
Masoud Pezeshkian elogia Hamas e i ribelli Huthi. La falsa narrazione che il neo presidente iraniano sia un moderato o un riformatore si scontra con la dura realtà. In realtà in Iran nulla cambierà. Lo scorso 14 luglio, il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ha ringraziato l'Iran per il suo supporto al gruppo palestinese in una telefonata con il presidente eletto della Repubblica Islamica, Masoud Pezeshkian. «Apprezziamo l'Iran per il ruolo nel sostenere la causa palestinese e chiediamo maggiori sforzi politici e diplomatici per porre fine all'aggressione di Israele», ha dichiarato Haniyeh, capo dell'ufficio politico di Hamas, a Pezeshkian, secondo i media statali iraniani. La loro conversazione si è tenuta tre giorni dopo che Pezeshkian ha inviato a Haniyeh una lettera promettendo «un pieno sostegno al popolo oppresso della Palestina fino a quando tutte le loro aspirazioni e diritti non saranno realizzati e Al-Quds (Gerusalemme) sarà liberata».Pezeshkian ha anche parlato con un leader dei ribelli Houthi in Yemen, Mahdi al-Mashat, che funge da presidente del Consiglio Politico Supremo del paese. Gli Houthi, uno dei diversi proxy iraniani nella regione, hanno cercato di espandere il conflitto tra Israele e Hamas a Gaza attaccando le spedizioni commerciali nel Mar Rosso. Durante la chiamata, Pezeshkian ha elogiato «le operazioni militari di lunga durata dello Yemen contro le navi collegate a Israele in alto mare per la sua guerra nel territorio assediato». Ha anche promesso che la sua amministrazione « si impegnerà ad espandere ulteriormente i legami con gli Houthi» Secondo Seth J. Frantzman, Adjunct Fellow della Foundation for defense of democracies (Fdd), «Pezeshkian ha dimostrato che continuerà la politica del suo predecessore nel sostenere i gruppi terroristici in tutto il Medio Oriente. Ciò include il sostegno iraniano a Hamas, ai ribelli Houthi, a Kataib Hezbollah in Iraq e a Hezbollah in Libano nei loro attacchi a Israele e nelle loro minacce contro l'Occidente». I mullah di Teheran sostengono che Pezeshkian è un riformista e che Washington dovrebbe offrirgli concessioni, anche più di quelle già fatte. Tuttavia, si tratta di un inganno costruita a tavolino e di una trappola perché Pezeshkian non è né moderato né riformista. Per quattro decenni, Washington ha fatto concessioni al regime islamista di Teheran, aumentando solo il pericolo che il regime pone agli Stati Uniti e a Israele. Questo atteggiamento deve finire ed essere sostituito con la massima pressione sul regime e un massimo sostegno al popolo iraniano e qui il probabile arrivo alla Casa Bianca di Donald Trump sarà propedeutico a questo scopo. Nonostante sia ampiamente descritto in alcune parti dei media occidentali come un «moderato» e un «riformatore» che ammorbidirà la politica estera iraniana, Pezeshkian ha fedelmente riecheggiato la retorica bellicosa del regime di Teheran nei confronti di Israele dalla sua elezione del 5 luglio. Prova ne è che in uno dei suoi primi atti, Pezeshkian ha inviato un messaggio al segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, il 7 luglio, sottolineando che l'Iran «ha sempre sostenuto la resistenza del popolo della regione contro il regime sionista illegittimo. Questa posizione è radicata nelle politiche fondamentali della Repubblica Islamica dell'Iran, negli ideali del defunto Imam Khomeini e nella guida del Leader Supremo». Altra prova che nulla cambierà e che l'Iran manterrà la sua posizione di linea dura con Pezeshkian è nella descrizione del rapporto con la Cina e la Russia, che ha lodato in una dichiarazione del 13 luglio: «La Cina e la Russia ci sono costantemente al fianco durante i tempi difficili. Apprezziamo profondamente questa amicizia. La Russia è un prezioso alleato strategico e vicino all'Iran, e la mia amministrazione rimarrà impegnata ad espandere e migliorare la nostra cooperazione», ha affermato il presidente iraniano. Masoud Pezeshkian ha anche rassicurato il presidente siriano Bashar al-Assad il 9 luglio che la Repubblica Islamica continuerà a sostenere la Siria e le sue forze di «resistenza». Tutte le dichiarazioni di Pezeshkian a sostegno delle deleghe iraniane sono state ampiamente riportate dai media della Repubblica Islamica, un modo per rimarcare la determinazione di Teheran a mantenere e rafforzare i legami con questi gruppi.
Alessandra Coppola ripercorre la scia di sangue della banda neonazi Ludwig: fanatismo, esoterismo, violenza e una rete oscura che il suo libro Il fuoco nero porta finalmente alla luce.
La premier nipponica vara una manovra da 135 miliardi di dollari Rendimenti sui bond al top da 20 anni: rischio calo della liquidità.
Big in Japan, cantavano gli Alphaville nel 1984. Anni ruggenti per l’ex impero del Sol Levante. Il boom economico nipponico aveva conquistato il mondo con le sue esportazioni e la sua tecnologia. I giapponesi, sconfitti dall’atomica americana, si erano presi la rivincita ed erano arrivati a comprare i grattacieli di Manhattan. Nel 1990 ci fu il top dell’indice Nikkei: da lì in poi è iniziata la «Tokyo decadence». La globalizzazione stava favorendo la Cina, per cui la nuova arma giapponese non era più l’industria ma la finanza. Basso costo del denaro e tanto debito, con una banca centrale sovranista e amica dei governi, hanno spinto i samurai e non solo a comprarsi il mondo.
Matteo Lepore (Ansa)
Quella che in un istituto era stata presentata come la «Giornata della cittadinanza» si è rivelata essere della mera propaganda pro immigrazione, mascherata da attività extra didattica. Fdi: «Denunceremo».
Doveva essere una sorta di lezione civica rivolta agli studenti. La comunicazione arrivata ai genitori degli allievi delle medie della scuola Guido Guinizelli di Bologna citava testualmente «Un evento gratuito», che si sarebbe svolto il 20 novembre dalle 10 alle 13 al Teatro Manzoni per la «Giornata della cittadinanza 2025». Luca (nome di fantasia) non ha esitato a dare il suo consenso, convinto che per la figlia dodicenne Margherita poteva essere un momento didattico.
Cosa ci dice il caso Garofani di ciò che avviene sul Colle? Ne discutono Giuseppe Cruciani e Massimo de' Manzoni.





