2024-10-20
Con la «democrazia» dei battezzati il Sinodo stravolgerà la dottrina
Il cardinale Joseph Zen (Getty Images)
Nel suo ultimo libro, il vescovo emerito di Hong Kong, critico con il progressismo ecclesiastico dilagante, invita la Chiesa a non smarrirsi: «Chi ha il dovere di guidare indichi la strada per la Gerusalemme celeste».Per gentile concessione dell’editore, pubblichiamo uno stralcio dell’ultimo libro del vescovo emerito di Hong Kong, Joseph Zen, Una, santa, cattolica e apostolica. Dalla Chiesa degli apostoli alla Chiesa “sinodale” (Edizioni Ares, 168 pagine, 15,50 euro). Davanti a una profonda crisi di fede a cui stiamo assistendo (vocazioni in drastico calo, sempre più scarsa partecipazione ai sacramenti) e che mostra particolare virulenza in quell’Europa che è stata culla del cattolicesimo, il cardinale cinese (per volere di Benedetto XVI, nel 2006) invita a non disperare: mediante l’azione dello Spirito, il Signore ha sempre soccorso la sua Chiesa, «una, santa, cattolica e apostolica», come i cattolici professano nel Credo. Il prelato, noto per aver fatto sentire forte la sua voce dentro la Chiesa contro l’accordo con la Repubblica popolare cinese portato avanti dal Vaticano, oggi con la stessa libertà avverte i pastori sui rischi che possono nascere da un’interpretazione errata del Sinodo. Zen vede due opposte concezioni ecclesiologiche a confronto. «Da un lato, la Chiesa viene presentata come fondata da Gesù sul fondamento degli apostoli e dei suoi successori, con una gerarchia di ministri ordinati che guidano i fedeli nel loro cammino verso la Gerusalemme celeste». Dall’altro, si parla di una non ben definita si-nodalità, una «democrazia dei battezzati». «(Quali battezzati? Vanno almeno in chiesa regolarmente?). Questa seconda concezione, se viene legittimata, può cambiare ogni cosa, la dottrina della fede o la disciplina della vita morale».di Joseph Zen, vescovo emerito di Hong KongVedendo come si è conclusa la prima sessione del Sinodo sulla sinodalità nella Chiesa, non possiamo far altro che stupirci, dal momento che hanno dichiarato che non è ancora chiaro che cosa sia la sinodalità. Il cardinale relatore del Sinodo afferma: «Stiamo ancora apprendendo, la sinodalità non è un concetto; è un processo e sembra che stiamo procedendo bene». Ma se non è chiaro il concetto di sinodalità, secondo quale criterio si può stabilire che il processo è stato sinodale e che la Chiesa sta diventando sinodale? Partendo dall’etimologia greca della parola, «camminare insieme», la sinodalità è stata scelta come tema della LX Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi; è stato scelto anche un sottotitolo: «Partecipazione e comunione per la missione». [...]Bisogna innanzitutto risolvere un dubbio. Si dice che la sinodalità sia un elemento strutturale fondamentale della vita della Chiesa, ma allo stesso tempo si sottolinea come la sinodalità sia ciò che il Signore si aspetta da noi oggi. Partecipazione e comunione sono ovviamente caratteristiche permanenti della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Ma dire che la sinodalità è «ciò che il Signore si aspetta da noi oggi» non significa affermare che è qualcosa di nuovo? Senza voler vedere in questo una contraddizione, dovremmo ritenere che questo invito alla sinodalità inteso come qualcosa che non è una novità significhi dare un nuovo impulso a qualcosa che è sempre esistito nella Chiesa. la confusione regnaPartendo da questa idea, la nostra diocesi ha affrontato attivamente la prima fase del Sinodo, quella locale (poiché a causa della situazione politica non apparteniamo a nessuna conferenza episcopale, in questa fase abbiamo solo il livello diocesano, e non quello della conferenza episcopale). [...] La diocesi ha fatto un buon lavoro, ma essa non ha studiato l’esatto significato della parola «sinodalità». Concentrando il suo studio sul significato generico del «camminare insieme», non si è presa in considerazione la parola «sinodo», e i sinodi sono una realtà storica. L’aggettivo «sinodale» e il nome astratto «sinodalità» vengono dalla parola «sinodo». Camminare insieme? Sì, ma nella Chiesa chi cammina insieme a chi? Qual è la destinazione di questo cammino? C’è una guida che indichi la corretta direzione? Proprio per rispondere a queste domande la Congregazione per la dottrina della fede ha convocato la Commissione teologica internazionale per redigere il documento intitolato Sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa. Questo documento ovviamente è indicato tra quelli utili per il Sinodo. Ma stranamente la segreteria del Sinodo fa poco riferimento a esso.Leggendo questo documento e il voluminoso documento introduttivo della segreteria del Sinodo, ho avuto l’impressione di trovarmi davanti a due opposte concezioni ecclesiologiche. Da un lato, la Chiesa viene presentata come fondata da Gesù sul fondamento degli apostoli e dei suoi successori, con una gerarchia di ministri ordinati che guidano i fedeli nel loro cammino verso la Gerusalemme celeste. Dall’altro, si parla di una non ben