2022-06-10
La battaglia finale per il Donbass. Due britannici condannati a morte
Mosca sfonda a nord, Volodymyr Zelensky: ora siamo in pericolo. Caccia ai mercenari stranieri.«Presto la Russia prenderà il controllo totale della regione del Donbass, nell’est dell’Ucraina». Ne è convinto l’ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vassily Nebenzia. «Se tutto andrà per il verso giusto, libereremo gli oblast di Lugansk e Donetsk», ha dichiarato Nebezia in relazione alle due regioni che compongono il Donbass, ribadendo al contempo che lo stop alla guerra sarà dato solo quando il Paese sarà «demilitarizzato e denazificato». Gli sviluppi degli ultimi giorni sembrano avallare le parole dell’ambasciatore. A nord, infatti, nell’area di Lyman, i russi hanno definitivamente conquistato Sviatohirsk, consolidando il proprio controllo sulla sponda est del fiume Seversky Donec, considerato un «confine naturale» tra l’area della quale vogliono entrare in possesso i russi e quella che, se il disegno di Mosca si fermasse al Donbass, rimarrebbe all’Ucraina. Più a sud continua a infuriare la battaglia fondamentale per determinare le sorti del Donbass: quella per la conquista di Severodonetsk, con gli ucraini che si sarebbero in parte ritirati e i russi sempre più lanciati all’attacco. Che la battaglia per Severodonestk sia quella che «decide il destino del Donbass» lo ha affermato anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, secondo il quale lo scontro è «uno dei più difficili dall’inizio dell’invasione russa». La città è ormai divisa in diverse aree. Il centro urbano è ormai «terra di nessuno», con i due schieramenti che non risparmiano colpi. L’impianto chimico Azot, dove si sono rifugiati circa 800 civili, 200 dipendenti e circa 600 residenti, è sottoposto a continui bombardamenti russi. Almeno due officine sono state colpite, tra cui una per la produzione di ammoniaca, secondo il capo dell’amministrazione militare regionale del Lugansk Sergiy Gaidai. Non ci sono invece informazioni sulla sorte dei civili. Dentro la fabbrica ci sarebbero anche alcune unità militari ucraine che, secondo i combattenti filorussi, sarebbero arretrate in seguito all’assalto di Mosca. L’aeroporto di Severodonetsk è già, invece, in mano della Russia. I combattimenti proseguono con intensità, insomma, in ogni angolo della città ed è difficile evacuare gli abitanti. È iniziato, inoltre, l’attacco dei russi verso sud (Borovis’ke), con lo scopo di arrivare all’unico ponte rimasto tra Severodonetsk e Lysychansk per tagliare la via di fuga alle forze armate di Kiev. Nell’area di Popasna è in atto il decisivo confronto per mantenere il controllo della T1302, principale via di comunicazione con Lysychansk-Severodonetsk. Se i russi riuscissero a controllarla, gli ucraini verrebbero completamente tagliati fuori dalla più importante via di accesso (e di uscita) del Lugansk. Intanto la «Corte suprema» dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donestk, inizia ad emanare le sue prime sentenze su presunti crimini di guerra. Sono stati condannati a morte i due cittadini britannici, Aiden Aslin e Shaun Pinner, catturati dalle milizie filorusse ad aprile mentre combattevano insieme ai soldati ucraini a Mariupol. La corte li ha riconosciuti colpevoli di terrorismo per aver combattuto come «mercenari». La pena capitale è stata comminata anche per il detenuto marocchino Ibrahim Saadun, parimenti ritenuto un mercenario. Sempre a proposito della questione dei foreign fighters, il ministero della Difesa russo ha annunciato di aver colpito con missili aria-terra una base militare ucraina, dove si sarebbero trovati cittadini stranieri impegnati in addestramento di guerra, descritti appunto come «mercenari». Lo ha dichiarato il portavoce Igor Konashenkov, parlando di una base nella regione di Zhytomyr nel centro dell’Ucraina, a ovest di Kiev. Nessun commento è arrivato da parte ucraina. Konashenkov ha detto che i missili russi hanno distrutto inoltre un deposito di munizioni e un sistema antiaereo in altre zone dell’Ucraina.