2018-11-26
«In Ungheria c’è il record di nascite. Vi spiego come ci siamo riusciti»
Il ministro Katalin Novák: «Spendiamo il 5 per cento del Pil per aiutare le famiglie: zero tasse sui redditi per chi ha tre figli e sussidi per acquistare casa. Ci chiamano illiberali, ma siamo al servizio del popolo»Katalin Novák è il ministro ungherese della Famiglia. Cristiana, antiabortista, madre di tre figli, è in ottimi rapporti con il suo omologo italiano Lorenzo Fontana, che ha incontrato quest'estate. L'anno prossimo, a Verona, parteciperà al World congress of families (www.wcfverona.org), che si svolgerà tra il 29 e il 31 marzo 2019. Un evento organizzato da associazioni come Pro vita, Citizengo e Generazione famiglia, cui prenderanno parte anche Matteo Salvini, Luca Zaia e lo stesso Fontana.Ministro Novák, il suo premier Viktor Orbán definisce l'Ungheria una «democrazia cristiana», ma per i vostri detrattori siete un Paese illiberale.«È un'accusa senza senso, diffusa dai media occidentali, da alcune Ong e da politici europei che non riescono a capacitarsi della volontà del popolo ungherese».Quindi non state scivolando verso la dittatura...«Semmai la dittatura è quella della sinistra liberal, che si contraddice perché non accetta più la diversità di opinioni, la tolleranza e la solidarietà».I dittatori sono quelli che vi criticano?«Le basti sapere che il partito ungherese di governo, Fidesz, è stato eletto per la terza volta con una maggioranza di due terzi. Chi ci attacca non rispetta la volontà della nostra gente».Lei ha il pallino della crescita demografica. Perché è tanto importante?«A oggi, la crescita della popolazione europea dipende esclusivamente dall'immigrazione. Se va avanti così, l'Europa perderà lo scontro di civiltà».Che toni apocalittici...«Vede, il 46% dei Paesi occidentali non sarà in grado di riprodurre sé stesso se continuerà questa tendenza alla denatalità. È una questione di sopravvivenza».Molti confidano che siano proprio i migranti a salvarci dall'estinzione.«Le élite europee stanno scegliendo la strada più semplice. Ma oltre alla quantità della popolazione c'è anche una questione di integrità culturale delle nazioni».Che le migrazioni dall'Africa minacciano?«Esatto, perché possono alterare le radici religiose, sociali ed etniche dell'Europa. In Ungheria abbiamo una visione diversa».Sarebbe?«Crediamo che la crisi demografica vada risolta solo facendo affidamento sulle nostre risorse interne».Come fa a essere così sicura che i suoi concittadini condividano certe idee?«Abbiamo chiesto loro molto spesso come immaginano il futuro. La risposta è stata chiara». Cioè?«Gli ungheresi sono orientati ai valori della famiglia. Vogliono proteggere la loro cultura cristiana. E amano le loro tradizioni».Sintetizzo: da noi andava di moda dire «ce lo chiede l'Europa», da voi «ce lo chiedono gli ungheresi».«Be', è la politica che deve essere al servizio delle persone e non il contrario. Le élite politiche europee ne dovrebbero tenere conto...».Ma il suo governo cosa sta facendo concretamente per alzare il tasso di natalità?«Spendiamo oltre 6 miliardi di euro per le politiche familiari; circa il 5% del Pil, che peraltro è il doppio della media Ocse».Qualche esempio?«Le famiglie con tre figli e un reddito medio non pagano tasse sul reddito personale».Notevole. E poi?«Diamo loro 31.000 euro per acquistare un appartamento e ne finanziamo altri 46.000 di mutuo al tasso fisso del 3%».Inizia a impressionarmi...«Non è finita».No? Che altro fate?«Abbiamo sviluppato un sistema di asili nido per assicurare alle madri la possibilità di tornare al lavoro entro sei mesi dal parto».E i padri?«Bisogna fare in modo che diventino più attivi nei compiti domestici. Così le donne saranno incoraggiate a fare più figli sapendo che non grava tutto sulle loro spalle».Fa la femminista?«No. Penso che i padri debbano avere la stessa importanza delle madri. Ecco perché abbiamo aumentato da 5 a 7 al mese i giorni di congedo parentale anche per loro e abbiamo stabilito che i benefici per malattia dei bimbi possano essere goduti da entrambi i genitori».Direi che l'Italia può prendere esempio. Ne ha parlato con il nostro ministro Fontana, quando l'ha incontrato a luglio?«Condividiamo la risposta alle molte sfide comuni. E lui ha apprezzato il nostro desiderio di condividere con il governo italiano la nostra esperienza».Su altri argomenti, però, non siete così collaborativi...«Di che parla?».Dell'immigrazione. Orbán e Salvini vanno a braccetto, ma voi rifiutate di prendere la vostra quota di migranti...«Noi pensiamo che ogni Stato membro dell'Ue debba decidere cosa fare del proprio territorio. E gli ungheresi hanno deciso che il loro non sarà un Paese di immigrazione. L'idea della Commissione Ue di riallocare i migranti che sbarcano in Italia e in Grecia è in contrasto con la volontà del nostro popolo e con quella degli altri Paesi di Visegrád».Così però non risolveremo il problema degli sbarchi.«Il signor Salvini invece ha dimostrato che è possibile fermare l'immigrazione anche per mare con strumenti legali e misure “fisiche"».Lei ha deciso di partecipare al World congress of families dell'anno prossimo a Verona.«E ne sono felice. Illustreremo le politiche adottate in Ungheria, grazie alle quali, nel 2017, abbiamo registrato il più alto tasso di natalità e matrimoni degli ultimi 20 anni».Che dire: auguri e figli maschi...«Auguri all'Europa. Sulle politiche familiari ha bisogno di fare qualche passo in avanti».
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)