a Guglielminotti sarebbe stato rinnovato di un solo anno (lo statuto parla di un periodo più lungo). Tant’è che alcuni consiglieri avrebbero chiesto un parere indipendente a uno studio legale estero, il quale avrebbe confermato che anche solo di fronte a tali novità sarebbe dovuta scattare una notifica a Palazzo Chigi. Non ci risulta sia stata spedita alcuna lettera in merito. Non solo, il mese scorso in diretta Web il nuovo capo delle strategie avrebbe comunicato ai dipendenti un ristrutturazione della capogruppo e delle controllate per dirigere le attività italiane ed europee. Insomma, il tema Opa sembra veramente secondario e la palla in mano al comitato scotta. Nella riunione della prossima settimana probabilmente si terrà conto anche delle linee di credito e dei rapporti bancari. Staccare la spina con Tcc non sarebbe dunque facile. Non a caso la Lega, nello specifico i rappresentanti della X Commissione alla Camera hanno redatto una pesante interrogazione diretta a Giorgia Meloni e ai titolari di Mase e Mimit, per chiedere rassicurazioni non tanto sui 270 milioni di fatturato ma sulle misure necessarie per mantenere italiana la tecnologia che Nhoa rappresenta. Lo studio in cui lavora Napolitano sarà tenuto a dialogare in base a eventuali richieste che usciranno dalla prossima riunione. Servirà capire se c’è l’intenzione di vendere Free2Move e come verrà sviluppata la rete di Atlante. E se si muove la X Commissione significa che i timori sono elevati. Non possiamo dimenticare che in ballo non c’è solo la questione auto elettriche, ma soprattutto quella tecnologia che consente il minimo di sovranità energetica. E l’esempio lampante arriva direttamente dalla Germania. Mercoledì pomeriggio, il governo tedesco ha posto il veto all’acquisto di Man energy solutions, controllata di Volkswagen, da parte dei cinesi di Csic-Cssc, ex China state shipbuilding corporation. Qui in ballo ci sono le turbine a gas. L’aspetto interessante sta anche nel percorso che ha portato Berlino al «nein». Un anno fa la Germania ha avviato con altri Stati membri un dialogo informativo nell’ambito del meccanismo di cooperazione per lo screening degli Ide, investimenti diretti esteri. Ha quindi chiesto parere alla nostra intelligence. Il Dis avrebbe ricordato il ruolo della Csic-Cssc in un programma militare. Probabilmente i tedeschi hanno prestato ascolto. Si tratta di situazioni molto diverse. Tcc ha chiaramente un background civile, ma l’attenzione della sicurezza nazionale è evidentemente alta. Sul tavolo ci sono i nostri programmi futuri, il Pnrr e la nostra sovranità energetica. Vedremo le mosse del golden power.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/la-cina-allassalto-di-nostra-tecnologia-con-napolitano-jr-2668692738.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="nessuna-volonta-di-abbandonare-l-italia-obiettivo-investimenti" data-post-id="2668692738" data-published-at="1720272527" data-use-pagination="False"> <Nessuna volontà di abbandonare l'Italia. Obiettivo investimenti> In relazione all'articolo "Cinesi all’assalto di un gioiello italiano della tecnologia (e dei suoi segreti)" pubblicato su La Verità, TCC Group Holdings, società internazionale con sede a Taiwan e presente in oltre 13 Paesi, afferma che TCC Group Holdings non ha investimenti provenienti dalla Cina continentale. Tra i 550.000 azionisti di TCC Group Holdings, il 17% sono investitori stranieri e l'83% sono enti istituzionali e investitori individuali di Taiwan. Non ci sono investitori istituzionali o singoli investitori provenienti dalla Cina continentale. TCC Group Holdings dichiara inoltre la sua ferma intenzione di rafforzare la presenza e la capacità di crescita di Nhoa in Italia. L'OPA di TCC sulle azioni di Nhoa è motivata da questo obiettivo e dalla volontà di contribuire allo sviluppo di un settore strategico come quello delle energie rinnovabili, con particolare attenzione alle tecnologie di accumulo di energia, alla mobilità elettrica e alla ricarica dei veicoli elettrici, attraverso nuovi investimenti e la valorizzazione del know-how.L'iniziativa mira alla piena realizzazione del potenziale e del capitale umano di Nhoa in Italia. TCC ha sempre sostenuto e non interferito con il management team di Nhoa nella creazione di partnership strategiche a lungo termine con istituzioni pubbliche e private in Italia e continuerà a valorizzare il know-how italiano. A testimonianza della volontà di TCC di sostenere in ogni modo possibile lo sviluppo di Nhoa in Italia, i dati mostrano come il ruolo di TCC abbia dato un impulso significativo alla crescita industriale di Nhoa, facendole fare un salto di qualità: i ricavi del gruppo nel 2023 ammontano a 273 milioni di euro e TCC contribuisce al 45% e al 25% dei ricavi consolidati di Nhoa rispettivamente nel 2023 e nel 2022.La governance di NHOA da parte di TCC è esercitata attraverso il Consiglio di amministrazione, senza distacco di dipendenti da TCC. Tra gli 11 membri del Consiglio di amministrazione, solo 4 sono taiwanesi e tra i 5 amministratori indipendenti solo uno è taiwanese.TCC ha rispettato pienamente la Procedura Golden Power stabilita dal Governo italiano e ogni fase del processo è stata svolta seguendo i requisiti stabiliti nel 2021 al momento dell'acquisizione di Engie Eps. Da allora, TCC ha presentato in modo proattivo una relazione annuale al governo italiano senza ricevere alcuna obiezione. TCC ha rispettato tutte le condizioni, presentando le relazioni annuali nel 2021, 2022 e 2023. Nel febbraio e giugno 2024, la società ha inoltre aggiornato il rapporto volontario e il dossier prudenziale, redatti a fini puramente prudenziali e in uno spirito di trasparenza e collaborazione con le istituzioni italiane.TCC Group Holdings
Jose Mourinho (Getty Images)