Nvidia recupera buona parte del crollo. A Wall Street avanzano dubbi sulla trasparenza di DeepSeek. Potrebbe aver aggirato i divieti acquistando i chip Usa a Singapore. Timori di una nuova guerra fredda.
Nvidia recupera buona parte del crollo. A Wall Street avanzano dubbi sulla trasparenza di DeepSeek. Potrebbe aver aggirato i divieti acquistando i chip Usa a Singapore. Timori di una nuova guerra fredda.Si attenua a Wall Street la grande paura provocata dall’irruzione della cinese DeepSeek sul mercato con il suo programma di intelligenza artificiale low cost. Il Nasdaq recupera circa l’1,5% e Nvidia oltre il 6% riprendendosi almeno in parte dal crollo di lunedì. Gli analisti restano ottimisti sul titolo perché convinti che dietro il successo di dell’app cinese ci sia scarsa trasparenza. Come sempre Pechino avrebbe detto solo mezze verità sull’origine dei microchip che fanno girare il sistema. Hanno parlato di processori tradizionali ma il calo di Stm in Europa e Intel al Nasdaq lascia intuire l’assenza di nuovi sbocchi di mercato sulla frontiera dell’innovazione La verità forse è un’altra. DeepSeek probabilmente ha utilizzato per la sua applicazione i sofisticati chip di Nvidia aggirando la legge. In particolare il divieto Usa di esportare nel Paese asiatico i semiconduttori americani. DeepSeek potrebbe averli avrebbe comprati a Singapore. Un indizio al riguardo c’è: la crescita del fatturato di Nvidia nella regione di Singapore è quadruplicata in un anno. Questo significherebbe che i costi del modello R1 sono più alti di quanto affermato da Liang Wenfeng, Molto di più dei dieci milioni che ha dichiarato per sviluppare il sistemaNon a caso gli analisti di Bernstein mantengono il loro consiglio di acquisto per Nvidia e Broadcom che ieri è rimasta stabile a 202 dollari. Dopo aver analizzato i progressi di DeepSeek, gli esperti affermano che «non è vero che sia stato costruito un OpenAI parallelo per 5 dollari». Avanzano sospetti sulla trasparenza delle comunicazioni che arrivano da Pechino: «I loro modelli sono fantastici, ma i miracoli non esistono», pertanto considerano che le reazioni negative di Wall Street di lunedì «esagerate e a volte isteriche».Anche gli esperti di Citibank restano positivo su Nvidia. Secondo gli analisti della banca, «sebbene il dominio delle aziende statunitensi nei modelli di AI più avanzati possa essere potenzialmente contestato, stimiamo che in un ambiente inevitabilmente più restrittivo, l’accesso degli Stati Uniti a chip più sofisticati sia un vantaggio. Quindi non ci aspettiamo che le aziende leader rinuncino a questi processori, e annunci di investimenti come Stargate indicano la necessità di chip avanzati».Altri sono più cauti. Henry Allen, di Deutsche Bank, ammette che l’annuncio di DeepSeek «solleva interrogativi sul dominio tecnologico statunitense».Ed è proprio su questo aspetto che si concentra l’attenzione di molti osservatori. La nascita del sistema di programma sviluppato dall’imprenditore Liang Wenfeng, apre uno scenario inaspettato nella lotta globale per la supremazia tecnologica, in cui finora gli Stati Uniti avevano esercitato un’indiscussa supremazia. «La startup cinese Deepseek e il chatbot V3, destano grandi preoccupazioni», sottolinea l’eurodeputato di Fdi-Ecr Mario Mantovani, «per questo ho chiesto con un’interrogazione scritta alla Commissione Ue di verificare, se questo modello di Ia non sia in realtà finanziato dal governo cinese». Non che i segnali di inquietudine mancassero a Washington: le scelte di Trump riguardo la deregulation sullo sviluppo degli algoritmi e il lancio del progetto Stargate – un colossale investimento da 500 miliardi che mira a consolidare la leadership a stelle e strisce nell’intelligenza artificiale – fanno il paio con la decisione di Biden di limitare l’accesso alla Cina ai semiconduttori avanzati e manifestano quanto gli Usa sentano il fiato sul collo del competitore cinese. Ora, però, il confronto si appresta a prendere una piega assai più preoccupante. Il successo e la strategia economica dietro DeepSeek potrebbero ribaltare gli equilibri, alimentando una corsa per la supremazia tecnologica che richiama in modo inquietante i vecchi conflitti geopolitici del passato. Il contesto odierno è diverso, eppure simile: i missili sono stati sostituiti dai dati e le guerre di influenza si combattono attraverso l’intelligenza artificiale. La competizione tra Usa e Cina per il controllo delle nuove tecnologie potrebbe evolvere in una guerra fredda moderna, dove le capacità di innovare e la gestione dei dati sostituiscono il confronto nucleare del secolo scorso.La strategia cinese, alla base del successo di DeepSeek, è particolarmente insidiosa per gli Stati Uniti: essa si basa su un approccio economico innovativo e una gestione efficiente delle risorse. Con un modello che impiega solo 2.000 chip Nvidia contro le decine di migliaia necessari ai modelli occidentali, l’app nata a Pechino riesce a ridurre drasticamente i costi energetici e i costi di apprendimento, conquistando un vantaggio significativo. L'intelligenza artificiale cinese, infatti, supera modelli occidentali in test complessi con investimenti che sono una frazione di quelli necessari negli Stati Uniti. In questo scenario, la Cina non solo raggiunge gli Usa, ma lo fa in modo molto più economico, minando la supremazia americana sul piano economico e tecnologico.La guerra per i brevetti e il controllo delle tecnologie emergenti è tanto rilevante quanto il controllo del potere militare. Le superpotenze stanno ridefinendo il futuro dell’umanità: chi domina i dati e l’Ia non solo detiene un vantaggio strategico, ma può influenzare anche il pensiero e la società globale.
Giulio Tremonti (Ansa)
L’ex ministro Giulio Tremonti: «Trump ha trovato la tregua coinvolgendo i Paesi arabi. Altro che esportare la democrazia come fosse un panino...».