2022-10-21
Invalido sbattuto fuori dalla Rsa perché la figlia è senza green pass
Italo Valentini, 85 anni, e la figlia Daniela, 55 anni, costretti a stare all’esterno della Rsa
A Daniela è vietato l’accesso alla residenza, sebbene il padre abbia un appartamento indipendente. Per avergli portato delle coperte è stata cacciata dai carabinieri. E ora la struttura punisce anche l’anziano, sfrattandolo.Dopo averli spacciati per creduloni, il ministero scopre che gli italiani si sono informati sui canali istituzionali. Fiducia immeritata, viste le bufale su vaccini, card e lockdown.È già allarme per «Gryphon». Il ceppo elude i richiami, ma non causerebbe sintomi gravi.Lo speciale contiene tre articoli.«Mio padre sarà sbattuto fuori dalla residenza per anziani dove vive e questo solamente a causa del fatto che io non sono vaccinata». Nelle parole di Daniela Valentini, 55 anni, di Milano, c’è rabbia e sgomento per una situazione al limite dell’assurdo.In questi due anni di pandemia infatti di assurdità ne abbiamo vissute davvero tante. Ma il vero problema è che alcune di queste follie continuano a essere in vigore ancora oggi. E così si continua a privare le persone della propria dignità, dei diritti fondamentali, come quello di andare a trovare il genitore, ormai anziano e malato, nella casa di riposo.Se infatti da un lato il green pass sembra solo un brutto ricordo, dall’altro ci sono ancora situazioni in cui continua a far danni, a rendere le persone inermi contro delle imposizioni ingiuste e, soprattutto, ingiustificate. Come sta succedendo a Daniela e a suo padre, Italo Valentini, di 85 anni, invalido al 100% e ospite di una casa di riposo di Binasco, a sud di Milano. «Tutta questa situazione incredibile è iniziata a settembre, un mese fa - ci racconta Daniela - quando mi è scaduto il green pass da guarigione. Io non sono vaccinata e, prima di ammalarmi di Covid, andavo a trovare mio papà facendo i tamponi ogni volta, ma poi hanno messo questo obbligo insensato che durerà fino a fine anno, quindi io non posso più andare da lui, nonostante viva in un appartamento tutto suo».Una storia a dir poco paradossale: Italo può uscire liberamente dalla struttura, può andare a pranzo a casa di Daniela, stare con lei ovunque, tranne che all’interno della residenza per anziani. Eppure Italo non vive neanche in una camera, ma nella parte dell’edificio che è un vero e proprio residence con tanto di appartamenti indipendenti l’uno dall’altro, ingresso compreso.Insomma, papà e figlia si possono vedere fuori, ma non dentro, e così quando Daniela va a trovarlo al volo, perché non ha il tempo di portarlo a casa sua, devono incontrarsi nel parcheggio esterno della struttura, tra le mosche e senza alcun riparo. Il tutto mettendo anche a rischio la salute dell’anziano che, dopo aver superato un ictus e un tumore alla prostata, ha il catetere permanente, quindi fa fatica a camminare e a stare in piedi.«Come faremo quando inizierà a fare più freddo? E quando pioverà?». Nelle parole di Italo c’è molta indignazione: «Non potrò più vedere mia figlia, a meno che non mi venga a prendere e non mi porti in un altro posto? Tutto questo è privo di logica, non avrei mai immaginato di vivere una cosa del genere alla mia età».Qualche giorno fa però la situazione è persino peggiorata, perché Daniela ha deciso di entrare comunque nella struttura per portare i vestiti invernali e le coperte al papà, perciò ha provato ad andare a trovare il padre nell’appartamento, con le valigie piene di indumenti. «C’è un ingresso secondario per chi vive nelle case della residenza - spiega la donna - quindi io non ho neanche incontrato gli altri ospiti, sono salita direttamente al piano dove vive mio padre, ma dato che ci sono le telecamere all’entrata, qualcuno nella struttura mi ha visto e ha chiamato le forze dell’ordine, così nel giro di pochi minuti sono arrivati i carabinieri».Come se fosse una vera e propria criminale, Daniela è stata sorpresa da tre uomini in divisa mentre piegava le magliette estive sul letto e riempiva i cassetti di maglioni. Hanno aperto la porta senza neanche bussare e sono piombati in casa all’improvviso. «Mio papà era in bagno a lavarsi, ha sentito delle voci di uomini e si è spaventato. Io sono rimasta sbalordita, mi sembrava di vivere una scena di un film grottesco. Mi hanno chiesto i documenti, perché mi trovassi lì, e alla fine hanno voluto che gli mostrassi il super green pass». Ma la donna non aveva la certificazione verde e così è stata cacciata dalla struttura e multata con una sanzione che va da 450 a 3.000 euro, il tutto davanti agli occhi del papà incredulo, che ha visto trattare la propria figlia come se fosse stata una ladra.