2021-09-18
Quel ricatto «gentile» mette al muro i cittadini
Il governo motiva l'estensione del green pass dicendo che serve a convincere i dubbiosi in modo pacifico e senza alcuna coercizione. E invece stanno scaricando le responsabilità sugli italiani. Del resto togliere lo stipendio a chi non si vaccina non ha nulla di «soft»Il ministro Renato Brunetta, che è uomo di cultura e studioso, ha inquadrato perfettamente la questione quando ha descritto il super green pass come «spinta soft alla vaccinazione». Secondo Brunetta si tratta di «un provvedimento universale, una enorme moral suasion su tutti coloro che non si sono ancora vaccinati». A suo dire, «il green pass ci porta a un passo dalla super-sicurezza, perché in modo gentile induce a vaccinarsi». Ecco, queste parole svelano con esattezza che cosa sia il nuovo lasciapassare. Il ministro ha utilizzato il concetto di «spinta gentile», cioè il «nudge» teorizzato in un celebre libro da Richard H. Thaler e Cass R. Sunstein, che lo definiscono «paternalismo liberatorio», anche se a ben vedere si tratta di un approccio più precisamente materno. Di che si tratta? Come ha chiarito il filosofo Roberto Ciccarelli parliamo di un «metodo “gentile" per ispirare la giusta decisione senza farla apparire un'imposizione. È un metodo di governo usato sia dai management aziendali, sia dai governi che spingono a vaccinarsi con il green pass senza imporre l'obbligo del vaccino. Entrambe queste tecniche sono usate ogni giorno, a seconda degli obiettivi, e non solo in questa emergenza». Con dolcezza, come una mamma, il governo (o l'azienda o comunque il potere) obbliga le persone a comportarsi in una certa maniera, ma fa loro credere di aver scelto liberamente di aderire al comportamento stabilito. È un obbligo surrettizio che nasconde un lato particolarmente inquietante. Spieghiamo. Se ti induco a comportarti in un certo modo, ma ti faccio credere che obbedire sia una tua libera scelta, ti sto di fatto scaricando ogni responsabilità sulle spalle: ti costringo ad assumersi le responsabilità di una scelta che ti ho obbligato a fare. Notevole, come mossa. Prendete ad esempio ciò che ha detto Roberto Speranza: «L'obbligo del green pass serve per accelerare vaccinazioni e riaperture». Curioso: fino a ieri i fautori della carta verde sostenevano che grazie al lasciapassare le attività avessero riaperto e fossimo tornati a vivere. Invece il ministro della Sanità ci informa che le riaperture arriveranno poi. E se per caso non dovessero arrivare, anzi se addirittura si chiudesse visto che il sistema dei blocchi a zone colorate rimane in vigore, di chi sarà la colpa? Ma è ovvio: dei cittadini che non hanno risposto alla «spinta gentile». O, peggio, verrà data la colpa alla «gentilezza», cioè si dirà per l'ennesima volta che ci vuole il pugno (ancora) più duro, che serve l'obbligo vaccinale (misura che il ministro Orlando non ha escluso, anzi) perché i modi dolci non hanno funzionato. C'è poi un altro aspetto della questione da esaminare. A ben vedere, questa spinta non è gentile per niente. È un ricatto feroce, basato sul fatto che chi rifiuta l'iniezione debba rassegnarsi a spendere centinaia e centinaia di euro in tamponi o a perdere lo stipendio. Allora perché la definiscono «gentile»? Per due motivi. Primo, perché mentono: siamo giunti alla totale sovversione linguistica per cui sospendere le persone dal lavoro diventa «garantire il lavoro», imporre un obbligo mascherato diventa «garantire la libertà» e avanti di questo passo orwelliano. Secondo, perché le alternative sventolate sono, in ogni caso e al netto delle menzogne, ben più violente. In pratica, è la vecchia storia del bastone e della carota, laddove il bastone severo ti piomba sul groppone mentre la gentile carota ti viene dolcemente posta laggiù dove è più umiliante. Lo ripetono sempre: o la carta verde o il lockdown, come se non esistessero altre possibilità (ricordate il celebre Tina, there Is no alternative?). Non solo. L'atteggiamento del governo appare morbido rispetto a quello dei manganellatori verbali sguinzagliati in ogni televisione. Da Klaus Davi che paragona i no vax alle Br invocando purghe e arresti, a Davide Faraone di Italia viva che definisce i non vaccinati (sani) «bombe umane», fino a Giuliano Cazzola che invita a riempire di piombo i renitenti alla puntura. Dunque la spinta gentile - che gentile non è affatto - si appoggia sulla minaccia di repressioni ancora più spietate, discriminazioni ancora più implacabili. Perché se la mossa «soft» fallisce è colpa degli italiani (o di una minoranza di essi), dunque tutti (e in particolare la minoranza) dovranno poi pagarla carissima. Quindi diciamo le cose come stanno: la spinta gentile è in realtà un ricatto. La moral suasion è in realtà una minaccia recapitata tramite pizzino. La libertà che viene offerta dal governo è in realtà una limitazione delle libertà in nome della sicurezza. Intendiamoci: in certi frangenti la sospensione di alcune libertà (ma mai l'espropriazione del corpo) può essere giustificata da indifferibili esigenze di sicurezza. Solo che in questo caso la sicurezza sbandierata da Speranza non esiste. Se il green pass garantisse sicurezza, dopo tutto, non ci sarebbe bisogno del super green pass. Giova avanzare, in conclusione, un'ultima precisazione. Il governo non elargisce la libertà ai cittadini. Essi la possiedono già, perché se non la possedessero non potrebbero votare il Parlamento che sostiene il governo medesimo. Dunque l'esecutivo può, al massimo, togliere libertà ai cittadini, salvo poi renderne indietro alcune briciole sotto forma di elargizione, come sta facendo. Il governo, a differenza di un sovrano, non possiede il popolo. Semmai è il popolo che legittima il governo. Ed è sempre il popolo che, prima o poi, potrebbe decidere di dare una spinta al governo. E chissà se sarà gentile.