definita «sinodalità», una «democrazia dei battezzati». (Quali battezzati? Vanno almeno in chiesa regolarmente? Hanno una fede basata sulla Bibbia e una forza che viene dai sacramenti?). Questa seconda concezione, se viene legittimata, può cambiare ogni cosa, la dottrina della fede o la disciplina della vita morale. Si dice che non ci sia un’agenda, ma a volte è sembrato il contrario. Come dimenticare quella nota dell’Amoris Laetitia aggiunta al termine di due sinodi sulla famiglia? E quelle decisioni sui viri probati, anche se non sono state inserite nell’esortazione post sinodale del Sinodo sull’Amazzonia? Come possiamo non dirci preoccupati guardando al «cammino sinodale» in Germania? Un gruppo di fedeli laici che si è autoproclamato rappresentativo dei cattolici, insieme a una maggioranza, ma inferiore ai due terzi, dei vescovi cita con un certo compiacimento gli abusi sessuali attribuendone la colpa al clericalismo; partendo da queste premesse concludono che c’è un serio problema nella struttura della Chiesa che richiede una radicale riforma (un rovesciamento della piramide?) e che la morale sessuale insegnata dalla Chiesa dev’essere aggiornata al contemporaneo modo di sentire. [...]terribili sospettiNell’ampio documento della segreteria del Sinodo forse a qualcuno è sfuggita quella terribile e gratuita affermazione secondo cui il più pericoloso ostacolo alla sinodalità sarebbe il clericalismo. Il clericalismo è spesso, in modo tendenzioso, considerato la causa principale degli abusi sessuali, mentre è ovvio che la rivoluzione sessuale è entrata nella Chiesa e anche nei seminari. E quella lunga lista di problemi che solo la sinodalità ci aiuterà a risolvere? È solo un semplice inventario? Leggendola mi è venuto il terribile sospetto che quello che stava a cuore ai redattori del documento fosse l’ultimo elemento della lista, cioè le minoranze con particolari tendenze sessuali, discriminate, disprezzate e marginalizzate nella Chiesa (lì, per la prima volta in un documento della Chiesa, appare, con una certa solennità, l’acronimo Lgbtq). In conclusione, a proposito della prima fase preparatoria del Sinodo, credo che per i promotori di questo Sinodo la prima fase sia stata un grande fallimento. Da questo primo momento forse si aspettavano di raccogliere abbondanti esperienze per costruirci sopra l’edificio della sinodalità. Ma innanzitutto molti, compresa la nostra gente di Hong Kong, non hanno capito che cosa volevano gli organizzatori. Poi la partecipazione dei fedeli in termini di numeri è stata scoraggiante. Statistiche affidabili riportano un numero attorno all’1 per cento, che è comprensibile se si pensa al poco tempo che è stato dato e alle difficoltà create dal Covid-19. Gli organizzatori hanno provato a fare buon viso a cattivo gioco, affermando che c’è stata un’ottima risposta da ogni parte.Nella seconda fase, quella continentale, la metodologia particolare che è stata usata era la cosiddetta «conversazione spirituale». In questa metodologia si prega e poi ognuno condivide la sua esperienza mentre gli altri ascoltano. Poi si prega di nuovo e si parla di nuovo, questa volta integrando quello che si è ascoltato. Si prega di nuovo e si sottolineano i punti di convergenza e di divergenza. Una cosa è la conversazione spirituale e un’altra il dibattito sulle idee. Ma senza un adeguato scambio di idee, come si possono risolvere i problemi? Se ci sono dei problemi bisogna discutere. Ovviamente la discussione deve partire dalla Parola di Dio e dalla Sacra Tradizione della Chiesa. Lo Spirito Santo guiderà la discussione a delle conclusioni condivise, come nel Concilio Vaticano II. [...] Padre Tony Lusvardi, un gesuita canadese, dice che il metodo della «conversazione spirituale» non viene da sant’Ignazio ma dai gesuiti canadesi. Questo metodo non ha come obiettivo il discernimento, ma la ricerca della pace prima del discernimento, in modo da cominciare non con l’anima in subbuglio e litigando, bensì aprendosi alle ispirazioni divine. Inoltre, dice, non si fa discernimento su cose che sono già assodate (se un’azione è già chiaramente peccaminosa non bisogna discernere se va compiuta o no). [...] Imporre questo metodo alle procedure sinodali sembra un accorgimento finalizzato a evitare discussioni. Si è trattato di psicologia e di sociologia, non di filosofia e teologia. [...]vino annacquatoC’è anche qualcosa che merita attenzione: un grande numero di laici, uomini e donne, partecipano al Sinodo con diritto di voto (anche in precedenza c’erano stati religiosi e laici, ma solo come esperti e uditori, senza diritto di voto); ciò significa che questo non è più un Sinodo dei vescovi (come una bottiglia di vino non è più ciò che dovrebbe essere se le viene aggiunta un gran quantità d’acqua). [...]Il Papa può convocare qualsiasi tipo di assemblea per ricevere i consigli che desidera. Ma nei sinodi dei vescovi votano soltanto i vescovi. Chiamare la recente assemblea ibrida «prima sessione del sinodo dei vescovi» è un grave errore.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.