2024-12-28
La Cdu archivia la dottrina Merkel. «Espulsioni anche senza crimini»
Germania alle urne il 23 febbraio, il leader centrista Friedrich Merz inaugura la linea dura.Il giorno che probabilmente cambierà la traiettoria della Germania è il 23 febbraio, la data in cui si terranno le elezioni anticipate, come è stato confermato dal presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ieri dopo aver sciolto il Parlamento. La decisione inevitabile è arrivata dopo che il cancelliere Olaf Scholz ha perso la fiducia al Bundestag lo scorso 16 dicembre in seguito al licenziamento del ministro delle Finanze e la conseguente implosione della coalizione con Spd, Verdi e Fdp. Nell’annunciare il ritorno alle urne sette mesi prima del previsto, Steinmeier ha dichiarato che «la stabilità politica in Germania è un bene prezioso». Ma nel suo discorso è arrivata anche una stoccata contro le temute interferenze delle potenze straniere e il social di Elon Musk, dichiarando: «L’influenza esterna è un pericolo per la democrazia, sia che sia nascosta come è avvenuto evidentemente di recente nelle elezioni rumene, o aperta e palese come viene praticata attualmente in modo particolarmente intenso sulla piattaforma X». Nelle elezioni a spuntarla potrebbe essere il leader della Cdu Friedrich Merz, dato che negli ultimi sondaggi i conservatori sono in vantaggio di dieci punti rispetto alla Spd di Scholz che slitta al terzo posto, mentre l’Afd sarebbe al secondo posto e i Verdi al quarto. Il terreno di scontro dei partiti sarà incentrato su economia, energia, guerra in Ucraina e immigrazione anche alla luce del recente attentato di Magdeburgo. In un’intervista rilasciata al portale T-online, Scholz ha confermato che sull’attentatore saudita Taleb Al Abdulmohsen «nel corso degli anni ci sono stati ripetuti segnali». Già nove anni fa, infatti, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Dpa, le autorità regionali avevano avvisato l’ufficio federale della polizia criminale tedesca sulle sue possibili intenzioni violente e anche lo scorso anno erano giunte delle segnalazioni da parte dell’Arabia Saudita. Quindi il cancelliere ha concluso: «Ora è necessario verificare con grande attenzione se ci siano stati errori da parte delle autorità della Sassonia-Anhalt o a livello federale. Non ci devono essere esitazioni nel fare piena luce sulla vicenda». Sull’argomento anche Alice Weidel di Afd si è espressa ieri, dichiarando su X: «Dobbiamo proteggere i nostri confini e controllare chi viene da noi invece di vessare i cittadini con i controlli ai mercatini di Natale». Spicca invece il taglio netto della Cdu con il passato e con il periodo Merkel sul tema immigrazione. Merz, nella sua newsletter, intervenendo proprio sul fatto che ci fossero già dei precedenti su Taleb Al Abdulmohsen, ha affermato: «Perché non ci liberiamo di queste persone prima che causino gravi danni? Forse la normativa attuale non lo consente, ma allora bisogna cambiare queste leggi». Inoltre, ha ricordato che «da circa dieci anni in Germania il numero dei crimini gravi commessi dai migranti è in aumento». E se inizialmente «il problema veniva semplicemente ignorato», ha aggiunto, «ora le cose sono diverse, il livello notevolmente più elevato di criminalità straniera è documentato pubblicamente in dettaglio. In particolare, l’islam politico è uno dei moventi principali per i crimini commessi in Germania». Queste considerazioni portano a un’amara consapevolezza: «Semplicemente non siamo abbastanza decisi nel trattare con i nemici della nostra democrazia. Tolleriamo troppe persone in Germania che non vogliono integrarsi». Quindi per il leader della Cdu diventano necessarie «opzioni di espulsione» anche in assenza di «reati accertati».
Container in arrivo al Port Jersey Container Terminal di New York (Getty Images)
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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