«Sono andata subito dalla direttrice per capire perché avesse chiamato i carabinieri, e di tutta risposta ho ricevuto una minaccia, mi ha detto che mio padre sarebbe stato cacciato dalla residenza per colpa mia, e così è stato, dopo pochi giorni mi hanno inviato la lettera di recesso dal contratto di prestazione socio-sanitaria».Nella raccomandata si leggono chiaramente le motivazioni dell’annullamento del contratto: «Come noto abbiamo riscontrato la costante violazione delle indicazioni in merito all’obbligo di esibizione del green pass e delle regole generali imposte a tutela della salute e della sicurezza degli ospiti e degli operatori».Insomma, per tutelare la salute del papà di Daniela, la struttura permette che padre e figlia si incontrino nel parcheggio, per legge possono andare a pranzo insieme in qualsiasi posto, anche al chiuso, l’importate è tutto avvenga fuori dalle mura dell’Rsa. La domanda quindi viene spontanea: su quale principio si basa questa tutela? Anche perché è ormai noto che il vaccino non sia stato neanche testato per bloccare la trasmissione del virus, quindi di sicuro non protegge le altre persone, anziani compresi.«Sono vittima di una legge ingiusta, sono stata multata perché stavo facendo il cambio dei vestiti a mio padre, e ora lui sarà anche sbattuto fuori. Dove lo porterò ora? Mi hanno dato 30 giorni di tempo per liberare l’appartamento, ma lui è invalido al 100%, ha bisogno di assistenza 24 ore su 24, come faccio a trovargli una sistemazione o una badante in così poco tempo? E la cosa assurda è che tra due mesi questo obbligo folle dovrebbe decadere». Alla fine a Daniela e a Italo rimane solo una grande certezza, che in tutta questa storia c’è un unico colpevole: l’intransigenza e l’odio sociale che questa legge priva di fondamento ha causato.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/invalido-rsa-figlia-senza-greenpass-2658484019.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="toh-saccorgono-che-non-siam-citrulli" data-post-id="2658484019" data-published-at="1666324606" data-use-pagination="False"> Toh, s’accorgono che non siam citrulli Ce l’hanno menata con le fake news sanitarie. Carlo «ztl» Calenda va ancora in tv a lamentarsi perché gli italiani credono agli stregoni. Giuseppe Conte regnante, hanno sentito il bisogno di istituire una commissione per il contrasto alle bufale sul Covid. Adesso, però, i padroni della pandemia scoprono che i cittadini, tanto citrulli, non erano. Anzi, se hanno abboccato a qualche fesseria, essa proveniva proprio dagli organi ufficiali, di cui essi si fidavano. L’ultima Relazione sullo stato sanitario del Paese 2017-2021, pubblicata sul portale del ministero della Salute e inviata al Parlamento, celebra la crescita delle visualizzazioni sui canali social del dicastero, nei due anni in cui il virus ha monopolizzato le ansie degli abitanti della Penisola. Da 36 milioni di clic nel 2019 a 243 nel 2021. Con un aumento del 5% dei follower sul canale Facebook (1,5 milioni di utenti), del 30% su Twitter (283.859 seguaci), del 10% su Instagram (609.978 fan), del 12% su Youtube (39.100 iscritti). Così, pur ricordando che «l’ambiente del Web ha rappresentato il luogo privilegiato nel quale» ha potuto diffondersi la disinformazione, il report giubila: «Nel periodo pandemico, i canali di comunicazione social che consentono un livello di comunicazione diretto e immediato con gli utenti hanno registrato una crescita esponenziale». Toh: scopriamo così che, nonostante il proliferare di cyber boiate, nonostante gli allarmi sulla capacità persuasiva delle notizie false, che secondo qualcuno avrebbero spinto le autorità ad adottare una comunicazione lacunosa sui limiti e gli effetti avversi dei vaccini, gli italiani sono corsi in massa a informarsi direttamente alla fonte primaria. Intasando persino il centralino ministeriale, visto che il numero 1500, che forniva delucidazioni su farmaci anti Covid e green pass, ha ricevuto 3,2 milioni di chiamate fino a settembre di un anno fa. Rassicurante constatazione: i cittadini che dipingono come sempliciotti pronti ad abboccare alle fesserie dei manipolatori in Rete, a conti fatti, le risposte continuano a cercarle dalle istituzioni deputate. In effetti, sempre secondo la Relazione, l’83% dei connazionali considera le informazioni provenienti dal ministero (ancora per poco) di Roberto Speranza attendibili. E per assurdo, proprio qui sta il problema: il credito accordato al governo, il governo non l’ha meritato. Forse perché temeva - a torto - di doversi aggrappare a «nobili menzogne» per neutralizzare il fasacino delle fake news. Fatto sta che quelle «fonti attendibili», di sciocchezze, ne hanno raccontate tante: dagli spot su «Io resto a casa», vantati nel report, quando ormai conosciamo l’inutilità e i danni del lockdown; alle frottole sulla capacità sterilizzante dei vaccini e sull’immunità di gregge; al green pass come «garanzia di trovarsi tra persone che non sono contagiose»; ai bollettini spesso imprecisi; al marketing delle punture, incluse quelle ai giovani, in assenza di costanti monitoraggi dei loro rischi e benefici. Gli italiani si sono fidati. Ma oggi si può dire che abbiano fatto bene? <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/invalido-rsa-figlia-senza-greenpass-2658484019.