2020-07-31
Intesa stravince su Ubi con il 90% e apre la stagione di caccia nell’Ue
Il gruppo guidato da Carlo Messina fa il pieno di adesioni. Ora punta al terzo polo europeo dietro Bnp Paribas e Santander. Generali chiude con 774 milioni di utili. L'ad Philippe Donnet: «Ma io non mi occupo di sportelli».Il 90,21% del capitale di Ubi ha aderito all'offerta di Intesa Sanpaolo. I risultati definitivi sono stati annunciati ieri sera da Borsa Italiana al termine dell'ultimo giorno dell'Opas. Cosa succederà adesso? Dal punto di vista tecnico, essendo stato superato il 90%, l'iter prevede il cosiddetto sell out: il gruppo guidato da Carlo Messina dovrà acquistare i titoli rimanenti dagli azionisti che ne dovessero fare richiesta. Quanto al calendario della fusione, la settimana prossima Ca' de Sass invierà una lettera al cda di Ubi con la quale si chiederà di convocare l'assemblea dei soci (probabilmente tra metà settembre e metà ottobre) per la nomina di un cda espressione del nuovo socio di maggioranza. A fine anno, poi, saranno cedute le oltre 500 filiali a Bper e le attività assicurative a Unipol. Ad aprile del 2021, in occasione dell'assemblea per l'approvazione del bilancio, Ubi darà il via libera anche al progetto di fusione in Intesa. L'ad Messina può quindi procedere con il piano di costruire il terzo gruppo bancario nell'eurozona per capitalizzazione di Borsa, alle spalle di Bnp Paribas e del Santander. L'operazione, intanto, innesca il consolidamento bancario aprendo alla nascita di un terzo polo che accolga il BancoBpm, Bper o l'eterna promessa sposa Mps liberata dalla presenza ingombrante dello Stato. Nella ricerca di marito, magari con la dote rafforzata da un aumento di capitale, la banca senese è assistita dai consulenti di Mediobanca, advisor anche di Intesa nell'operazione Ubi. Il risiko è solo all'inizio, lo ha confermato ieri proprio l'ad di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, durante la presentazione dei conti dell'esercizio 2019-2020, chiuso con un utile netto di 600 milioni, in calo del 27% rispetto a un anno prima, ma superiore alle attese degli analisti, e ricavi stabili a 2,5 miliardi. «Mi aspetto che l'effetto dell'Opas Intesa-Ubi metta maggior pressione su tutti gli ad per capire come si evolve il mercato italiano, i cosiddetti merger talks si sono già intensificati», e Mediobanca «avrà un ruolo di primo piano nel consolidamento bancario, anche in qualità di advisor», ha sottolineato il banchiere. Aggiungendo un dettaglio importante: «Che sia stata una banca grande ad aver comprato una banca media dà l'idea di che tipo di consolidamento sia auspicato dal regolatore». L'inedito asse tra Intesa e Mediobanca che si è formato per preparare l'offerta su Ubi è destinato a cambiare gli equilibri della finanza, a cominciare da quelli nel salottino dei soci di Piazzetta Cuccia dove ha creato scompiglio il patron di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, intenzionato a salire al 20% del capitale con la sua Delfin. «A me quello che interessa è che il cda sia nelle condizioni di realizzare un piano industriale che abbiamo condiviso con tutti i principali azionisti», ha puntualizzato ieri Nagel. I rapporti tra Del Vecchio e il capitano di Intesa, Messina, non sono ottimi: dopo la notizia del tentato blitz di Intesa sulle Generali, Del Vecchio (tuttora socio del Leone con il 4,8%) ebbe un violento scontro con Messina, che lo accusò di «affermazioni diffamatorie». Due anni dopo, a fine 2019, la Delfin ha iniziato a rastrellare titoli di Piazzetta Cuccia aspirando a cambiarne la governance in vista dell'assemblea di ottobre, chiamata a rinnovare il cda. Nel mirino è così finito Nagel, che però ha giocato d'anticipo e si è dichiarato pronto a cambiare l'articolo dello statuto che oggi impone di scegliere l'ad fra i dirigenti della banca. Cosa farà l'imprenditore dopo il successo del tandem Messina-Nagel su Ubi? Desisterà dall'idea di fare la guerra al vertice di Mediobanca o preferirà concentrarsi sulla fusione nell'occhialeria tra EssilorLuxottica e Grandvision? Vedremo. Di certo, l'operazione varata da Intesa spariglia le carte su più tavoli e avrà un impatto anche sul mercato assicurativo in cui opera Intesa Vita e le Generali. Impegnate, a loro volta, nell'acquisto del 24,4% di Cattolica (azionista con l'1% e partner bancassicurativo di Ubi) che ha aderito all'offerta di Intesa. Eppure ieri l'ad del Leone, Philippe Donnet, ha liquidato la questione con un secco: «Non mi occupo degli affari delle banche». Durante la conferenza stampa sulla semestrale, chiusa con un utile di gruppo sceso del 56,7% a 774 milioni, complici 226 milioni di svalutazioni nette su investimenti (il titolo ieri ha ceduto il 5,1%) Donnet ha solo ricordato che la compagnia ha ancora 2-3 miliardi da spendere per consolidarsi in Europa, anche se ora il focus è sull'operazione Cattolica, condizionata alla trasformazione in spa che oggi sarà sul tavolo dell'assemblea dei soci della compagnia veronese. C'è poi un altro orizzonte da guardare che va oltre il risiko italiano. In vista di una nuova stagione di acquisizioni, operazioni come quella su Ubi aiutano infatti a tenere lontane quelle ostili. Ma anche a muovere carri armati più forti sullo scacchiere continentale. Messina aumenta la taglia e accorcia le distanze con gli altri pesi massimi del credito europei. Il conto presentato dal Covid-19, del resto, è salato per tutti. Il Banco Santander, ad esempio, ha registrato la prima perdita netta della sua storia con un rosso di 11,13 miliardi e ha visto lievitare di oltre il 60% gli accantonamenti per il rischio di crediti non pagati. Anche il Bbva ha accusato un crollo del 50% dell'utile netto nel secondo trimestre, alimentato anche da una debole performance dell'attività in Messico. L'aggregazione che nel 2007 aveva dato vita a Ubi tramite la fusione tra la bergamasca Bpu e la bresciana Banca Lombarda, era servita a evitare che aziende di credito importanti del Paese finissero in mani straniere. In agguato c'erano proprio gli spagnoli di Bbva e Santander. Ieri cacciatori, domani prede?
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Mohamed Shahin (Ansa). Nel riquadro, il vescovo di Pinerolo Derio Olivero (Imagoeconomica)