2022-06-19
Kiev rimanda a settembre gli incontri per la pace: «Adesso contrattacchiamo»
Distruzione nella città di Kharkiv (Ansa)
Il capo negoziatore ucraino ignora Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz e congela le trattative. Josep Borrell: «Mosca usa il grano per ricattare». Scambio di prigionieri tra le parti in lotta.Kiev potrebbe acconsentire a riprendere i negoziati con Mosca «a fine agosto». A renderlo noto è stato ieri il capo negoziatore ucraino, David Arakhamia. L’idea è infatti quella di condurre una «controffensiva in alcune aree», per poter negoziare da una posizione di maggior forza e riavviare le trattative prevedibilmente non prima dell’inizio di settembre. Secondo quanto riferito da Ukrinform, Arakhamia ha inoltre detto che un accordo minimo potrebbe essere raggiunto nel momento in cui i russi si ritirassero dalle posizioni occupate dopo il 24 febbraio. Una condizione che Mosca non sembra affatto disposta ad accettare. «L’Ucraina che conoscevamo, entro quei confini, non esiste più e non esisterà più in futuro. Questo è evidente», ha dichiarato, sempre ieri, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, chiudendo quindi di fatto all’eventualità di un ritiro delle truppe russe dalle aree occupate. Le posizioni tra le parti, come si può vedere, restano quindi fondamentalmente antitetiche. Ricordiamo d’altronde che le trattative sono state da tempo sospese, nonostante i recenti tentativi della Turchia di riavviarle. In questo quadro, Kiev, almeno per il momento, si conferma maggiormente vicina all’approccio di Boris Johnson, che è da sempre favorevole alla linea dura nei confronti di Mosca. «Sarebbe una catastrofe se Putin vincesse», ha dichiarato ieri il premier britannico, dopo aver effettuato una visita a sorpresa nella Capitale ucraina due giorni fa. «Putin non vorrebbe altro se non poter dire: “Congeliamo il conflitto, facciamo un cessate il fuoco come quello del 2014”. Per lui sarebbe una grandissima vittoria. Si avrebbe una situazione in cui Putin ha consolidato le sue conquiste, per poi lanciare un nuovo attacco», ha proseguito. «Ora che la stanchezza dell’Ucraina sta iniziando, è molto importante dimostrare che siamo con loro nel lungo termine e che stiamo dando loro la resilienza strategica di cui hanno bisogno», ha anche detto. Insomma, a prima vista sembrerebbe proprio che la linea trattativista - caldeggiata negli ultimi giorni da Italia, Germania e Francia - sia stata messa nel cassetto da Volodymyr Zelensky. Resta tuttavia da capire se questa deadline di «fine agosto» rimandi a un’intenzione militare concreta o a uno stratagemma per cercare di mettere sotto pressione il Cremlino. Un Cremlino che, lo abbiamo visto, resta a sua volta significativamente parco di aperture, contribuendo così decisamente al muro contro muro. Nel frattempo, il presidente ucraino ha effettuato la sua prima visita a Mykolaiv, nel Sud dell’Ucraina. «I nostri uomini sono coraggiosi. Ognuno di loro sta lavorando a pieno regime», ha detto in loco, per poi aggiungere: «Resisteremo sicuramente! Vinceremo sicuramente». Tutto questo, mentre la Lituania ha annunciato l’entrata in vigore del divieto di transito sul proprio territorio di merci che, soggette a sanzioni europee, sono dirette verso l’exclave russa di Kaliningrad. Critiche alla Russia sono arrivate ieri dalla Commissione europea, con l’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Josep Borrell, che ha accusato Mosca di utilizzare il grano come arma di ricatto, tacciandola in particolare di aver «trasformato il Mar Nero in una zona di guerra, bloccando le spedizioni di grano e fertilizzanti dall’Ucraina». Le autorità tedesche hanno frattanto avviato un’indagine su alcune centinaia di potenziali crimini di guerra, commessi dalle truppe di Mosca in Ucraina. Proseguono intanto le operazioni militari sul campo. Secondo il ministero della Difesa britannico, la Russia ha ripreso i suoi sforzi per cercare di avanzare a Sud della città di Izyum. In particolare, fonti ucraine hanno riportato che nell’area i russi hanno condotto un raid su un impianto di trattamento del gas, provocando un grande incendio. Inoltre, le autorità di Kiev hanno riferito ieri di «feroci battaglie» che stanno infuriando nei villaggi situati nei pressi di Severodonetsk. E proprio a Severodonetsk il Cremlino sta cercando di inviare ulteriori truppe. «Oggi, domani e il giorno ancora dopo, manderanno tutte le riserve a disposizione... sono già così tanti, fanno massa critica», ha detto il governatore della regione di Lugansk, Serhiy Gaidai. In tutto questo, l’esercito ucraino ha reso noto di aver abbattuto un aereo nemico e di averne catturato il pilota. Il sindaco separatista filorusso di Donetsk, Alexei Kulemzin, ha dal canto suo, dichiarato che si sono verificati bombardamenti ucraini sulla città, che hanno causato delle vittime. Frattanto un attacco missilistico russo ha distrutto un deposito di tram a Kharkiv. Comunque, al netto dei combattimenti violenti e delle distanze diplomatiche, ieri si è verificato uno scambio di prigionieri tra Kiev e Mosca: a renderlo noto è stata l’intelligence ucraina.