2021-12-14
L’Ue ci vuol fregare con la scusa dei confini
Migranti fermati alla frontiera di Mentone (Getty Images)
La Commissione e Macron intendono modificare Schengen per difendere i Paesi del Nord Europa e per riempire di clandestini quelli di primo approdo. L’Italia, con le mani legate dal Trattato del Quirinale, potrebbe ritrovarsi con l’esercito francese in casa.Mentre l’Italia è presa d’assalto via mare dalla rotta turca e da quella libica e via terra dalla rotta balcanica, l’Europa, che considera l’immigrazione un problema tutto italiano, vorrebbe ora rispedire indietro pure i clandestini che riescono a raggiungere gli altri Paesi. E, così, se non ci saranno intoppi, oggi la Commissione Ue discuterà la revisione del Codice delle frontiere Schengen, al quale lavorano da tempo il commissario Ue agli Affari interni Ylva Johansson e il vicepresidente della Commissione con delega all’immigrazione Margaritis Schinas. La proposta prevede un meccanismo che renda più semplice il respingimento degli irregolari nei Paesi di primo ingresso, ovvero i Med-five: Italia, Spagna, Malta, Grecia e Cipro. Il testo doveva già essere esaminato l’1 dicembre, ma è stato consegnato ai capi di gabinetto solo venerdì mattina. Una tempistica che è apparsa particolarmente sospetta. E che coincide con una scadenza che è già dietro l’angolo: da gennaio a luglio Parigi avrà la presidenza di turno del Consiglio Ue. Emmanuel Macron sembra voler sfruttare l’occasione per la campagna elettorale per la sua rielezione all’Eliseo. E siccome il dossier immigrazione è bloccato da veti e contro veti che non riportano mai in pari il bilanciamento di interessi dei 27 Paesi Ue, vuole rimaneggiare Schengen: «Proteggere le nostre frontiere è una condizione essenziale, sia per garantire la sicurezza degli europei che per affrontare la sfida della migrazione ed evitare le tragedie che abbiamo vissuto», ha detto Macron, aggiungendo che, per evitare un «abuso» del diritto d’asilo in Europa, «avvieremo sotto questa presidenza una riforma dello spazio Schengen». Durante una conferenza stampa, invece, con uno slogan ha reso più esplicito l’obiettivo politico: «Un’Europa sovrana è per me soprattutto un’Europa capace di controllare le sue frontiere». La riforma del Codice delle frontiere Schengen, che stabilisce le norme che consentono di attraversare i Paesi dell’Ue senza controlli ai confini, è, però, una questione particolarmente delicata, perché si intreccia anche con gli spostamenti dei richiedenti asilo. Soprattutto in questo particolare momento. Uno dei punti cardine, come ha annunciato Schinas, è l’introduzione della «definizione di attacco ibrido» per dare un peso giuridico alla «strumentalizzazione» dei richiedenti asilo, come avvenuto ai confini tra Polonia, Lituania, Lettonia e Bielorussia, dove Alexander Lukashenko ha spedito legioni di richiedenti asilo. Tant’è che la Commissione agli inizi di dicembre ha dovuto costruire alcune misure temporanee su diritto d’asilo e rimpatrio per soccorrere i tre Paesi. La proposta, quindi, si fonda su questa premessa: evitare che gli Stati Ue reintroducano controlli alle frontiere (anche se in sei Paesi sono in vigore), disponendo il rientro degli immigrati irregolari nei Paesi di primo ingresso. Ovviamente Francia, Germania, Olanda e Belgio, che gestiscono il numero maggiore di richieste d’asilo in Europa, sono già d’accordo.E allora, tra le eccezioni al codice Schengen strutturate nella proposta dell’esecutivo europeo e infilate tra quelle legate all’emergenza pandemica e a eventuali attacchi terroristici, ne è prevista una sulla gestione delle frontiere esterne, una sugli strumenti per gestire flussi primari e secondari e una che va a rinnovare la cooperazione tra le polizia di frontiera. La firma in pompa magna del Trattato del Quirinale, come è facile immaginare, non rende le cose più semplici per l’Italia. Tant’è che da più parti è stato sollevato il sospetto che si possa arrivare ad avere l’esercito o la gendarmeria francese (ma la questione è identica anche con l’Austria) impegnati sul territorio italiano a evitare che gli immigrati tentino il passaggio da Ventimiglia. Il fenomeno dei passeur che traghettano verso la Francia, d’altra parte, negli ultimi mesi si è riacutizzato: e anche ieri a Imperia un autotrasportatore straniero è stato arrestato dalla polizia stradale mentre cercava di nascondere alcuni immigrati a bordo di due tir in sosta nell’area di servizio Bordighera Nord dell’Autostrada A10. L’Ue, quindi, aprendo alla possibilità che ci siano controlli alle frontiere nell’area Schengen, anche se solo in casi eccezionali, ovvero se un Paese membro è chiamato ad affrontare movimenti secondari massicci spiegando di non poter mettere in campo soluzioni alternative, promuoverà con forza il ricorso a pattugliamenti congiunti delle frontiere e alla conclusione di accordi bilaterali. «Se la proposta è quella che leggiamo in queste ore sulle indiscrezioni di stampa c’è da mettersi le mani nei capelli», commenta con La Verità il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni (Lega). Secondo Molteni, «la Francia vuole intervenire sui flussi secondari difendendo i confini nazionali. Ma dovrebbe fare lo stesso l’Italia, che aveva trovato un importante ed efficacissimo strumento nei decreti Sicurezza voluti da Matteo Salvini. Si è detto che bisognava affrontare il fenomeno immigrazione in un’ottica globale, ma non è andata così. Ora, quindi, per arginare i flussi bisogna evitare che questi raggiungano le frontiere. Per questo», conclude il sottosegretario, «ci auguriamo che il presidente Mario Draghi intervenga in modo perentorio a difesa dell’Italia». La proposta è destinata a un iter di codecisione: servono di fatto il via libera di Parlamento e Consiglio europeo. Secondo fonti europee è molto difficile che il testo approdi alla riunione dei leader prevista per giovedì prossimo. Ma la strada sembra già tracciata.