2024-08-27
I sindaci di Israele contro il governo: «Debole in Libano, ci bruciano vivi»
Benjamin Netanyahu (Ansa)
Netanyahu in imbarazzo per l’ultima provocazione del suo ministro, Ben Gvir: «Costruirei una sinagoga sul Monte del Tempio». L’esecutivo smentisce. Hamas blocca ancora i colloqui per la pace in corso al Cairo.Ieri il ministro dell’Istruzione israeliana Yoav Kisch e il capo del Comando del fronte interno hanno avuto un acceso incontro con i sindaci delle città del Nord di Israele. I dirigenti comunali si sono mostrati molto contrariati con Kisch per quello che hanno considerato «un attacco insufficiente delle Idf contro Hezbollah» avvenuto domenica. A loro avviso l’azione militare «non è stata adeguata a ristabilire la deterrenza contro il gruppo terroristico libanese». Come scrive Times of Israel, i toni si sono fatti molto accesi con il presidente del Consiglio regionale di Mateh Asher, Moshe Davidovitch, che si è scagliato contro Kisch: «Questo governo non verrà mai, mai perdonato. Il fatto che ci abbandoniate e lasciate che ci brucino vivi sarà registrato per sempre. Ci abbandonate e ci gettate in pasto ai cani. I residenti non vi interessano. Ho deciso che non comunicherò più con il governo». Il ministro degli Esteri e primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, è arrivato ieri in visita a Teheran dove ha incontrato il suo omologo iraniano, Abbas Araghchi. Secondo una nota dell’agenzia di stampa Mehr, il capo della diplomazia qatariota ha avuto anche un incontro con il presidente iraniano Masoud Pezeshkian con il quale ha discusso degli sviluppi recenti nella regione. Araqchi ha espresso l’apprezzamento dell’Iran per gli sforzi del Qatar nel tentativo di raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Durante l’incontro a Teheran con il suo omologo qatariota, Araqchi ha dichiarato che l’Iran «sosterrà qualsiasi accordo che venga approvato dai nostri amici nella resistenza palestinese e da Hamas». La dichiarazione è stata riportata in una nota del ministero degli Esteri della Repubblica Islamica. A proposito di questo, i colloqui riguardanti un possibile cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi si sono conclusi domenica al Cairo senza giungere a un accordo, come hanno riferito a Reuters due fonti della sicurezza egiziana, ma «proseguiranno nei prossimi giorni». Le fonti hanno inoltre dichiarato che né Hamas né Israele hanno accettato i vari compromessi proposti dai mediatori. Tuttavia, un funzionario statunitense citato da Axios ha descritto i colloqui del Cairo come «costruttivi», sottolineando che «tutte le parti hanno partecipato con l’intenzione di raggiungere un accordo finale e attuabile». Quello che è certo è che domenica sera Hamas ha nuovamente rifiutato una proposta di accordo per la liberazione degli ostaggi. Osama Hamdan, un alto funzionario di Hamas, ha dichiarato ad Al Aqsa Tv: «Israele ha posto nuove condizioni per accettare l’accordo e ha fatto marcia indietro rispetto a quanto concordato in precedenza. Non accetteremo alcun ritiro da quanto concordato il 2 luglio né nuove richieste». Il ministro degli Esteri iraniano ha di nuovo parlato delle potenziali ritorsioni di Teheran in risposta all’assassinio del leader di Hamas, Ismail Haniyeh. Abbas Araghchi ha dichiarato di aver discusso di questo tema durante una conversazione telefonica con il ministro Antonio Tajani. Araghchi ha scritto su X che «la reazione dell’Iran all’attacco terroristico israeliano a Teheran sarà misurata e ben calcolata» e ha aggiunto che l’Iran «non teme l’escalation, ma non la cerca a differenza di Israele». Il presidente palestinese Mahmoud Abbas è arrivato ieri sera a Riad per una visita ufficiale e oggi vedrà i membri del governo saudita. Non bastassero i problemi tra Israele e Hamas, anche l’Egitto ha ribadito il suo rifiuto della presenza israeliana al valico di frontiera di Rafah o lungo il Corridoio di Filadelfia, come riportato da una fonte autorevole che ha citato l’emittente statale Al Qahera News TV. Per Israele si tratta di un punto cruciale nei colloqui di cessate il fuoco per Gaza, mediati da Stati Uniti, Egitto e Qatar. Mentre scriviamo stanno risuonando le sirene anti-razzi in diverse comunità nel nord di Israele ed è il primo allarme del genere dopo il massiccio bombardamento di domenica mattina. Anche ieri sono proseguite le operazioni delle Idf ed è stato distrutto dagli ingegneri dell’esercito un tunnel di Hamas situato alla periferia di Deir Al Balah, nella zona centrale della Striscia di Gaza. Operazioni anche nel Libano meridionale con l’aviazione di Gerusalemme che ha colpito gli edifici utilizzati da Hezbollah a Tayr Harfa e Kafr Kila, nel Libano meridionale. Intanto, diventa sempre più difficile contenere gli eccessi verbali del ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, che in un’intervista alla radio dell’esercito ha dichiarato: «La politica permette di pregare sul Monte del Tempio, c’è parità di diritto tra ebrei e musulmani e io ci costruirei una sinagoga». L’Autorità nazionale palestinese ha affermato che «la dichiarazione del ministro della Sicurezza israeliano che propone la costruzione di una sinagoga sul Monte del Tempio a Gerusalemme rappresenta un chiaro appello per distruggere la moschea di Al Aqsa e sostituirla con un luogo di culto ebraico». Come scrive Times of Israel l’ufficio del premier Benjamin Netanyahu è intervenuto per calmare le acque con una dichiarazione successiva all’intervista di Ben Gvir, pur senza menzionarlo direttamente: «Non c’è alcun cambiamento dello status quo sul Monte del Tempio». Sempre alta la tensione nel Mar Rosso: la missione europea Aspides ha condiviso su X delle fotografie che mostrano la nave Sounion, battente bandiera greca, che è stata incendiata lo scorso 23 agosto dopo essere stata attaccata dagli Houthi. Attualmente sono stati rilevati incendi in almeno cinque punti.
L'ex procuratore di Pavia Mario Venditti (Ansa)
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