2022-12-20
La chiamavano scienza, era sinistra. Pure Pregliasco si getta in campo con Majorino
Fabrizio Pregliasco (Ansa)
Dopo Andrea Crisanti e Pier Luigi Lo Palco, la sinistra scrittura un altro medico specialista in salotti tv: correrà con Pierfrancesco Majorino alle prossime regionali lombarde. Era uno dei più rigorosi censori sul vaccino e assicurava: sanità e politica non si devono intrecciare. Abbiamo visto.Pensavamo fosse scienza, invece era il Pd. Dopo quasi tre anni passati ad ascoltare il ritornello sulla politica che non deve intromettersi fra gli scienziati, ora siamo sommersi da scienziati (o sedicenti tali) che fanno a gara per intromettersi nella politica. Dopo Pier Luigi Lo Palco, diventato assessore della giunta Pd in Puglia, e Andrea Crisanti, diventato parlamentare Pd al Senato, scende in campo Fabrizio Pregliasco, l’igienista che si spacciava per virologo e che voleva far fucilare i non vaccinati. Ebbene sì: Pregliasco si candida alle prossime elezioni regionali in Lombardia. E con chi? Con Pierfrancesco Majorino del Pd. Ovvio: la scienza è la scienza, come ci hanno ripetuto sempre in questi anni, non ha nulla a che fare con la politica. Ma solo fino a quando arriva la proposta di una bella cadrega formato dem. È incredibile: questi virologi non hanno smesso di presentarsi come imparziali, al di sopra delle parti e dei partiti, voce purissima della scienza incontaminata, si dicevano ispirati soltanto dall’amore per i dati e per la medicina. E ora si scopre invece che bruciavano di passione politica. Fino a ieri parlavano in nome della scienza. Ora parlano in nome del Pd. Fino a ieri si professavano tecnici. Ora si professano candidati alle regionali. La cosa è un po’ sinistra, anche perché, chissà come mai tutti si schierano da quella parte. Anche Pregliasco che dopo anni ai vertici della sanità lombarda (sempre gestita dal centrodestra), in barba alla moglie già militante di Forza Italia e assessore nella giunta Formigoni, dichiara una «adesione individuale al fronte progressista» che dura fin da quand’era ragazzino. «Ho sempre votato centrosinistra», assicura. E adesso resta il dubbio: ma questa sua militanza nella sinistra l’ha sempre tenuta nascosta per fare il direttore sanitario all’Istituto Galeazzi o per poter andare in tv a dire che gli scienziati devono star fuori dalla politica? Peccato che ormai il trucco sia completamente svelato: il mantra «lo dice la scienza, la politica non c’entra» non era un mantra. Era una balla. Una delle tante che ci hanno raccontato. Un po’ come quando volevano farci credere che col vaccino non ci saremmo contagiati. Un po’ come quando volevano convincerci della «pandemia dei non vaccinati». Ecco: allo stesso modo ci dicevano che le decisioni venivano prese su basi scientifiche e non politiche perché gli scienziati non avevano nulla a che fare con la politica. In effetti. Si vede. Dalla scienza alla politica, una virostar dopo l’altra. Chi li ferma più.D’altra parte bisogna essere obiettivi: la candidatura è lo sbocco naturale per una virostar. Pensateci: se uno per quasi tre anni si specializza a raccontare balle, poi come fa a non trovarsi bene in politica? E in questo particolare ambito, quello delle balle assortite, Pregliasco, ha dimostrato di essere un vero luminare. Assai più che sul Covid, sul quale ha avuto spesso idee confuse. «Il coronavirus? Non è contagiosissimo», diceva per esempio il 25 febbraio 2020 dimenticando, o meglio: non sapendo che il giorno prima la prestigiosa rivista Jama aveva pubblicato un documentato studio sulla pericolosità del medesimo coronavirus. Le mascherine? «Non hanno senso», diceva il 31 gennaio dello stesso anno. Poi quando si è accorto di aver sottovalutato il pericolo, senza averci capito un’acca, si è trasformato nel principe del rigore. È diventato il più terrorista dei terroristi, prendendosela con i non vaccinati al punto da non volerli curare. Indimenticabile la circolare di un anno fa, gennaio 2022, in cui diceva che gli interventi chirurgici del suo ospedale erano «riservati a chi ha il green pass rafforzato». Gli altri, a casa a soffrire. Se non ti vaccini hai mica la pretesa di essere curato, no? Puoi dirti fortunato se non ti passano per le armi. Come lo stesso Pregliasco teorizzava: «Questa è una guerra, chi non si vaccina è un disertore. E in guerra i disertori venivano fucilati…». «C’è molto da fare. C’è da costruire un intero sistema sanitario», ha detto ieri Pregliasco nell’intervista al Corriere con cui ha annunciato la sua candidatura. Ma lui finora dov’era? Di quale sistema sanitario faceva parte? Immaginiamo la gioia dei militanti di sinistra che dovranno sostenere chi finora ha gestito la tanto disprezzata (da loro) sanità lombarda. Ma, per nostra fortuna, ci sono altri validi motivi per appoggiare la candidatura della virostar: per esempio il ricordo delle sue memorabili esibizioni canore. L’anno scorso brillò con Crisanti e Bassetti sulle note di Jingle Bells: «Sì sì vax, vacciniamoci, se tranquillo vuoi stare i nonni non baciare, mangia il panettone, vai a fare l’iniezione». Quest’anno ha dato il meglio di sé cantando con Massimo Giletti un’altra aria natalizia: «Tu scendi dalle stelle, vaccino bello». Ci manca solo Ave Pfizer, piena di grazia il Signore è con te, e poi anche a livello di blasfemia avrebbe fatto l’en plein. Del resto il commento migliore alle sue comparsate in tv l’aveva fatto proprio la sua compagna, l’ex assessore della regione Lombardia Carolina Pellegrini: «Sono contraria a tutte quelle apparizioni, appena lo vedo, gli dico: “Sei un pirla”», confessò a Un giorno da pecora (Radiouno). Disse anche altre cose interessanti: che lo chiama «Gatto», che «è molto complicato passare una notte con lui» (testuale) e che Fabrizio si addormenta dappertutto, a volte persino a tavola mentre stanno cenando. Il che rende la carriera politica della virostar ancor più promettente: abbiamo proprio bisogno di gente che dorma nei palazzi che contano, non vi pare? La sua compagna voterà per lei?, gli hanno chiesto. E lui: «Non lo so». In effetti: voi votereste uno che si addormenta a tavola e appena lo vedi in tv ti viene voglia di gridare «pirla»? Però, ecco, non vorremmo che ci rimanesse male visto che già quella di consigliere regionale è una scelta un po’ al ribasso rispetto a Crisanti (senatore) e Lo Palco (direttamente assessore). Tanto più che qualche settimana fa qualcuno fece circolare il suo nome addirittura come possibile ministro del governo Meloni. «Un’idea carina», disse lui. Carina. Proprio così. Come un adolescente di fronte a una foto su Instagram. Poi però non se ne fece niente. Ma solo perché lui, Pregliasco, vuole che la scienza sia indipendente dalla politica. E perciò, essendo indipendente, è chiaro che ci si può candidare solo con la sinistra.