2024-05-08
Incognita elezioni, rebus nel centrodestra
Alessandro Piana, vice presidente della Regione Liguria (Ansa)
A guidare la Regione adesso sarà il vice di Giovanni Toti, il leghista Alessandro Piana. Ma il futuro della consiliatura è appeso alle dimissioni del politico arrestato. I meloniani potrebbero rivendicare una futura candidatura in chiave anti Carroccio. Fi alla finestra.Tanta cautela e dichiarazioni col bilancino, e con sfumature diverse tra i vari partiti, da parte del centrodestra sull’inchiesta che ha portato all’arresto di Giovanni Toti. Dal punto di vista formale, la Regione Liguria può andare avanti fino alla scadenza naturale, prevista nell’autunno 2025: una volta sospeso Toti, ieri pomeriggio, il vice Alessandro Piana, della Lega, ne ha preso le funzioni ed è a questo punto il «reggente» a tutti gli effetti. Ma può reggere politicamente, scusate il gioco di parole, una reggenza di un anno e mezzo con un presidente eletto alle prese con una inchiesta giudiziaria? Dipende da molti fattori, come spiega alla Verità un esponente di primissimo piano del centrodestra ligure: «Da un punto di vista strettamente formale», dice il nostro interlocutore, «Piana può andare fino a scadenza della legislatura, ma bisogna aspettare di leggere le carte per valutare se uno scenario come questo sia politicamente sostenibile». Il bivio di fronte al quale si trova ora il presidente (sospeso) della Liguria è di quelli drammatici, come emerge da un passaggio dell’ordinanza di custodia cautelare, ritenuta dal gip Paola Faggioni «necessaria anche per la sussistenza del pericolo di reiterazione. Esiste il pericolo attuale e concreto», scrive il gip, «che l’indagato possa reiterare, in occasione delle prossime elezioni, analoghe condotte corruttive». In sostanza, se Toti si dimettesse, e si tenesse lontano dalla politica, avrebbe molte probabilità di essere liberato. Una considerazione spietata quanto volete, ma assolutamente realistica. Se Toti si dimettesse, però, si andrebbe al voto il prossimo autunno, e qui entra in campo la proverbiale ritrosia dei consiglieri e degli assessori regionali a mollare la poltrona. «Auspichiamo che questa triste vicenda», afferma l’assessore Marco Scajola, «possa chiarirsi nel più breve tempo possibile e che il presidente possa tornare al più presto al lavoro. Venerdì avremo giunta e il lavoro andrà avanti. La maggioranza è unita e compatta». Unita e compatta nelle dichiarazioni in chiaro, ma in realtà i partiti di centrodestra hanno interessi molto diversi tra loro in questa vicenda. Fratelli d’Italia, ad esempio, ha almeno due buoni motivi per non temere le dimissioni di Toti e le elezioni anticipate il prossimo ottobre. Innanzitutto, nel 2020 Fdi ha preso alle regionali appena il 10%, eleggendo tre consiglieri rispetto agli 8 della lista Cambiamo Con Toti e ai 6 della Lega, mentre ora il vento è decisamente cambiato; in secondo luogo, una reggenza di una Regione così importante con un presidente sospeso che deve affrontare una vicenda giudiziaria complessa regala alla sinistra e al M5s un argomento di propaganda insidioso. Il coordinatore regionale di Fdi, il deputato genovese Matteo Rosso, probabilmente dopo essersi consultato coi vertici del partito, detta la linea con una dichiarazione che lascia aperto ogni scenario: «Fratelli d’Italia in Regione Liguria», dice Rosso, «esprime la massima solidarietà al presidente Giovanni Toti e, confidando nell’operato della magistratura, rinnova la fiducia al governatore. Non conosciamo la vicenda e attendiamo di conoscere i dettagli, fermo restando la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio. Toti che ha amministrato la Regione con grande capacità saprà agire per il bene della Liguria». Non esattamente una difesa a spada sguainata di Toti anche quella del capogruppo alla Camera di Fdi, Tommaso Foti: «Massima attenzione per i fatti della Regione Liguria», commenta Foti, «come quella prestata per i fatti di Bari e in generale della Puglia. Auspichiamo che le indagini siano rapide e che possa esserci piena chiarezza sui fatti». Il leader ligure del Carroccio, Edoardo Rixi, viceministro dei Trasporti, è più assertivo: «Desideriamo esprimere», sottolinea Rixi, «la nostra più ferma solidarietà al presidente Giovanni Toti in questo momento difficile. Siamo convinti che sarà in grado di dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati. Nel frattempo, gli inviamo tutto il nostro sostegno». Ci perdonerete il cinismo, ma la Lega si ritrova da ieri con un presidente di Regione, seppure reggente, in più: una circostanza che potrebbe pesare sulle prossime evoluzioni della vicenda dal punto di vista politico. Forza Italia, da parte sua, ha un solo consigliere regionale, ma potrebbe puntare a nuove elezioni e rivendicare la presidenza. D’altro canto, aprire ora il tema sul candidato a presidente della Liguria per il centrodestra vorrebbe dire riaprire i giochi anche in Veneto, Emilia Romagna, e a lungo termine in Lombardia, ovvero ridefinire l’intero volto politico del Nord. La Liguria infatti è a tutti gli effetti una Regione di prima fascia, il crocevia dei più grandi appalti e progetti logistico-infrastrutturali del Nord e dell’intero Paese, ponte di Genova a parte, per i prossimi 10-15 anni. E la sinistra? Il M5s ieri ha chiesto subito nuove elezioni, mentre il Pd è stato cauto fino alle prime indiscrezioni di stampa sulle intercettazioni di Toti. A quel punto, si è scatenato. Andrea Orlando potrebbe essere il candidato a presidente del centrosinistra.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 24 ottobre con Carlo Cambi
Fabrizio Pregliasco (Imagoeconomica)