La capitalizzazione delle principali Internet company è calata, senza ridimensionarne però le prospettive. E nonostante qualche trimestrale non eccezionale, i rendimenti dei fondi e degli Etf restano molto positivi.
La capitalizzazione delle principali Internet company è calata, senza ridimensionarne però le prospettive. E nonostante qualche trimestrale non eccezionale, i rendimenti dei fondi e degli Etf restano molto positivi.«Nel futuro tutte le società saranno Internet company». Andy Grove, tra i fondatori di Intel più di 20 anni fa aveva formulato questa previsione, che si è dimostrata fondata visto che oggi la Rete ha pervaso quasi qualsiasi business.Alcune società hanno naturalmente cavalcato alla grande questo business e fra le prime dieci società per capitalizzazione di mercato fra le «Internet company» troviamo soprattutto i giganti americani e cinesi: Alphabet (la società che controlla Google), Amazon, Meta platform, Tencent, Alibaba, Meituan, Netflix, Paypal, Jindong mall, Service now. Seguite dai colossi online delle vacanze: Booking e Airbnb.«La capitalizzazione di queste società è fortemente scesa da inizio anno dopo una lunga cavalcata per effetto dell’aumento dei tassi d’interesse che hanno ridimensionato i multipli ma non certo le loro prospettive», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert Scf.Anche perché, a differenza dello scoppio della bolla della new economy, nel 2000 dove queste società erano spesso ancora alla ricerca di un solido business e producevano bilanci in perdita, oggi sono società redditizie con posizioni finanziarie molto positive e solide. Molte delle società statunitensi del settore stanno pianificando programmi di riacquisto di azioni per il 2022 del valore di 1 trilione di dollari. Nove titoli statunitensi sono spesso tra i primi dieci dei fondi comuni che puntano sul Web. Soprattutto Microsoft, Apple, Alphabet e Amazon. Di recente, però, sono state pubblicate le trimestrali dei colossi del mondo digitale che risentono del rallentamento economico in atto.Alcune trimestrali sono state superiori alle attese, tra cui quella di Microsoft, dopo aver previsto una crescita a doppia cifra dei ricavi in quest’anno fiscale grazie alla domanda di servizi di cloud computing. Lo stesso vale per Alphabet (Google), società che ha registrato comunque vendite migliori del previsto, alleviando al momento le preoccupazioni per un mercato pubblicitario in rallentamento.Non brillanti i conti di Meta platforms, ex Facebook, che ha annunciato la prima contrazione trimestrale dei ricavi della sua storia con risultati sotto le attese degli analisti. La società di Mark Zuckerberg ha chiuso il secondo trimestre con ricavi in calo dell’1% a 28,8 miliardi di dollari e un utile netto in calo del 36% a 6,6 miliardi. Per il terzo trimestre la società ha previsto ricavi per 26-28,5 miliardi, meno dei 30,32 miliardi delle previsioni. Ciò detto, l’investimento nei colossi del Web appare ancora interessante. Nella maggior parte dei casi i titoli, i fondi comuni o gli Etf che puntano su questo comparto presentano ancora rendimenti molto positivi, nonostante le difficoltà attuali dei mercati. Il titolo Alphabet in tre anni è cresciuto dell’85% circa, quello Amazon del 36%. Più in difficoltà Meta (in calo del 12%) e Netflix (giù del 30%). Più modesti, ma pur sempre in crescita, i rendimenti di Shopify (in salita del 3%) e Booking.com (+0,45%).
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.