2021-09-21
Gli istituti chiudono di nuovo. Ma invece di fare mea culpa chiedono di vaccinare i bimbi
Lezioni a distanza già per 5.000 studenti: gli entusiasmi per il ritorno a scuola vanificati dal flop su bus e classi pollaio. Eppure tutto diventa pretesto per reclamare più punture.È puntualmente accaduto ciò che era stato ampiamente previsto: in tutta Italia ci sono migliaia di ragazzi costretti a seguire le lezioni tramite didattica a distanza. Secondo un sondaggio realizzato da Ilvo Diamanti per Repubblica, ben il 54% dei genitori interpellati è stanco della dad, e giustamente aspettava con ansia - anzi, pretendeva - il ritorno in presenza. Un'aspettativa più che legittima, dato che Patrizio Bianchi, da quando è in carica, ha assicurato alla nazione più e più e più volte che gli studenti sarebbero rientrati in classe normalmente.Giusto il 10 settembre, in un'intervista alla Stampa, il ministro dell'Istruzione decretava: «La dad è finita, non ha funzionato l'idea che si possa sostituire la didattica in presenza con una surrogata». Eppure ieri, proprio sulla Stampa, si leggevano dati impietosi: «Già più di 200 classi e oltre 5.000 studenti costretti alle lezioni a distanza». Tutto questo a una settimana dall'inizio delle lezioni, e con due regioni (Puglia e Calabria) in cui gli istituti hanno aperto i battenti soltanto ieri. Con il clima che ancora fornisce una mano attenuando le temperature, è un pessimo inizio: più che sufficiente per invitare Bianchi alle dimissioni. Un fallimento così plateale non si vedeva da tempo, e in realtà non riguarda soltanto l'evanescente responsabile dell'Istruzione, ma l'intera schiera di politici e politicanti che hanno ripetuto a pappagallo negli ultimi mesi: «Mai più dad!». Bene, bravi: adesso datevi una pacca sulle spalle da soli e preparate gli scatoloni, casomai vi sia rimasto un pizzico di dignità (ma ne dubitiamo).A quanto risulta, la situazione non è destinata a migliorare. Secondo l'Associazione nazionale presidi, che i casi di classi in quarantena aumentino è semplicemente «inevitabile». I contagi, dice l'onnipresente portavoce dell'associazione, Antonello Giannelli, «è ovvio che aumenteranno, visto che in Italia ci sono 400.000 classi con una media di 20 alunni ciascuna».Di fronte a questi numeri, a dire il vero, ci sarebbero vari approcci possibili. Ad esempio, si potrebbe tenere conto del fatto che la stragrande maggioranza dei positivi rintracciati nelle scuole sono in realtà asintomatici. Insomma, sono bambini e ragazzi che stanno bene, che guariranno dal Covid tendenzialmente senza particolari complicazioni e che, alla fine, avranno ottenuto anche ottenuto l'immunità dal virus. Che vuol dire? Beh, che forse si potrebbe evitare di spedire intere classi in quarantena. In Germania e in Danimarca hanno adottato un approccio di questo tipo: se un alunno si contagia, restano a casa oltre a lui solo i compagni che gli stavano più vicini. Non è il massimo, ma sempre meglio che spedire decine di bambini a casa, fra le amorevoli braccia di una baby sitter a cui papà e mamma dovranno richiedere il green pass.Purtroppo il governo ha scelto un approccio molto diverso, cioè continua a confondere il contagiato con il malato e insiste a presentare i piccoli positivi come untori pronti a sterminare nonni e genitori. Nonostante questi ultimi siano in grandissima parte vaccinati con doppia dose (come si può dedurre dai dati ufficiali), si prosegue a spargere terrore, e a danneggiare i più giovani costringendoli alla reclusione.E non è mica finita qui, perché il dramma vero è un altro, ed è molto più subdolo. Invece di riconoscere la clamorosa débâcle di Bianchi e metterlo alla porta, il governo e i suoi corifei stanno cercando di trasformare una disfatta in un punto a favore della loro delirante strategia. Occhio ai dettagli, perché è lì che alligna il demonio. Nota La Stampa che il virus può «colpire più facilmente […] pure nelle scuole dell'infanzia ed elementari, dove i bambini non sono (perché non possono) essere vaccinati». Il Corriere della Sera elabora la medesima considerazione. Dopo aver cercato di nascondere i numeri umilianti («Sono poche centinaia su oltre 300.000 le classi in quarantena», è il grottesco titolo) il giornale di via Solferino spiega che «i contagi sono soprattutto tra i più piccoli, nelle materne e negli istituti comprensivi (elementari e medie) dove i bambini non possono essere vaccinati».Dove si voglia andare a parare è piuttosto chiaro. Si parla del ritorno in dad per suggerire l'idea che la colpa dei focolai persistenti sia, ancora una volta, dei bambini e dei ragazzi che non sono vaccinati. La conclusione del perverso ragionamento è automatica: per evitare la didattica a distanza bisognerebbe vaccinare anche i bambini. Giusto ieri – con ammirevole tempismo – Pfizer e Biontech hanno annunciato che, in base ai loro studi clinici, il vaccino risulta «sicuro e ben tollerato» persino dai piccoli fra i 5 e gli 11 anni, i quali avrebbero mostrato una «risposta immunitaria robusta». Le due case farmaceutiche fanno sapere che a brevissimo chiederanno agli enti regolatori l'approvazione dei prodotti destinati ai fanciulli.E così il circolo si chiude. Il governo non è intervenuto sui trasporti, ha fatto pochissimo per limitare il numero di alunni e studenti per classe, ma ha continuato a promettere - fuori da ogni logica - che la dad sarebbe stata evitata. Quando è accaduto ciò che doveva accadere (nuove quarantene per i ragazzini) ecco che il fallimento diviene il pilastro su cui iniziare a impostare la strategia per l'immediato futuro: punture ai bambini. Numerosi studi ed esperti sconsigliano vivamente di toccare i piccini, l'osservazione della realtà fuga ogni dubbio mostrando che i bimbi non rischiano la vita né conseguenze pesanti se si contagiano, ma sembra che tutto ciò non conti nulla. L'unico orizzonte che i politici riescono a immaginare, come sempre, è l'iniezione. Forse quelli da mettere in quarantena sono loro.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)