2025-06-12
Israele pronto ad attaccare l’Iran Trump: «Qualcosa può accadere»
Donald Trump e Benjamin Netanyahu (Ansa)
Tensioni sul programma nucleare di Teheran, Washington richiama i connazionali.L’annuncio dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, secondo cui l’Iran non sta rispettando i suoi impegni nucleari e detiene uranio arricchito al 60%, sta suscitando preoccupazione in Israele e negli Stati Uniti. Si tratta di un livello prossimo a quello richiesto per le armi nucleari, e il rifiuto dell’Iran di collaborare con gli ispettori sta aumentando le preoccupazioni circa gli ulteriori sviluppi. L’Iran ha annunciato che aprirà un nuovo sito di arricchimento e aggiornerà le centrifughe in uso, il che potrebbe accelerare il tasso di arricchimento. Nonostante l’escalation delle tensioni nella regione, il ministro degli Esteri dell’Oman, Badr Albusaidi, ha confermato giovedì su X che Muscat ospiterà domenica il sesto ciclo di colloqui sul dossier nucleare tra Stati Uniti e Iran. Fonti citate da CbsNews riferiscono che Israele avrebbe notificato agli Stati Uniti la propria disponibilità a intraprendere un’azione militare contro l’Iran. Secondo l’emittente, l’amministrazione americana teme che una simile escalation possa spingere Teheran a colpire obiettivi statunitensi, in particolare in Iraq. È anche per questo motivo che, nella giornata di ieri, Washington ha consigliato ad alcuni cittadini americani di lasciare la regione. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha sollevato preoccupazioni circa una possibile offensiva israeliana contro i siti nucleari iraniani, affermando che un attacco «potrebbe effettivamente verificarsi», nel contesto di un’escalation crescente attorno al programma atomico di Teheran. «Non direi che sia imminente, ma sembra qualcosa che potrebbe davvero accadere», ha dichiarato Trump rispondendo alla domanda di un giornalista. Poi ad una domanda su come ridurre le tensioni con Teheran, Trump ha ribadito la sua posizione: «Non possono ottenere un’arma nucleare. È molto semplice: non possono avere un’arma nucleare». Il ministro della Difesa iraniano, Aziz Nasirzadeh, ha dichiarato mercoledì che «qualsiasi attacco contro l’Iran verrebbe seguito da una risposta diretta contro le basi militari statunitensi presenti nella regione». Un alto esponente del governo di Teheran, citato dal New York Times, ha rivelato che le autorità civili e militari iraniane hanno già predisposto un piano per un’immediata rappresaglia contro Israele, che prevede il lancio di centinaia di missili balistici. Nel mese di ottobre, la Repubblica islamica ha effettivamente scatenato un massiccio attacco missilistico contro Israele. Tuttavia, la maggior parte dei razzi è stata intercettata grazie ai sistemi di difesa aerea israeliani e al supporto fornito dagli alleati regionali e dagli Stati Uniti. I raid di rappresaglia condotti da Israele nello stesso mese inflissero gravi danni alle difese aeree iraniane. Secondo diversi analisti, Tel Aviv potrebbe colpire nuovamente con un’operazione militare preventiva, approfittando della finestra temporale in cui la Repubblica islamica non ha ancora ripristinato appieno il proprio apparato di difesa antiaerea. Ma Israele può attaccare l’Iran senza l’aiuto Usa? Dal punto di vista tecnico e strategico tale scenario appare poco plausibile. Gli impianti per l’arricchimento dell’uranio in Iran sono stati progettati per resistere ad attacchi esterni: si trovano a centinaia di metri di profondità, nascosti nelle montagne, in alcuni casi fino a mezzo chilometro sottoterra. Per danneggiarli, o anche solo raggiungerli, sarebbero necessarie bombe «bunker buster» di ultima generazione, armamenti di cui l’esercito israeliano non dispone ma che sono in possesso degli Stati Uniti. Inoltre, un’operazione aerea di tale portata richiede il rifornimento in volo dei caccia dell’aeronautica israeliana, un’operazione complessa che, allo stato attuale, non può essere realizzata senza il sostegno operativo americano. Domenica al termine dei colloqui in Oman tra Iran e Usa ne sapremo certamente di più.
Matteo Salvini (Imagoeconomica)
La stazione di San Zenone al Lambro, dove il 30 agosto scorso un maliano ha stuprato una 18enne (Ansa)