2024-09-30
Per la madrina della teoria gender chi dissente da lei copre i preti pedofili
Judith Butler (Getty Images). Nel riquadro la copertina del libro «Chi ha paura del gender?»
La bizzarra tesi nel libro della Judith Butler: l’ideologia Lgbt non esiste. Chi la combatte è fascista (Giorgia Meloni) e opprime i deboli (il Papa).La tesi è affascinante, surreale e mistificatoria: non ci si potrebbe aspettare di meno dai teorici della distruzione dell’identità sessuale. La possiamo riassumere più o meno così: le teorie gender contro cui si scagliano le destre e i conservatori non esistono. In compenso esistono le teorie anti gender che sono pericolose, intolleranti e autoritarie. Geniale, non trovate? Il fatto è che in Occidente da qualche tempo è in corso una sollevazione piuttosto ampia contro l’ideologia gender, un moto che non coinvolge soltanto i critici della prima ora (cristiani e conservatori) ma anche femministe, intellettuali di sinistra, governi socialisti e laburisti come quello britannico. Tutti intenzionati a porre fine alle conseguenze devastanti di teorie che si basano sulla distruzione delle identità e che, dal chiuso degli edifici accademici, nel corso dei decenni sono entrate prepotentemente nella realtà quotidiana, ispirando politiche sociali, educative, economiche e sanitarie. Ne abbiamo avuto una dimostrazione in questi giorni a Roma, grazie al laboratorio per «bambin* trans dai 5 ai 14 anni» organizzato (e poi occultato) dall’Università Roma Tre.Questo movimento di reazione al gender non poteva non suscitare a sua volta reazioni feroci. È molto significativo che abbia deciso di scendere in campo - abbandonando per un attimo la sua torre d’avorio - persino la madrina (anzi, il genitore uno) della più acuminata e pervasiva gender theory, ovvero Judith Butler. Mostro sacro dell’università californiana di Berkeley, è l’autrice di libri capitali come Fare e disfare il genere (edito in Italia da Mimesis) e Questioni di genere (Laterza). Saggi profondissimi che mirano a ridurre il genere a una performance, una messa in scena. E se ciò potrebbe persino essere vero per il genere inteso come ricezione sociale del sesso, di sicuro è terribilmente falso per quanto riguarda l’identità biologica. Un conto è cambiare il modo di comportarsi o di giudicare femminilità e mascolinità: un conto è pretendere di modificare i corpi tramite intervento medico. Butler, in ogni caso, ha deciso di difendere sé stessa e i suoi epigoni con un pamphlet militante intitolato Chi ha paura del gender? (Laterza), in cui scende dal piedistallo e armi in pugno entra nell’agone politico. Da un lato sentenzia che «le teorie gender» così come descritte dalle destre non esistono. Dall’altro proclama l’esistenza di un terribile movimento «anti gender» che di fatto appare come una nuova forma di fascismo. Il gender, spiega, è «divenuto motivo di straordinario allarme. Ad esempio, in Russia è stato definito una minaccia alla sicurezza nazionale, mentre il Vaticano sostiene che si atti di una minaccia per l’intera civiltà e per l’uomo stesso. Ovunque nel mondo, le comunità evangeliche e cattoliche più conservatrici sostengono che il gender costituisca il nome in codice di un’agenda politica che non mira solo a distruggere la famiglia tradizionale (cioè quella eterosessuale), ma anche a proibire qualunque riferimento a termini come madre e padre, così da cancellare il genere dal futuro dell’umanità». A ben vedere, quelle che Butler presenta come teorie del complotto sono una rappresentazione forse un poco semplicistica ma sicuramente corretta della realtà. Eppure, lei insiste a dipingere un quadro spaventoso: «Ci troviamo di fronte a palesi contraddizioni», scrive. «Infatti, l’idea che educare le persone più giovani alle questioni relative al genere equivale ad abusare di loro tace opportunisticamente la lunga e terribile storia di abusi sessuali su minori da parte di preti successivamente scagionati e protetti dalla Chiesa cattolica. L’accusa di abusi scagliata contro coloro che fanno educazione sessuale nelle scuole mira dunque a proiettare il danno provocato dalla pedofilia della Chiesa cattolica su coloro che invece tentano di insegnare come funziona il sesso, l’importanza del consenso o le varie modalità di espressione del genere e della sessualità». Ma certo: la battaglia contro il gender serve a coprire i preti pedofili, come no. Secondo la Butler, questo presunto Movimento antigender agisce anche e soprattutto al fine di alimentare paure irrazionali nella popolazione. Tra coloro che alimentano e sfruttano il panico ci sono - spiega la filosofia - anche