2021-03-02
Indagine sulla Ong: «Si è fatta pagare prima di prendere clandestini a bordo»
Secondo la Procura, Mediterranea avrebbe chiesto denaro alla Maersk. A Lampedusa altri sbarchi e 10 agenti col CovidNella relazione al Parlamento sulla sicurezza, timori per la possibilità di contagi attraverso i flussi migratori. E col lockdown c'è più propaganda islamista onlineLo speciale contiene due articoli Una accusa pesantissima, quella di aver ricevuto soldi in cambio del trasbordo di immigrati clandestini da una nave commerciale: la procura di Ragusa - diretta dal procuratore capo Fabio D'Anna - apre uno squarcio inquietante sull'attività della Mare Jonio, nave operante nel Mediterraneo per conto della Ong Mediterranea Saving Humans (estranea all'inchiesta). Intanto, a Lampedusa si moltiplicano gli sbarchi di clandestini e scatta l'allarme Covid tra le forze dell'ordine. L'inchiesta della procura siciliana vede indagati l'ex «disobbidiente» Luca Casarini, l'ex assessore comunale di Venezia Beppe Caccia, il regista Alessandro Metz e il comandante del rimorchiatore Pietro Marrone. Ai quattro, considerati dai pm «soci, dipendenti o amministratori, di fatto o di diritto, della società proprietaria ed armatrice del rimorchiatore Mare Jonio», ovvero la società armatrice Idra social shipping, vengono contestati i reati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e di violazione alle norme del codice della navigazione. Il gruppo investigativo interforze ha eseguito ieri un decreto di perquisizione e di sequestro finalizzato a «ricercare ed acquisire ogni elemento documentale e/o su supporto elettronico utile a comprovare i rapporti tra gli indagati e tra essi e la società danese armatrice della Maersk Etienne, nonchè di eventuali altre società armatoriali». L'episodio al centro dell'inchiesta è lo sbarco di 27 immigrati, avvenuto il 12 settembre del 2020 nel porto di Pozzallo dal rimorchiatore Mare Jonio. Gli immigrati erano stati presi a bordo dalla stessa Mare Jonio il giorno prima, dopo aver passato 37 giorni sulla petroliera danese Maersk Etienne, che li aveva tratti in salvo al largo della Libia. Per la Procura di Ragusa, sulla base delle indagini «fin qui svolte, corroborate da intercettazioni telefoniche, indagini finanziarie e riscontri documentali», è «emerso che il trasbordo dei migranti effettuato dall'equipaggio della Mare Jonio» sarebbe stato «effettuato solo dopo la conclusione di un accordo di natura commerciale tra le società armatrici delle due navi, accordo in virtù del quale la società armatrice della Mare Jonio ha percepito una ingente somma quale corrispettivo per il servizio reso». Intanto, a Lampedusa arrivano immigrati clandestini a centinaia, mentre 10 agenti di polizia in servizio sull'isola sono risultati positivi al Covid-19. La situazione è letteralmente esplosiva. Ieri, nel giro di poche ore, sono approdati a Lampedusa 400 clandestini: un primo gruppo di 99 persone è riuscito a sbarcare direttamente sulla terraferma ed è stato intercettato dai carabinieri, mentre poco dopo due barconi con rispettivamente 83 e 84 persone a bordo sono stati intercettati in mare dagli uomini della Capitaneria di porto e della Guardia di finanza. Una quarta imbarcazione con 105 immigrati a bordo è stata scortata in porto dalle Fiamme gialle. Tutti gli immigrati sono stati condotti nell'hotspot di contrada Imbriacola, dove si trovano attualmente circa 500 persone. Per alleggerire la pressione si lavora con i trasferimenti: 270 persone sono state imbarcate sulla nave quarantena Allegra, mentre 65 minori non accompagnati saranno trasferiti a bordo del traghetto per Porto Empedocle. Allarme rosso anche sotto il punto di vista sanitario. Secondo quanto riferito all'Adnkronos dal segretario nazionale del sindacato di polizia Coisp, Nicolò Di Maria, 10 agenti in servizio a Lampedusa sono risultati positivi al Covid-19. Per quattro di loro sarebbe già stata accertata la variante inglese, mentre gli altri sei sono in attesa degli esiti degli esami clinici. Tutti avrebbero manifestato i sintomi nei giorni scorsi, quando a Lampedusa sono approdati centinaia di migranti. «Il 21 febbraio», dice Di Maria, «nell'hotspot di contrada Imbriacola c'erano già 1.300 ospiti a fronte di una capienza di 192 persone. In una condizione di simile sovraffollamento saltano tutti i protocolli di sicurezza». Ieri mattina sono giunti sull'isola circa 400 immigrati: «Una situazione», aggiunge Di Maria, «che rischia di essere la punta dell'iceberg. Con l'arrivo della primavera e della bella stagione gli sbarchi si moltiplicheranno e la situazione non potrà che aggravarsi. Il rischio è quello di assistere a una recrudescenza del fenomeno, che non sappiamo dove ci porterà». Il segretario nazionale del Coisp, nei mesi scorsi, insieme al segretario regionale Maurizio Senise, si è recato a Lampedusa per verificare in prima persona le condizioni di lavoro delle forze dell'ordine sull'isola, denunciando «un'evidente mancanza di sicurezza. Siamo molto preoccupati», sottolinea il leader sindacale, «per quello che accade sull'isola, dove le regole anti-Covid non possono essere rispettate. Non ci sono i requisiti minimi di sicurezza perché le strutture sono inadeguate e sovraffollate. Continuare così significa mandare al massacro le forze dell'ordine», avverte Di Maria, «che pagano un prezzo troppo alto e meritano un'attenzione maggiore da parte dello Stato. I governi cambiano ma la situazione resta la stessa: lavoriamo senza i requisiti minimi di sicurezza, una condizione che in una situazione di emergenza pandemica qual è quella che viviamo è ancora più inaccettabile». A nord est di Lampedusa si trova la nave Ong Sea watch 3, con 363 persone a bordo: «Abbiamo chiesto a Italia e Malta l'assegnazione di un porto sicuro ma non abbiamo ancora ricevuto risposta», scrive su Twitter la Ong tedesca.