2025-05-07
Utili record e Intesa si tira fuori dal risiko
Più 13,6% di profitti nel primo trimestre, agli azionisti andranno 8,2 miliardi tra dividendi e riacquisto di titoli. L’ad Carlo Messina sulle Opa in corso: «Non c’è bisogno di un ulteriore player che crei confusione». Gli analisti: i risultati vanno oltre le previsioni.«Il miglior trimestre di sempre», esordisce così Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa presentando i primi conti del 2025 della banca. I tre mesi iniziali dell’esercizio si sono chiusi con un risultato che batte le attese del mercato. L’utile netto, infatti, è in crescita del 13,6% a 2,61 miliardi di euro, una performance che permette di confermare con sicurezza l’obiettivo di superare i nove miliardi di utile per l’intero anno. A trarre beneficio per primi dal miglioramento della gestione saranno ovviamente gli azionisti: «Quest’anno restituiremo almeno 8,2 miliardi», annuncia Messina «tra 1,8 miliardi già accantonati nel primo trimestre, il saldo dividendi da 3 miliardi in pagamento a maggio e il programma di riacquisto di azioni proprie da 2 miliardi che partirà a giugno». Si tratta di una delle remunerazioni più alte nel panorama bancario europeo. Un segnale di forza e di fiducia, in linea con l’impegno di garantire ritorni sostenibili nel tempo.Traguardi che sono stati ottenuti restando ai margini delle battaglie finanziarie che impazzano in Borsa dallo scorso autunno.«Senza fare acquisizioni e quindi evitando i rischi che ne derivano, stiamo realizzando sinergie importanti», ha dichiarato Messina, «Il nostro è un percorso di crescita organica che valorizza le competenze interne e ci consente di concentrarci su ciò che conta davvero: creare valore per gli azionisti».Un messaggio chiaro e inequivocabile nei confronti di quanti, nelle ultime settimane, avevano ipotizzato un possibile coinvolgimento del gruppo nel risiko bancario italiano: «Abbiamo già detto che c’è troppa confusione, e oggi ne vediamo ancora di più. Non intendiamo partecipare a questo caos. Un amministratore delegato deve gestire l’organizzazione, non inseguire ipotesi teoriche». Intesa, insomma, si tiene ben lontana dalla complessa partita del consolidamento bancario, che si intreccia con le sorti di Generali e altre grandi realtà finanziarie. Il progetto di integrazione con il colosso delle assicurazioni di cui si era parlato molto alcuni anni fa è andato definitivamente in soffitta. La banca ha utilizzato il tempo e le risorse per costruire in casa un presidio nel campo delle polizze che oggi si pone ai primi posti in Italia.A parlare oltre alla strategia, sono i numeri. Nonostante il contesto di tassi d’interesse in discesa, Intesa Sanpaolo continua a crescere grazie a un modello di business ben diversificato. Se gli interessi netti sono scesi a 3,6 miliardi, le commissioni sono aumentate sensibilmente fino a toccare i 2,4 miliardi, trainate da risparmio gestito, consulenza, polizze e private banking. «Siamo ormai leader in Europa nella gestione del risparmio, assicurazioni e consulenza con 1.400 miliardi in attività finanziarie dei clienti», ha ricordato Messina, «Possiamo contare su una rete unica di circa 17.000 consulenti, che saliranno a 20.000 entro il 2027».Un segnale concreto della fiducia nel futuro è l’ingresso, nel solo primo trimestre, di 150 private banker provenienti dalla concorrenza. Il gruppo sta cogliendo le opportunità offerte dall’incertezza di altri attori per rafforzare ulteriormente la propria posizione. «Approfittiamo del momento per accelerare», ha detto Messina, «e offrire sempre più valore ai clienti ad alta patrimonializzazione».Anche la governance conferma continuità e solidità, con la rielezione di Gian Maria Gros Pietro e Carlo Messina ai vertici del gruppo nell’assemblea del 29 aprile.I mercati, nel breve termine, hanno reagito con cautela: il titolo ha chiuso in lieve calo dello 0,78% a 4,76 euro. Ma il giudizio degli analisti è unanimemente positivo. JP Morgan definisce i conti del trimestre «molto solidi», sottolineando il forte controllo dei costi, accantonamenti in calo e un utile operativo superiore del 7% rispetto alle previsioni. Goldman Sachs ha rivisto al rialzo le stime di utile netto del 10%, grazie alla forte crescita dei ricavi non da interessi e alla bassa incidenza dei costi. Jefferies apprezza la diversificazione dei ricavi, mentre Keefe, Bruyette & Woods lodano il posizionamento di mercato e la qualità degli attivi, evidenziando «l’assenza di incertezze legate a fusioni e acquisizioni».In un settore in evoluzione, Intesa Sanpaolo dimostra che è possibile crescere, innovare e distribuire valore senza lasciarsi trascinare dalle mode del momento. «Il potenziale già presente nel gruppo», conclude Carlo Messina, «ci confermerà come banca leader in Europa anche nei prossimi anni».
Carlotta Vagnoli (Getty Images)