2023-04-02
Un ippodromo, campi da padel, fiori. Nel Pnrr c’è pure il Paese dei balocchi
Nell’elenco dei progetti finanziati dal Piano di ripresa e resilienza si trova davvero di tutto: un fiume di denaro che viene distribuito a pioggia sul territorio. Con il rischio di mancare il vero obiettivo del rilancio dell’economia.Come spesso accade, in Italia e non solo, il modo migliore per non far capire al popolo la realtà delle cose è usare parole complicate. Parole o acronimi: in questi giorni il Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, è diventato argomento di discussione non solo tra addetti ai lavori, ma pure al bar, al parco, in piazzetta. «Ma tu hai visto che rischiamo di perdere il Pnrr?», dice la massaia alla sua amica di sempre incontrata al mercato, ma molto probabilmente alla maggioranza degli italiani sfugge un dettaglio, che poi tanto dettaglio non è: tra i progetti che devono essere finanziati con questi famigerati 190 miliardi di euro in arrivo dall’Unione europea (70 a fondo perduto, 121 in prestito), ci sono una marea di iniziative che, per quanto possano essere interessanti per le comunità interessate, sembrano francamente non avere nulla a che fare con l’obiettivo del Piano, ovvero rilanciare l’economia italiana dopo la pandemia e permettere lo sviluppo verde e digitale del Paese. Abbiamo spulciato un po’ di documenti e vi proponiamo qualche esempio di progetti finanziati con il Pnrr che non si comprende come possano rilanciare l’economia italiana (nel prossimo numero di Panorama troverete uno speciale sul tema).A Marsala, in contrada Scacciaiazzo, nella campagna trapanese, due milioni e mezzo di euro sono stati destinati alla realizzazione di un ippodromo. Non si sa bene quale spinta all’economia italiana ne deriverà, ma almeno i cittadini della zona potranno divertirsi un po’ scommettendo sulle corse. Più coerente con l’obiettivo del Pnrr sarebbe l’impegno di spesa di 300 milioni di euro destinati alle Città metropolitane per piantare 6 milioni di alberi, nell’ambito di un’operazione di «forestazione urbana, periurbana ed extraurbana». In sostanza, realizzare boschi e boschetti lungo la penisola. I carabinieri, che hanno controllato a che punto era questa piantumazione su mandato della Corte dei conti, hanno però purtroppo verificato che di questi alberi, è il caso di dirlo, non si vede nemmeno l’ombra. Degli 84 milioni stanziati per il 2022, ad esempio, 14 sono andati a Messina per piantare 440.000 piantine, ma i controlli hanno fatto emergere che fino ad ora non è spuntata nemmeno una foglia; stesso discorso per i 118.000 alberelli previsti a Catania e i 217.000 di Palermo; a Bari sono stati impegnati solo i soldi per le progettazioni: poco meno di 100.000 euro; a Roma il sindaco Roberto Gualtieri ha tentato di sostituire la piantumazione degli alberelli con la semina in vivaio, ma i carabinieri hanno bocciato l’idea: «Trattasi di attività extra progettuale che esula dagli interventi finanziabili»; a Milano, Beppe Sala non è riuscito a individuare i 30 ettari necessari a piantare alberelli e ha perso 12 milioni. Passiamo al turismo: un progetto da 114 milioni è stato promosso dall’Enit per «il collegamento all’intero ecosistema turistico», in sostanza un doppione di siti come Booking.com. Ben 300 milioni sono destinati a Cinecittà, mentre la bellezza di 424 milioni andrebbero investiti per veicoli di servizio aeroportuali elettrici che, però, non si sa come verrebbero alimentati. Un capitolo a parte merita il padel, sport assai di moda e protagonista del Pnrr: 2 milioni e mezzo di euro sono stati destinati per il centro sportivo di Bollate, e serviranno, tra le altre cose, per costruire tre nuovi campi da gioco. Ancora padel a Macerata, dove sono stati stanziati due milioni di euro per un progetto che, oltre a due campi da gioco prevede pure la realizzazione di una pista da sci in sintetico con impianto di risalita.Il padel conquista Collarmele, paesino di 897 abitanti in provincia dell’Aquila, dove è in arrivo un milione e mezzo di euro per progetti di rigenerazione urbana un incubatore di star up, ma anche costruire la copertura della tribuna del campo da calcio, ristrutturare quello di calcetto e crearne uno apposito per lo sport che va tanto di moda. Il Comune di Cavriglia, in provincia di Arezzo, si è invece aggiudicato ben 4 milioni di euro del bando Pnrr sport per realizzare tra l’altro un campo da golf da 18 buche (quello attuale, da sole 12 buche, non bastava). Il Pnrr tiene molto alla forma fisica e non a caso un capitolo sostanzioso di finanziamenti riguarda le ciclovie turistiche: si prevedono ben 1.235 chilometri di nuove piste ciclabili lungo le quali i turisti amanti della bici potranno scorrazzare in allegria. Nel dettaglio: 51 milioni vanno alla ciclovia Vento (Venezia-Torino); 22,5 milioni alla ciclovia Sole (Verona-Firenze); 14 milioni alla ciclovia Grab (Grande Raccordo Anulare delle biciclette di Roma); 39,5 milioni alla ciclovia dell’Acquedotto pugliese (da Caposele in provincia di Avellino a Santa Maria di Leuca in provincia di Lecce attraverso la Campania, la Basilicata e la Puglia); 74 milioni alla ciclovia Adriatica; 44,5 milioni alla Tirrenica; 30 milioni alla ciclovia del Garda; 33 milioni alla ciclovia della Sardegna; 61,5 milioni alla ciclovia Magna Grecia (Basilicata-Calabria-Sicilia) e 30 milioni alla ciclovia Trieste-Lignano-Sabbiadoro-Venezia. Con tutto il rispetto per il cicloturismo, ma quanti sono gli stranieri che vengono in Italia per girare in bicicletta? Quale sarà l’apporto concreto di queste ciclovie al rilancio dell’economia italiana? Non si sa.Quello che si sa è che il Pnrr contiene altre curiosità come, ad esempio, quella del Comune di Livemmo, in Provincia di Brescia, che ha 200 abitanti e ha ricevuto 20 milioni di euro: non abbiamo alcun dubbio sul fatto che diventerà una delle capitali del turismo internazionale. Il Pnrr destina, inoltre, la bellezza di 135 milioni di euro per ristrutturare 30 Comuni montani e «sostenere lo sviluppo resiliente dei territori rurali e di montagna, favorendo la nascita e la crescita di comunità locali, anche tra loro coordinate e associate, attraverso il supporto all’elaborazione, il finanziamento e la realizzazione di piani di sviluppo sostenibili dal punto di vista energetico, ambientale, economico e sociale»: tutto bellissimo, se solo riuscissimo a capire quali saranno le ricadute sulla occupazione e sulla rinasciata dell’economia italiana. In sintesi, gli esempi che abbiamo elencato, solo una minima parte delle tante curiosità che ci riservano i progetti del Pnrr, servono a chiarire, o almeno a tentare di chiarire, che questo benedetto Piano è un fiume di denaro che si divide in migliaia di piccoli rivoli, dando luogo a una sorta di strategia «a pioggia» che rischia, alla fine dei conti, di non ottenere l’effetto sperato. Per non parlare di quanti saranno i progetti che non riusciranno a vedere la luce prima delle scadenze imposte dall’Europa, col risultato di indebitare ancora di più il nostro paese. L’unica cosa sicura è che diventeremo un paese di santi, poeti, navigatori e giocatori di padel, il che è comunque un risultato.