2023-07-22
L’ingordo Fazio vuole gli archivi Rai. Ma l’azienda stavolta risponde picche
Fabio Fazio (Imagoeconomica)
Il presentatore ora a Discovery avrebbe chiesto i social di «Che tempo che fa» offrendo soli 20.000 euro, salvo lamentarsi per la mancata concessione. Ma perché la tv di Stato dovrebbe fare un regalo alla concorrenza?Mamma, mi hanno cambiato le password! La lagna eterna di Fabio Fazio & Company si arricchisce di un nuovo capitolo, stavolta tutto social: il televate della sinistra e i suoi compagni di avventure frignano perché la Rai si è tenuta le pagine Facebook e Twitter della trasmissione Che tempo che fa, che dal prossimo 15 ottobre andrà in onda su Nove, canale del gruppo Discovery, e non più sulla tv di Stato. Le pagine in questione, di proprietà della Rai, sono state oscurate, come del tutto normale, considerando che Fazio trasloca dalla concorrenza, portando a casa un contrattone quadriennale da 2,5 milioni di euro l’anno. Eppure, il conduttore e i suoi si sono lamentati sui social: «Ditemi a cosa servono le pagine social che non saranno attive ma solo di archivio», ha lamentato su Instagram la Lagerback, attraverso una storia condivisa poi dallo stesso Fazio che riporta un articolo sulla questione di Fanpage.it. Le pagine social, ricordiamolo sempre, hanno un valore commerciale importante, che cresce parallelamente al numero dei follower: Che tempo che fa targato Rai ne aveva 2 milioni su Facebook e 560.000 su Twitter. Inutile anche sottolineare ancora che sono di proprietà della Rai: non si capisce per quale motivo Viale Mazzini avrebbe dovuto regalarle a Fazio e soci, lasciando a loro la gestione di questo preziosi account che avrebbero finito per essere un regalo alla concorrenza. La Rai ha risposto a Fanpage con una nota: «Si precisa», recita il comunicato, «che l’azienda sta procedendo a chiudere tutti i profili social di Che tempo che fa in quanto di sua proprietà. Questa procedura, non essendo immediata, ha reso necessario come passaggio intermedio rendere evidente che i profili e le stesse pagine si riferiscono esclusivamente alle vecchie edizioni della produzione in onda fino a giugno 2023 su Rai3». La Verità ha consultato una fonte assai informata sulle vicende di Viale Mazzini, che ha commentato le lamentele di Fazio in maniera estremamente sintetica ed efficace: «Quelle pagine valgono un milione, e sono di proprietà Rai. Per averle hanno offerto 20.000 euro. Eppure dopo tutti i milioni spesi per il programma non dovrebbero avere problemi a comprarsele alla giusta cifra!». Siamo di fronte, a quanto pare, a una trattativa commerciale non andata a buon fine, come tantissime altre: il problema è che quando c’è Fazio di mezzo le polemiche piovono sempre copiose. Le pagine social hanno un valore molto alto, soprattutto quelle più seguite, per molti motivi, non solo di immagine, ma pure commerciali: pubblicare l’annuncio di un programma televisivo su una pagina Facebook che ha 2 milioni di followers significa incrementare in maniera importante il pubblico che assisterà alla trasmissione, mentre commenti e interazioni consentiranno ai gestori e ai titolari della stessa pagina di aumentare a dismisura la loro popolarità. Non a caso, le aziende investono molti denari sulle «sponsorizzazioni» delle stesse pagine, che le rendono visibili a molte più persone rispetto a quelle non sponsorizzate. Per comprendere quanto ormai i social siano determinanti nella vita quotidiana, basta osservare quanta attenzione i protagonisti della politica, in tutto il mondo, dedicano ai loro profili social. Detto ciò, Fabio Fazio non dovrà fare altro che realizzare le nuove pagine social della sua trasmissione sul Nove e ricominciare a raggranellare follower: non sembra un dramma, in tutta onestà, né un argomento di tale rilevanza social(e) da meritare prese di posizione e lamentele. Merita invece una sottolineatura il fatto che la Rai si sia fatta rispettare e abbia tutelato i suoi interessi, che poi sono quelli dei contribuenti italiani. La gestione dell’azienda da parte dell’amministratore delegato Roberto Sergio, in queste ultime settimane, è stata all’insegna dell’equilibrio e della tutela esclusiva degli interessi della tv pubblica: il manager ha dimostrato una non indifferente capacità di resistere (per quanto possibile) alle inevitabili pressioni della politica, senza guardare in faccia a nessuno e scontentando, alternativamente, entrambi gli schieramenti. Ieri, tanto per fare un esempio, è tornato a polemizzare con l’azienda il responsabile del Pd per l’informazione, Sandro Ruotolo: «La destra», ha setto Ruotolo a The Post Internazionale, «sta occupando militarmente la Rai. Inventando un decreto legge per far fuori il direttore del San Carlo e dare il suo posto a Fuortes. Orrore ad personam. E poi, via Annunziata, Gramellini, Berlinguer, Fazio. Via tutti. Io non faccio l’elogio acritico del passato», ha aggiunto Ruotolo, «ma in passato c’era pluralismo e la gente lo vedeva. Mentre ora sono passati come carri armati, decapitando chiunque non la pensasse come loro». «La destra si sta mangiando la tv di stato? Falso», hanno risposto all’Agi da Viale Mazzini, «è falso che sia stata mandata via la Annunziata, che ha invece scelto di andarsene. È falso che sia stato mandato via Gramellini, perché è stato lui ad andarsene. È falso che sia stata mandata via la Berlinguer, perchè a sua volta ha scelto un’altra azienda, e altri compensi. E per quanto riguarda Fazio a non rinnovare il contratto è stato Fuortes (l’ex amministratore delegato della Rai, ndr), non gli attuali vertici dell’azienda».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.