2018-07-16
«Io, unico abitante del paese fantasma, vivo solo ma chiudo la porta a chiave»
Giuseppe Spagnuolo di Roscigno Vecchia, nel cuore del Parco nazionale del Cilento: «Sono andati via tutti, sono rimaste soltanto capre e mucche. Ma non mi fido: con tutti gli immigrati che ci sono in giro...».Roscigno Vecchia, nel cuore del Parco nazionale del Cilento, è un paese speciale. Ha un solo abitante: Giuseppe Spagnuolo. Per tutti, Giuseppe è il guardiano del borgo fantasma, l'uomo che vive in questo villaggio dimenticato dove il tempo si è fermato. Sessanta anni fa, a causa dell'instabilità del terreno, ai cittadini viene chiesto di andar via e trasferirsi nel nuovo paese: Roscigno Nuova. La parte vecchia non viene però demolita: è ancora oggi un museo a cielo aperto. C'è chi l'ha definita la «Pompei del Novecento» ed è nella lista dei patrimoni dell'Unesco. Giuseppe accoglie i numerosi turisti che ogni giorno arrivano da tutto il mondo per ammirare questo spettacolo.Oggi quante persone sono arrivate in paese?«Dieci, quindici persone».Da dove?«Bolzano, Verona».Cosa le hanno detto?«Hanno ringraziato l'unico superstite».Perché vive da solo in un paese fantasma?«Quanto tempo ha?».Mi racconti…«Non ho fatto progetti. Tutto è accaduto per caso. Ma prima di trasferirmi qui, già facevo l'eremita».Dove?«Sempre in zona, avevo una piccola proprietà lontana da tutto e tutti».Ma lei ha vissuto anche al Nord…«Nel 1963 sono partito per la Lombardia, aiutante carpentiere. Poi, negli anni Settanta, sono andato a fare lo spaccapietre in Svizzera». Perché non è rimasto lì?«A un certo punto l'impresa è andata in difficoltà. Ero l'ultimo arrivato, sono stato il primo a dover andare via: mi hanno licenziato».Così è tornato al Sud?«Sì, sono tornato a vivere con la mia famiglia. Poi sono stato costretto a lasciare casa e sono andato a vivere da solo in campagna».Perché è stato costretto?«Meglio non parlarne».Nel 1997 si trasferisce a Roscigno Vecchia.«In paese eravamo in due: io e Dorina».Chi è Dorina?«Chi era, vorrà dire. Non c'è più. È morta nel 2000. Da allora sono l'unico abitante di Roscigno Vecchia».Chi era Dorina?«Un'ex suora. Negli anni Cinquanta lasciò il convento e arrivò qui per dedicarsi all'agricoltura».Il paese era già disabitato?«Non ancora. Negli anni 60 c'erano 600 abitanti».Invece nel 2000, quando lei è morta, eravate rimasti solo voi due.«Sembrava che Dorina, negli ultimi anni, si deperisse come l'ambiente intorno a noi. Eppure, che forza aveva quella donna. Tutta ossa e spirito. È rimasta autosufficiente fino all'ultimo».E dopo la morte di Dorina lei è rimasto solo...«Ma come faccio sentirmi solo? C'è Dio, c'è l'armonia della natura. E poi qui è pieno di animali: gatti, capre, pecore, bovini…».Lei non si sente solo perché ci sono le mucche?«Certo. E guardi che non sto scherzando».Perché sono andati via tutti?«Dissesto idrogeologico. Questioni di sicurezza».E lei non ha paura?«No. In fondo frane non ce ne sono mai state, anche se il pericolo esiste».Tutto è come allora…«Più o meno: il tempo e l'incuria ovviamente hanno lasciato segni profondi».Com'era il paese quando era vivo?«Sembrava un film. Il cuore del paese era questa piazza con questa fontana. Magnifica, no? C'era chi partiva per la campagna, chi tornava: con gli asini che portavano la legna».E ora le fa tristezza vederlo ridotto così?«Non mi mette tristezza, ma ovviamente mi dispiace. Il paese non doveva ridursi in questo stato».Eppure fa il pieno di turisti…«Per fortuna ci sono loro!».C'è lei ad accoglierli con la sua pipa… è sempre vestito così elegante, da dandy?«Io qui ho a che fare con tutto il pianeta. A inizio luglio sono venuti dei giapponesi a girare un film. Di recente ci sono stati anche dei cinesi. Arrivano da tutto il mondo per vedere Roscigno Vecchia».Come sono le sue giornate?«Accolgo chi arriva. Qui il paesaggio è meraviglioso, non mi stanco mai di ammirarlo. E poi c'è un venticello... non è come da voi a Milano: la cappa, la nebbia».Nelle vesti di guardiano di questo paese fantasma dove porta i turisti?«A vedere la piazza, le case diroccate, il bar… oh quel bar faceva dei gelati pazzeschi». E la sua casa com'è?«Una piccola e modesta dimora. C'è la corrente, la fontana centrale è a due passi… insomma, i servizi di una volta».Il gas?«Cucino con la legna».Ha il telefono?«No».Riscaldamento?«No, assolutamente». E non ha freddo d'inverno?«Freddo? Al Sud Italia c'è freddo? E allora in Siberia cosa devono dire?».Ho notato che quando esce di casa chiude a chiave la porta…«Certo!».Ma lei è l'unico abitante! Di chi ha paura?«La porta si chiude perché oggi ci sono tanti immigrati, l'Italia è piena… qualche malintenzionato può venire a casa tua e tu non puoi nemmeno difenderti».Lei quanti anni ha?«Sono nato nel 1948, faccia lei i conti».Settanta anni esatti. Pensa di restare ancora a lungo qui? Non vuole trasferirsi in un borgo abitato?«Chi può dirlo: io sono unico, libero, abusivo e speciale».Non pensa mai al futuro?«Lo deciderà Dio».Ha moglie, figli?«Sì ho dei figli, ma non vivono qui: uno è in Germania, uno è a Milano».E non sono preoccupati per lei?«Ma no! Ognuno è libero di fare quello che vuole. Rispettano la mia scelta».So che riceve tanta posta. Chi le scrive?«Chi è passato di qui. Lettere, cartoline per ringraziarmi, per raccontarmi le loro emozioni dopo aver visitato questo luogo speciale… ah, le posso chiedere una cortesia?».Prego«Qui non c'è un'edicola. Poi, quando esce l'intervista, mi spedisce il giornale?».Dove devo mandarlo?«Basta scrivere sulla busta “Roscigno Vecchia". Essendo l'unico abitante, il postino consegna la posta solo a me…».