2024-07-20
L’Inghilterra elegge islamici radicali e si sveglia con mezza Leeds bruciata
Leeds il giorno dopo le rivolte (Getty Images)
I servizi sociali intervengono per l’affido di alcuni minori nel sobborgo di Harehills, a larga presenza di immigrati: notte di rivolte e fiamme, polizia in fuga. In strada il consigliere Ali, che giustifica il 7 ottobre. Giovedì notte a Leeds, nel sobborgo di Harehills, densamente popolato da musulmani (soprattutto pakistani e bengalesi), durante una rivolta un autobus a due piani è stato incendiato, facinorosi hanno bruciato veicoli, ribaltato un’auto della polizia e lanciato contro gli agenti pietre, bottiglie, spazzatura. Le riprese effettuate subito dopo gli scontri in questa città del West Yorkshire, nel Regno Unito, hanno mostrato rottami carbonizzati e devastazioni tipiche delle banlieues francesi popolate da immigrati. Il primo ministro, sir Keir Starmer, ha condannato gli «scioccanti e vergognosi» disordini e ha offerto il suo pieno sostegno alla polizia affinché «intraprenda le azioni più forti possibili» contro i rivoltosi. La furia distruttiva sembra sia stata scatenata dall’affidamento di alcuni bambini. A metà pomeriggio del 18 luglio, «nostri agenti sono intervenuti in seguito a una chiamata da parte dei servizi sociali per l’infanzia, dopo che alcuni assistenti avevano segnalato di essere stati accolti con ostilità mentre si occupavano di una questione relativa all’affido di minori. Gli agenti intervenuti sono stati aggrediti», ha fatto sapere la polizia in un comunicato. Da quel momento è stato un crescendo di violenza, documentato da decine di video circolate sui social. «Due imbecilli danno fuoco agli autobus a Harehills, Leeds. Non si coprono nemmeno il volto perché non temono la legge», postava un utente. «Attaccavano le auto della polizia, lanciando contro qualsiasi cosa potessero raccogliere da terra. Pietre dal giardino, spazzatura, bevande, qualsiasi cosa», ha riferito una farmacista a The Guardian. Yvette Cooper, ministro degli Interni del Regno Unito e parlamentare del West Yorkshire, ha affermato in un post su X: «Sono sconvolta dalle scene scioccanti e dagli attacchi ai veicoli della polizia e ai trasporti pubblici di Leeds. Un disordine di questa natura non ha posto nella nostra società». Però, come commentava un altro utente, adesso «alcuni esponenti della sinistra e dei centristi sembrano più preoccupati di come la destra reagirà ai disordini di Leeds, che dei disordini veri e propri». In effetti, è già in atto il tentativo di trasformare in eroe Muthin Ali, 42 anni, il candidato dei Verdi che a maggio era stato eletto nel Consiglio comunale di Leeds per il distretto di Gipton e Harehills. «Ha formato uno “scudo umano” per fermare l’escalation di violenza nelle rivolte di Leeds», o «fermava eroicamente i rivoltosi dal bruciare altre cose», erano alcuni titoli dei quotidiani di ieri. «Ho preso il bidone a quei ragazzi», pronti a bruciarlo, «e devo fare i complimenti a loro perché mi hanno mostrato rispetto e si sono allontanati. Non hanno provato a fare altro […] In seguito la folla è cambiata, ed è diventata più aggressiva. C’erano persone che mi spingevano e mi spingevano. Non so nemmeno se ero spaventato, non ci pensavo. Pensavo solo alla mia comunità», ha detto Ali a The Independent. Non deve aver pensato molto ai suoi concittadini (solo a quelli islamici), il Verde consigliere comunale quando venne eletto. Dopo aver ricevuto 3.070 voti, 747 più del suo rivale laburista, Ali aveva accolto la notizia al grido «Allah Akbar», Allah è grande, e «la Palestina sarà libera», facendosi riprendere davanti alla bandiera a strisce con il triangolo rosso. Il video era stato caricato sul suo canale Tik Tok, la comunità ebraica chiese la sospensione del consigliere. «Sono passate 48 ore da quando è stato eletto e il vostro silenzio ha ormai superato il lasso di tempo in cui - lo ammetto - dovete aver riflettuto su come affrontare l’effetto disastroso del video del suo comportamento durante lo scrutinio», scriveva Simon Myerson KC, presidente del Consiglio rappresentativo ebraico di Leeds, ai co-leader dei Verdi Carla Denyer e Adrian Ramsay. Ali era stato poi costretto a scusarsi: «Non era mia intenzione. Come molti in tutto il mondo, sono stato profondamente colpito dal terribile conflitto attualmente in corso a Gaza». Tutto falso. Sono stati scovati dei commenti sul suo account TikTok risalenti all’8 ottobre 2023, il giorno dopo l’attacco terroristico di Hamas, dove invece di condannare le atrocità «il signor Ali ha etichettato Israele come “suprematista bianco” e ha affermato che Gaza è “il più grande campo di concentramento che il mondo abbia mai visto”», riferiva a maggio il Daily Mail. Aggiungeva: «L’attivista, che gestisce un canale YouTube dedicato al giardinaggio, ha detto che le atrocità di Hamas erano giustificate perché “i palestinesi hanno il diritto di resistere alle forze occupanti”». Questo è quel che passa per la mente del Verde eletto nel Regno Unito, giustificare le violenze «quando servono». Attaccare le autorità anche una volta eletti, come fanno pure certi Verdi nostrani approdati a Strasburgo. «ll signor Ali ha ripetutamente menzionato preoccupazioni sociali più ampie, tra cui questioni come la povertà e l’esclusione sociale, come parte di una polveriera pronta a esplodere», spiega Shingi Mararike corrispondente di Sky News. Ecco appunto, per giustificare altre violenze.