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="contro-lennesima-nuova-variante-ripartono-gli-appelli-alle-dosi-inutili" data-post-id="2658484019" data-published-at="1666324606" data-use-pagination="False"> Contro l’ennesima nuova variante ripartono gli appelli alle dosi inutili L’aspettavamo, l’annuncio autunnale sul fronte Covid destinato a calarci addosso disorientamento e apprensione, come la prima nebbia appiccicosa. L’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, ha fatto sapere che «prove preliminari di laboratorio suggeriscono che Xbb sia la variante più immunoevasiva identificata fino ad oggi». Si riferisce al «ricombinante di Ba.2.10.1 e Ba.2.75 con 14 mutazioni aggiuntive nella proteina Spike di Ba.2», chiamata Gryphon per rassicurare come al solito evocando un mostro mitologico, e che stando alle premesse dovrebbe rendere inutili quarte, quinte o seste dosi. Tanto, ceppi diversi sono ancora più agguerriti nell’eludere il sistema immunitario, quindi i richiami non avranno grande successo. Bontà sua, l’Oms precisa che «non ci sono ancora prove di alcun cambiamento nella gravità della malattia che può causare», ma state certi che se non avremo in fretta un nuovo ministro della Salute, la campagna sui richiami e magari sul ritorno dell’obbligo delle mascherine avrà un’accelerata preoccupante. Qualche voce autorevole, nel mondo scientifico, per fortuna si è fatta sentire, spiegando che non è il caso di allarmarci. «Queste sottovarianti hanno di fronte una popolazione quasi totalmente vaccinata o comunque guarita. Questo è uno scenario completamente diverso rispetto a due anni fa. Monitoriamo ma senza spaventarci», ha invitato a fare Claudio Mastroianni, presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e ordinario di malattie infettive all’Università Sapienza di Roma. Thomas Russo, responsabile del dipartimento di malattie infettive dell’Università di Buffalo, nello Stato di New York, ha già dichiarato che il booster bivalente «sarà imperfetto contro la prevenzione delle infezioni», affermazione molto diversa da quanto si sostiene in Italia, caldeggiando il doppio richiamo a partire dai 12 anni. Eppure ci sono sempre più scienziati, che finalmente spiegano come insistere con le punture non aiuti a debellare il virus. Anzi. «Quante più persone hanno avuto infezioni, si sono vaccinate e hanno fatto booster, tanto più il virus ha dovuto e deve evolversi per aggirare quelle vie di difesa dell’ospite», ha ribadito su Fortune Ali H. Mokdad, professore di scienze della metrica della salute presso l’Università di Washington. L’esperto, convinto che il Covid diventerà come l’influenza, pone l’accento anche sull’impossibilità di elaborare vaccini in grado di stare al passo «se hai 20 varianti là fuori». Alcuni studiosi ritengono che siamo entrati in una nuova fase dell’evoluzione del virus, che vedrà la circolazione di più varianti contemporaneamente. Eric Topol, docente di medicina molecolare presso lo Scripps Research Institute a La Jolla, in California, prevede che la protezione dalla malattia grave «era il 95% con Delta, ora è forse l’80%», potrebbe «scendere al 70% o al 60%». Ma non è affatto detto che Gryphon, oggi diffusa soprattutto a Singapore e in alcuni Stati dell’India, come altre varianti di prossima circolazione possa destare preoccupazioni in quanto più aggressiva. Finora, non ci sono state segnalazioni di sintomi aggressivi nelle persone contagiate dalla Xbb. Secondo i Centers for disease control and prevention (Cdc), i sintomi non sono diversi da quelli registrati con Omicron. E la popolazione, o ha fatto il vaccino o si è infettata anche più volte quindi non è priva di anticorpi. In ogni caso, quarte e quinte dosi non servono a bloccare il grifone e gli altri mostri mitologici che vengono agitati come spauracchio dopo quasi tre anni di psicosi Covid.
(Ansa)
Due persone arrestate, sequestrata droga e 57 persone denunciate per occupazione abusiva di immobile e una per porto abusivo di armi. Sono i risultati dei controlli scattati questa mattina allo Zen da parte di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza dopo l'omicidio di Paolo Taormina, il giovane ucciso davanti al pub gestito dalla famiglia da Gaetano Maranzano. Nel corso dei controlli sono stati multati anche alcuni esercizi commerciali per carenze strutturali e per irregolarità sulla Scia sanitaria e mancata autorizzazione all'installazione di telecamere, impiego di lavoratori in nero, mancata formazione, sospensione di attività imprenditoriale. Sono state identificate circa 700 persone, di cui 207 con precedenti ed altri 15 gia' sottoposti a misure di prevenzione.
Continua a leggereRiduci