2023-11-26
I media si indignano per le proteste, non per la tentata strage di bambini
Siamo alle solite: adesso per giornali e politici di sinistra l’emergenza è la rabbia degli irlandesi, non il fatto che un immigrato tenti di assassinare dei ragazzini. Il loro modello fallisce, ma la colpa è di chi si infuria.«Paese sotto choc», «Reputazione dell’Irlanda infangata», «Teppisti spinti da un’ideologia di estrema destra». Dopo i disordini che hanno incendiato Dublino, governo, polizia e stampa patinata hanno pronta la diagnosi sulle radici del male oscuro: gli estremisti, gli xenofobi, gli hooligan. Mancano solo il patriarcato e - perché no, visto il contesto geografico - le croci celtiche. Nessuno si lascia nemmeno solleticare da un sospetto: che chi è esasperato abbia le sue ragioni. Non abbastanza per mettere a ferro e fuoco una città? Non a sufficienza per prendere d’assalto le forze dell’ordine? D’accordo. Ma almeno il diritto di essere un po’ incazzati, gli irlandesi ce l’hanno? Almeno la facoltà di protestare, la conservano ancora? È vero, la loro è stata una terra d’accoglienza; soltanto che qualcuno, di tanta umanità, ha approfittato. E le autorità, di fronte all’incidente di giovedì, hanno mostrato il peggio. Si sono preoccupate - in maniera puerile, e invano - di evitare che trapelassero notizie scomode sull’identità dell’aggressore. Un ultraquarantenne che ha accoltellato tre bambini (una è gravissima) e una donna (in fin di vita). In realtà, pontificava ieri il Corriere della Sera, il responsabile è «un cittadino naturalizzato che ha vissuto per vent’anni nella Repubblica». Eh, no: le «odiose ipotesi», stigmatizzate dalla Garda, erano tutt’altro che una bufala rimbalzata su Internet. Il criminale è proprio un individuo di origini algerine. Il quale, evidentemente, nonostante i due decenni trascorsi in un Paese civile e ospitale, non s’è per niente adeguato alle regole. Guarda caso, aveva pure dei precedenti penali. L’Eire si è riempita di immigrati: tra aprile 2022 e aprile 2023, ne sono arrivati 141.600. È il picco degli ultimi 16 anni, in uno Stato che conta poco più di 4 milioni e 700.000 abitanti. Una gloriosa rivoluzione demografica, un grande balzo in avanti che solamente gli ottusi fascisti non riescono a metabolizzare.Adesso, la tesi degli osservatori acuti e raffinati è che la furia degli sciovinisti, fomentati anche dal campione di arti marziali Conor McGregor, sia frutto di un equivoco: il problema non sono gli allogeni, il problema sono gli alloggi. A Dublino mancano le case. Gli affitti costano troppo. E gli appartamenti messi a disposizione dello Stato scarseggiano. Sulla crisi prolifera la propaganda sovranista. Alla fin fine, è sempre là che si va a parare: le persone non capiscono. Il popolo è sopravvalutato. La collera non è giustificata.È stata la «notte della vergogna», ha commentato il premier, Leo Varakdar, figlio di un indiano, accusando i riottosi di aver gettato discredito sul Paese e lasciato la nazione «incerta e impaurita». Il primo ministro ha altresì annunciato nuove leggi contro i «discorsi d’odio» online. Ti pareva. La polizia, che ha arrestato oltre 30 sospettati e ha un agente ricoverato in condizioni serie, ha parlato di «scene che non vedevamo da decenni». Creano l’inferno e si meravigliano se i dannati non vogliono starci dentro.Chi c’era, per le strade di Dublino, a parte i facinorosi di professione? Il 75% dell’opinione pubblica ritiene che l’Irlanda stia ricevendo troppi rifugiati. Il campione del sondaggio è costituito esclusivamente da senzatetto, poveracci che dormono all’addiaccio e non vedevano l’ora di sfogare le loro frustrazioni? Basterà assegnare a costoro un ricovero e si potrà proseguire allegramente con la politica dei confini spalancati? Le élite costernate stanno ribaltando la frittata: il cattivo da additare non è più un tizio che tenta di far fuori bimbi e signore mentre passeggiano, bensì la marmaglia di violenti che vorrebbe blindare le frontiere. La classe media è stata precipitata nel disagio a colpi di ideologia immigrazionista? Uno di quelli che hanno beneficiato della generosità irlandese, guadagnando persino la cittadinanza, al termine di una serie di reati, ha concluso in bellezza, brandendo una lama contro donne e bambini? La polizia si è premurata di nascondere la verità e, intanto, di farsi arrivare un paio di idranti da Belfast, per sedare le rivolte? Sì, ma la colpa, per qualche strano motivo, è dell’estrema destra. Delle scorie sopravvissute all’epoca dei massacri negli stadi. Delle orde «radicalizzate» sul Web. Una minoranza chiassosa, benché priva di un partito. Vedi i casi della vita? Le è bastata una fake news sui social (che però era vera), per provocare una bolgia.Il contro-argomento recita: a fermare l’assalitore sono stati degli stranieri. Certo: un’americana, un francese e un brasiliano. Peccato, non c’erano nemmeno un magrebino, nemmeno uno del Sahel, nemmeno un subsahariano, tanto per dimostrare che i migranti non sono tutti uguali. Già, loro non sono tutti uguali. I maschi invece sì. È la logica progressista: se Hamas attacca Israele e Israele reagisce, bisogna riconoscere che gli ebrei se la sono cercata. Se un oriundo africano esce per ammazzare dei ragazzini e le forze dell’ordine lo coprono, l’ira delle persone puzza di estremismo di destra. Se un uomo assassina una donna, tutti gli uomini concorrono nella sua colpa. Qui, al contrario, la colpa è di tutti, meno che del colpevole autentico. No, l’emergenza è altrove: le case che mancano, gli affitti onerosi, forse la nomea irlandese di paradiso fiscale che ha avvantaggiato le multinazionali anziché la classe media, le promesse tradite della globalizzazione, la crescita del sentimento xenofobo, l’eterna piaga degli hooligan. L’invasione di immigrati? Ma va, quelli sono una risorsa. Con loro, guanti bianchi. Il pugno di ferro se lo merita la gente. La gente di Dublino.