2023-05-15
In Turchia si va al ballottaggio
True
Ansa
Le elezioni presidenziali turche vanno verso il ballottaggio, che si terrà il prossimo 28 maggio. Con la quasi totalità dei seggi scrutinati, nessuno dei candidati ha superato la fatidica soglia del 50%. Il presidente uscente, Recep Tayyip Erdogan, si è fermato al 49,4%, mentre il suo principale sfidante, Kemal Kilicdaroglu, è al 44,9%. Segue il “terzo incomodo”, Sinan Ogan, che ha conquistato il 5,2%.
Le elezioni presidenziali turche vanno verso il ballottaggio, che si terrà il prossimo 28 maggio. Con la quasi totalità dei seggi scrutinati, nessuno dei candidati ha superato la fatidica soglia del 50%. Il presidente uscente, Recep Tayyip Erdogan, si è fermato al 49,4%, mentre il suo principale sfidante, Kemal Kilicdaroglu, è al 44,9%. Segue il “terzo incomodo”, Sinan Ogan, che ha conquistato il 5,2%. Durante lo spoglio nel pomeriggio di ieri, si sono verificate delle polemiche tra i due principali candidati sui risultati e le proiezioni pubblicati man mano dall’agenzia di stampa turca Anadolu. Non solo. Una volta ufficializzati i risultati definitivi, si è registrata una certa delusione nel quartier generale di Erdogan, che sperava di riconquistare la presidenza al primo turno. Più ottimista, alla notizia del ballottaggio, si è invece mostrato Kilicdaroglu. “Se la nostra nazione vuole il secondo turno, lo accettiamo volentieri. Vinceremo assolutamente queste elezioni al secondo turno. Lo vedranno tutti”, ha dichiarato. La situazione appare piuttosto confusa. Da una parte, Erdogan ha ottenuto un risultato migliore rispetto a quello che era stato preconizzato dai sondaggi. Dall’altra, il presidente uscente resta comunque in difficoltà: nel 2014 e nel 2018, il sultano era infatti riuscito a vincere direttamente al primo turno. In secondo luogo, è chiaro che, in vista del ballottaggio, il ruolo di kingmaker sarà rivestito da Ogan. Non è al momento chiaro a favore di quale contendente costui metterà a disposizione il suo 5% di consensi. Tuttavia, almeno sulla carta, non è troppo probabile che finisca con lo schierarsi a favore del presidente uscente. Infine, bisogna fare attenzione a Kilicdaroglu: è teoricamente il favorito, è vero. Tuttavia va ricordato che è a capo di una coalizione, l’Alleanza per la nazione, fortemente eterogenea. Una coalizione che include partiti dagli orientamenti ideologici contrastanti: dalla socialdemocrazia al conservatorismo più o meno liberale, passando addirittura per l’islamismo (con il Partito della felicità). È abbastanza chiaro come tale compagine trovi il proprio elemento coesivo unicamente nell’opposizione a Erdogan. E questo potrebbe rivelarsi un problema in sede di governo. È su tale punto che teoricamente la squadra elettorale del sultano potrebbe battere nelle prossime due settimane.Insomma, il quadro complessivo resta segnato dall’incertezza. Le polemiche non mancano e sono addirittura destinate ad aumentare, visto che, secondo alcuni settori dell’opposizione, Erdogan potrebbe rifiutarsi di lasciare il potere in caso di sconfitta elettorale. L’instabilità politica turca sta crescendo. E questo avrà ovviamente delle ripercussioni anche sul piano internazionale.
Luca Zaia intervistato ieri dal direttore della Verità e di Panorama Maurizio Belpietro (Cristian Castelnuovo)
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