2023-10-05
Inciucio dell’Europa sul dopo Timmermans. Vince il dogma green
Wopke Hoekstra e Maros Sefcovic
Ppe e Socialisti spartiscono le deleghe fra Wopke Hoekstra e Maros Sefcovic Per l’Italia non cambia nulla: entrambi spingono la transizione.Ieri la commissione Ambiente del Parlamento europeo ha approvato la nomina dei due candidati a succedere a Frans Timmermans, ex commissario al Green deal che ha lasciato la Commissione nel luglio scorso per partecipare alle politiche in Olanda. Le deleghe sono state divise. L’ex ministro degli Esteri olandese Wopke Hoekstra, cristiano democratico membro del Partito popolare europeo (Ppe), è stato confermato alla guida del Green deal, mentre lo slovacco Maros Sefcovic, candidato del centrosinistra e già vicepresidente esecutivo della Commissione, è stato confermato in qualità di coordinatore di tutte le politiche green europee.Il voto favorevole della commissione Ambiente (Envi) arriva dopo due giorni di audizioni in cui ai candidati sono state poste molte domande sui rispettivi programmi e necessita ora di una conferma da parte del Parlamento in seduta plenaria. Il portavoce del Parlamento europeo, Jaume Duch Guillot, ha annunciato che il voto dell’Europarlamento si terrà oggi alle 12. «Dopo aver preso in considerazione le lettere di valutazione delle commissioni competenti e i consigli dei presidenti di commissione, la conferenza dei presidenti del Parlamento europeo (composta dalla presidente e dai capi dei gruppi politici) ha chiuso il processo di audizione del commissario designato Hoekstra e del vicepresidente esecutivo della Commissione europea Sefcovic», ha annunciato. Le votazioni saranno due, distinte, sui singoli candidati, entrambe a scrutinio segreto e con maggioranza semplice.Il voto della commissione necessitava di una maggioranza qualificata dei due terzi dei rappresentanti. «È appena finita la riunione dei coordinatori che ha trovato una maggioranza di due terzi», ha spiegato in conferenza stampa il presidente della commissione Ambiente, il francese Pascal Canfin. «Questa mattina abbiamo ricevuto le risposte alle domande scritte che ieri avevamo consegnato e abbiamo avuto risposte chiare su punti che erano stati oggetto di disappunto ieri», ha aggiunto.Hanno votato a favore dei candidati il Partito popolare europeo, Renew Europe, i socialdemocratici e i Verdi. Contrari invece i Conservatori e riformisti (gruppo di cui fa parte Fratelli d’Italia), Identità e democrazia, e la Sinistra.Un certo sollievo si registra dalle parti del gruppo dei conservatori di Ecr, che temeva di dover fare da stampella alla maggioranza di centrosinistra dopo che da qualche tempo il Ppe cerca di smarcarsi dalle politiche green più estreme.Netta, invece, la contrarietà a entrambi i neo commissari da parte del gruppo di Identità e democrazia.Nonostante le differenti famiglie politiche, i due candidati nelle loro audizioni e nelle loro risposte hanno entrambi sposato in pieno i programmi più «ambiziosi» che l’Unione europea ha già delineato, quelli, in sintesi, che vanno dalla ristrutturazione delle case in nome dell’efficienza energetica, al bando dei motori a scoppio al 2035, agli incentivi alle fonti rinnovabili. Dal punto di vista dei contenuti, non vi sono differenze significative tra i due. Entrambi hanno ripetuto il mantra della Commissione: lotta ai cambiamenti climatici attraverso politiche economiche di abbandono degli idrocarburi a vantaggio della elettrificazione dei consumi energetici e della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, con ampio uso dell’idrogeno. Nella sua audizione, Hoekstra è riuscito a dire anche che i suoi figli gli chiedono solo di due cose: la guerra in Ucraina e il cambiamento climatico. Hoekstra ha detto ai parlamentari che spingerà perché l’Ue riduca le emissioni nette di gas serra di almeno il 90% entro il 2040, una mossa sostenuta dai climatologi, per quanto irrealistica.L’accordo di ieri che ha portato alla nomina dei due, e la conferma dall’Aula che arriverà oggi, era di fatto più legato a reciproche contropartite politiche che non ai contenuti di merito portati dai candidati.I prossimi mesi di campagna elettorale europea vedranno svilupparsi l’azione dei due nuovi commissari. Non c’è da aspettarsi un grande cambiamento di linea, anzi. Con il termine della legislatura e la possibilità di una nuova maggioranza nel Parlamento dal 2024, è facile pensare che l’attuale maggioranza farà di tutto per portare a casa tutti i punti del Green deal che ancora sono in sospeso. Ad esempio, le case verdi o le norme sui biocarburanti e sugli efuel tanto cari alla Germania. Il fatto che nel frattempo Francia e Germania stiano litigando sulla riforma del mercato elettrico europeo può essere un problema per la Commissione, ma quasi certamente alla fine un accordo si troverà. Il governo francese non rinuncerà mai a sostenere il proprio nucleare, con buona pace della libera concorrenza e dei suoi profeti.
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