2020-03-06
Io ragioniere? Gestisco emergenze da 20 anni
Gentile direttore, vorrei tranquillizzare lei e i suoi lettori sul fatto che nessuno sta combattendo a mani nude contro la diffusione del coronavirus. Quello che abbiamo davanti è uno scenario in continuo mutamento, ma lavoro al dipartimento della Protezione civile da quasi vent'anni e - contrariamente a quanto da lei sostenuto in più occasioni - so bene cosa significa gestire e coordinare un'emergenza.Lettera di Angelo Borrelli, Responsabile Protezione civileHo seguito in prima linea tutti gli eventi che hanno richiesto un intervento immediato del sistema di Protezione civile del nostro Paese: dal terremoto di San Giuliano di Puglia a quello di Ischia, dall'alluvione di Genova a quella di Livorno, dallo tsunami del Sud Est asiatico all'emergenza sanitaria della Sars. Rispetto all'emergenza coronavirus, tutte le istituzioni e gli enti preposti sono a lavoro giorno e notte per affrontare al meglio questa delicata situazione sulla base delle indicazioni di carattere sanitario definite dal ministero della Salute e dal Comitato tecnico-scientifico. Nel suo editoriale di ieri ha scritto che la Protezione civile ha messo in campo nuovi call center. Nulla di tutto questo è avvenuto. Probabilmente si riferiva alla recente attivazione della Centrale operativa remota operazioni soccorso sanitario (Cross): una struttura che garantisce il raccordo operativo tra le esigenze rappresentate dal territorio e le disponibilità di risorse sanitarie delle componenti e strutture operative del servizio nazionale di Protezione civile. Se una Regione dovesse somministrare cure a un numero di pazienti troppo alto rispetto alle possibilità, attraverso la Cross verranno individuati posti letto adatti alle esigenze di assistenza sanitaria nelle altre Regioni del nostro Paese.Ovviamente, questa è una delle tante attività messe in atto in queste settimane dal sistema di protezione civile. Abbiamo fatto rientrare i nostri connazionali dalle zone del focolaio in Cina. Grazie alla collaborazione delle associazioni di volontariato di Protezione civile, abbiamo verificato la temperatura corporea a oltre 3 milioni di passeggeri che sono transitati nei nostri aeroporti. Per dare un supporto concreto al sistema sanitario e allo scopo di alleggerire le attività dei pronti soccorso, abbiamo installato oltre 350 tende per il pre triage davanti agli ospedali e ai penitenziari italiani. Siamo intervenuti per reperire anche dall'estero i dispositivi di protezione individuale necessari soprattutto per il personale sanitario e i pazienti affetti dal coronavirus. Se la colpa che mi attribuisce è quella di essere un revisore dei conti, le ricordo che Giuseppe Zamberletti - giustamente considerato padre della Protezione civile italiana - era un ragioniere. Eppure al mio predecessore dobbiamo la nascita del Dipartimento all'interno della presidenza del Consiglio, l'introduzione del concetto di previsione e prevenzione distinto dalle attività di soccorso, l'organizzazione del servizio nazionale in tutte le sue componenti, la valorizzazione volontariato e degli enti locali. A ogni modo, per quanto mi riguarda, continuerò a lavorare senza sosta per dare le risposte più adatte in base all'evoluzione dei fatti.
Nucleare sì, nucleare no? Ne parliamo con Giovanni Brussato, ingegnere esperto di energia e materiali critici che ci spiega come il nucleare risolverebbe tutti i problemi dell'approvvigionamento energetico. Ma adesso serve la volontà politica per ripartire.