2022-10-22
Non bastano Bruxelles e Fao. Ora pure la televisione sdogana gli insetti nel piatto
Il talent show inglese che cerca nuovi prodotti per la catena Aldi ospita una start up che propone ricette a base di grilli. Il verdetto: «È presto. Ma tornate fra cinque anni...».«Non di solo pane vive l’uomo», recita un ben noto adagio ricavato dai vangeli di Luca e Matteo. Il problema è che, in quest’epoca post religiosa, c’è chi ha preso la citazione neotestamentaria un po’ troppo alla lettera. E vorrebbe farci mangiare addirittura gli insetti. D’altra parte, ci spiegano i soliti «esperti», alcuni di questi graziosi animaletti - tra cui in particolare i grilli - sono ad alto contenuto proteico. E, in aggiunta, il loro allevamento risponde a tutti i parametri di ecosostenibilità. Insomma, qui tocca ingoiare il rospo (pardon: la cavalletta) e cambiare radicalmente la nostra dieta alimentare. Perché, ovviamente, ne va della salvezza del pianeta.Quando si parla di queste cose e si evocano tali scenari, l’accusa di complottismo è subito dietro l’angolo. Eppure, quello dell’entomofagia è un tema che ormai è stato sdoganato da tempo. A farlo è stata, tra gli altri, addirittura la Fao, che sul suo sito internet rivendica con orgoglio di star lavorando dal lontano 2003 al suo programma sugli edible insects, cioè appunto gli «insetti commestibili». E da allora non si contano più gli articoli pubblicati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura in cui si decantano i vantaggi che l’entomofagia apporterebbe al nostro sistema alimentare.sovrappopolamento Il ragionamento alla base del programma della Fao è il seguente. Le stime sul sovrappopolamento prevedono che la Terra, nell’anno 2050, avrà all’incirca 9 miliardi di abitanti. Troppi. Di conseguenza, è necessario trovare forme di alimentazione che possano farci sopravvivere. E che cosa c’è di meglio degli insetti? Ne abbiamo in abbondanza, sono ricchi di proteine e vitamine, senza contare che l’impatto ambientale del loro allevamento è bassissimo. Quindi semaforo verde a grilli, cavallette e bacarozzi.Se i cacciatori di bufale non sono ancora convinti, basta ripercorrere l’agenda dei lavori di Bruxelles. L’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, infatti, tra 2021 e 2022 ha già dato il via libera alle tarme della farina, alle locuste e ai grilli, che sono considerati cibo a tutti gli effetti e, pertanto, possono essere commercializzati all’interno dei confini dell’Unione. Tanto per non farsi mancare nulla, lo scorso agosto la Commissione europea ha pensato bene di pubblicizzare sui suoi canali ufficiali i tre prodotti approvati, consigliandone vivamente l’assaggio ai cittadini comunitari.Non stupisce che con tali promotori, che sborsano anche bei quattrini per foraggiare i loro programmi, negli ultimi anni siano sorte diverse start up che si occupano di creare cibi a base di farina di grilli o di altri insetti commestibili. Tutto bellissimo, ma rimane un problema. Benché gli insettivori ci ripetano a ogni piè sospinto che l’entomofagia è già praticata da circa 2 miliardi di persone (principalmente in Asia, Africa e America centrale), in Europa siamo ancora piuttosto restii a sostituire una grigliata di carne con un cartoccio di grilli e larve. A riprova, sarà sufficiente vedere quello che è successo di recente nel Regno Unito.La filiale britannica di Aldi, la nota catena tedesca di supermercati, ha lanciato Aldi’s Next Big Thing, ossia un concorso televisivo indirizzato ai piccoli produttori locali e trasmesso ogni giovedì su Channel 4. Come premio c’è la possibilità di diventare fornitori di Aldi: il prodotto vincitore, infatti, finirà come «specialbuy» direttamente sugli scaffali degli oltre 970 negozi che Aldi gestisce in tutto il Regno Unito. Ebbene, tra le 36 ditte partecipanti, c’è anche la Yum bug, una start up che vende, appunto, cibi pronti a base di insetti.A capo di questa piccola azienda ci sono Aaron Thomas e Leo Taylor, entrambi di 28 anni. «Siamo in missione per cambiare la percezione degli insetti come cibo; sono una delle fonti proteiche più sostenibili al mondo», afferma il londinese Thomas. Che poi spiega: «I grilli contengono fino al 70% di proteine, che è tre volte la quantità di proteine che si trova nella carne bovina. Hanno anche più ferro degli spinaci, più calcio del latte e l’elenco potrebbe continuare. Sono un superalimento incredibile». Dal canto suo, Taylor racconta che «Aaron e io cuciniamo gli insetti da anni. Tutto è iniziato nel 2017 quando, nei fine settimana, facevamo esperimenti fuori dal garage dei miei genitori, preparando ogni tipo di ricetta e pubblicando i prodotti online». Poi, durante il periodo del lockdown, le vendite si sono moltiplicate «e da allora gli affari vanno a gonfie vele». ProtestePeccato solo che, come riporta il Sun, gli spettatori non abbiano affatto gradito la scelta di Aldi. Sono stati in molti, infatti, a protestare sui social e non solo. «Smettetela di cercare di farci mangiare gli insetti!», è stato uno dei commenti più quotati. Tant’è che, alla prima puntata del programma, andata in onda giovedì 20, Julie Ashfield, la direttrice generale acquisti di Aldi Uk, ha detto ai due: «Apprezzo il vostro prodotto, ma credo che i clienti di Aldi non siano ancora pronti. Tornate tra cinque anni». Perché non di solo pane vive l’uomo. Ma neanche di bacarozzi.