2024-01-20
La partita si gioca pure sotto il mare. Se Suez si blocca, Internet a rischio
Il canale egiziano è il nodo più grande (e vulnerabile) al mondo per i cavi in fibra ottica.Le crisi geopolitiche che hanno sconvolto di recente il pianeta - dal Covid all’invasione russa dell’Ucraina, passando per la guerra a Gaza - stanno rendendo sempre più centrale il controllo di oceani e mari. Il tema si pone innanzitutto in termini di rotte commerciali. Gli scontri in corso nel Mar Rosso tra gli Stati Uniti e gli Huthi stanno lì a dimostrarlo. L’Iran, d’altronde, non punta soltanto a indebolire l’Occidente sul piano economico, ma anche a ridisegnare i rapporti di forza nell’area a proprio vantaggio. Sotto questo aspetto, il fronte del commercio marittimo risulta assolutamente di primaria importanza, anche a causa degli impatti che è in grado di produrre sul versante dell’inflazione. Tuttavia questo è soltanto un lato del problema. Le aree marittime sono infatti sempre più importanti anche per quanto concerne l’ambito dei cavi sottomarini. Come ha scritto ieri su queste colonne Claudio Antonelli, «in un’economia sempre più dipendente da internet e dall’Ia, i cavi sottomarini in fibra ottica sono una fonte inesauribile di dati e indicheranno la dorsale lungo la quale cresceranno le nuove fonti energetiche». Ecco, i cavi sottomarini rappresentano un dossier fondamentale per cercare di comprendere i sommovimenti geopolitici attuali e quelli che ci aspettano. Da questo punto di vista, appare illuminante un’analisi del Centro Giuseppe Bono, diretto da Bruno Dardani. Secondo tale istituto, «l’Egitto e il Mar Rosso sono al tempo stesso il più importante, ma anche il più vulnerabile nodo internet del mondo». «Sino a oggi, prima che i riflettori tornassero ad accendersi sulla guerra sul mare (e sotto il mare) la scelta di posizionamento underwater dei cavi era considerata la più sicura, specie perché tutte le aree di connessione principale Asia-Europa sono soggette a reiterate tensioni geopolitiche», ha sottolineato il Centro Giuseppe Bono. In tal senso, l’Egitto risulta «il più importante collo di bottiglia del mondo per la concentrazione di trasmissioni internet». «Ora», prosegue l’istituto, «l’attenzione si concentra sull’Egitto perché in nessuna altra regione del mondo tutti i cavi convogliano nello stesso collo di bottiglia prima di seguire percorsi diversificati nel deserto egiziano». Nelle ultime settimane si è fatto più volte riferimento ai danni economici che la crisi del Mar Rosso potrebbe avere sull’economia egiziana. Tuttavia, secondo il centro diretto da Dardani, «anche le tariffe di Telecom Egypt per il transito dei dati sarebbero un’altra fonte irrinunciabile di income per lo Stato egiziano». Il Centro Giuseppe Bono riconosce che ogni anno nel mondo si registrano almeno un centinaio di incidenti ai cavi internet, generalmente dovuti al transito di navi o a cause di natura ambientale. Tuttavia aggiunge anche che i danneggiamenti causati dal terrorismo starebbero pericolosamente aumentando. «Sono in corso tentativi di bypassare l’Egitto», ha precisato l’istituto, «Google nel 2021 ha annunciato la posa del cavo Blue Raman che transiterà nel Mar Rosso, ma raggiungerà il Mediterraneo sulle coste di Israele: progetto al quale sono molto interessate Arabia Saudita e India». La centralità dell’Egitto e del Mediterraneo allargato resta, insomma, fuori discussione. È quindi impellente che il nostro Paese continui nella sua attività di rilancio del proprio ruolo geopolitico e commerciale nell’area.
Getty Images
Le manifestazioni guidate dalla Generazione Z contro corruzione e nepotismo hanno provocato almeno 23 morti e centinaia di feriti. In fiamme edifici istituzionali, ministri dimissionari e coprifuoco imposto dall’esercito mentre la crisi politica si aggrava.
La Procura di Torino indaga su un presunto sistema di frode fiscale basato su appalti fittizi e somministrazione irregolare di manodopera. Nove persone e dieci società coinvolte, beni sequestrati e amministrazione giudiziaria di una società con 500 dipendenti.