personalità importanti. Tra cui il Papa e Giorgia Meloni. «Prendiamo ad esempio ciò che disse il papa Francesco nel 2015», attacca Butler. «Dopo l’avvertimento per cui “ogni epoca della storia ha i suoi Erode che distruggono, ordiscono disegni di morte, deturpano il volto dell’uomo e della donna, distruggendo la creazione”, ecco come descrisse la portata annichilente della teoria del gender: “Pensiamo alle armi atomiche, alla possibilità di annientare in pochi istanti un numero altissimo di esseri umani. Pensiamo anche alla manipolazione genetica, alla manipolazione della vita, o alla teoria del gender che non riconosce l’ordine della creazione”. [...] Se c’è una cosa distruttiva, questa è la decisione del Vaticano di ricorrere a una simile retorica incendiaria, se si considera l’influenza storicamente esercitata dalla Chiesa cattolica, nonché l’alta stima di cui gode solitamente l’attuale Papa. Secondo Francesco, se il gender è paragonabile a una bomba atomica, non si può far altro che disinnescarlo; e se è addirittura Satana sotto mentite spoglie, coloro che lo rappresentano meritano l’espulsione dal consesso dell’umanità. Quanto asserito dal Papa è chiaramente assurdo e pericoloso, ma è anche strategico. [...] Mettere in circolazione lo spauracchio dei poteri distruttivi del gender è il modo migliore per generare paure esistenziali che diventano poi facilmente sfruttabili da chi ha ogni interesse a rafforzare l’autorità statale, ripristinare un più sicuro ordine patriarcale. Alimentare la paura, d’altronde, serve a favorire l’emersione di forze politiche presuntamente redentive e restaurative in grado di alleviarla. La paura, di conseguenza, è prodotta e sfruttata al fine di mobili tare le persone a sostenere attivamente la distruzione tanto dei movimenti sociali quanto delle forme di welfare, presuntamente accomunati dall’obiettivo di imporre il gender su larga scala».Insomma, il Papa più progressista di sempre è a favore delle forze oscure della restaurazione e brama il rafforzamento del potere statale che opprime le minoranze. Tutto molto bello. Solo che, in Occidente, è esattamente il potere statale a imporre nelle scuole e nei luoghi di lavoro politiche basate sul gender, il che smonta tutto ciò che la Butler teorizza. Sarebbe carino fare notare, poi, che quando davvero il potere statale ha mostruosamente oppresso una minoranza (quella non vaccinata) e ha recluso in casa tutti gli altri, la cara Judith ovviamente sposava con gusto la repressione sanitaria, e tanti saluti alla libertà dei corpi. La nostra eroina ne ha ovviamente anche per la Meloni. Del resto, spiega, «prendere di mira le minoranze sessuali e di genere, ritrarle come pericoli per l’ordine sociale o come l’esemplificazione della forza più distruttiva al mondo, così da privarle di diritti, tutele e libertà fondamentali, concorre nella definizione dell’ideologia anti gender come un’ideologia di stampo fascista». Scrive la Butler: «Quando sentiamo dire che il gender ci priverà della nostra identità sessuale - come ha fatto il presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni in un comizio in Spagna - è importante aver chiaro che simili dichiarazioni pubbliche sono strumentali ad alimentare panico e sdegno fra coloro per cui l’identità sessuale è invece un elemento fondamentale dell’idea che hanno di sé. E quando la costruzione di questo panico sociale serve, fra le altre cose, a legittimare decisioni che finiscono per privare le persone trans del diritto all’autodeterminazione, si mobilita la paura di vedere cancellata la propria identità al solo fine di cancellare l’altrui diritto all’identità». Si potrebbe obiettare che i primi ad avere a cuore l’identità sessuale e a giudicarla fondamentale siano proprio alcuni attivisti Lgbt, i quali hanno reso l’orientamento sessuale e il sesso biologico la principale fonte identitaria per gli esseri umani. E sono sempre questi attivisti a voler cancellare la differenza sessuale e dunque l’identità femminile e maschile oltre che gli archetipi di padre e madre. Ma obiettare alla Butler è inutile, perché il suo obiettivo non è il confronto. Ciò che le interessa è creare lo spauracchio del «fascismo anti gender», attaccare Francesco, la Meloni, JK Rowling e le femministe radicali. In sostanza, la Butler prima fa la vittima accusando i suoi avversari di volerla mostrificare, poi cerca di zittirli mostrificandoli. È chiaro perché lo faccia. Se accettasse di discuterle seriamente, le sue teorie si rivelerebbero per ciò che sono davvero: fuffa. Ma fuffa molto pericolosa.
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.