2025-02-18
Israele alza la posta sugli ostaggi e mantiene le posizioni in Libano
Tel Aviv vuole 6 rilasci invece che 3 entro sabato. Saranno 5 gli avamposti oltre confine.A ridosso della scadenza dei termini del completo ritiro delle truppe israeliane dal Libano, fissata per oggi, pare che Gerusalemme non se ne andrà via del tutto. Secondo quanto riportato dal Times of Israel, un funzionario israeliano avrebbe confermato che Israele manterrà la sua presenza nel Paese in «cinque punti strategici che controllano le comunità nel Libano meridionale e le nostre comunità al confine», aggiungendo anche che «Israele continuerà a far rispettare con vigore il cessate il fuoco in Libano».La notizia è stata subito commentata dal presidente libanese, Joseph Aoun, che ha dichiarato: «L’opzione guerra non funziona», spiegando quindi che Beirut «procederà per via diplomatica perché il Paese non può più tollerare un nuovo conflitto». Ma secondo un funzionario libanese e due diplomatici stranieri, come riportato da Reuters, probabilmente le truppe israeliane lasceranno i villaggi nel Sud del Paese, ma stanzieranno in alcuni punti di osservazione anche in vista del ritorno dei residenti israeliani nel Nord di Israele il primo marzo. Proprio in Libano, nella città di Sidone, collocata a circa 40km a Sud da Beirut, è stato eliminato dall'aeronautica militare israeliana il capo operativo di Hamas nel Paese, Muhammad Shaheen. L’annuncio è arrivato dall’Idf che ha commentato: «Shaheen è stato eliminato dopo aver pianificato di recente attacchi terroristici, diretti e finanziati dall’Iran, dal territorio libanese contro i cittadini dello stato di Israele». Nel frattempo è arrivato un carico di bombe ad alto potenziale dagli Usa.E se Hamas dovrebbe consegnare giovedì i corpi di cinque ostaggi israeliani morti durante la prigionia, da parte di Israele è arrivata la richiesta di rilasciare sei ostaggi vivi, anziché tre il prossimo sabato. In cambio Gerusalemme farà entrare centinaia di roulotte nella Striscia. Intanto continuano a susseguirsi i pareri sul futuro del territorio e sugli attori che saranno chiamati a gestire Gaza. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha sottolineato: «Né Hamas, né l’Autorità nazionale palestinese saranno presenti a Gaza» una volta terminato il conflitto. In questo modo Bibi ha anche chiarito la posizione israeliana visto che sui media arabi è circolata la voce che Hamas avesse dato il via libera ad Anp di controllare la Striscia. Netanyahu ha anche ribadito l’impegno «nel piano del presidente Donald Trump per creare una Gaza diversa». Sul futuro di Gaza emergono quindi ben evidenti le fratture tra la visione europea e quella israeliana nonché americana. Se per il leader israeliano «i gazawi dovrebbero poter scegliere di andare via», di tutt’altro avviso è l’Europa. Secondo Reuters, infatti, l’Ue comunicherà la prossima settimana a Gerusalemme che la popolazione di Gaza ha il diritto di tornare in quel territorio con Bruxelles disposta a contribuire alla ricostruzione. Nel frattempo, sempre sul futuro della Striscia con particolare attenzione al piano americano, si è focalizzato l’incontro ieri a Riad, in Arabia Saudita tra il segretario di stato americano Marco Rubio e il principe Mohammed bin Salman. Mentre i colloqui bilaterali procedono, a restare in attesa è invece il summit su Gaza previsto al Cairo il 27 febbraio. Il vicesegretario generale aggiunto della Lega Araba ha infatti confermato che per motivi logistici il vertice potrebbe essere rinviato di alcuni giorni.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.